Rolling Stone Italia

Il meglio della musica elettronica di luglio

Four Tet al suo massimo splendore, Dj Shadow che manda tutti a scuola e il ritorno di Clark il camaleonte

L’album dedicato all’allunaggio visto dall’alieno Jeff Mills in Moon: The Area of Influence, la ristampa di Apollo: Atmospheres and Soundtracks, disco con cui Brian Eno si prendeva una pausa dal lavoro con David Bowie e Talking Heads per immaginare il suono dell’arrivo sulla Luna. E ancora, il nuovo volto tibetano di Laurie Anderson, la collaborazione tra Arca e Blood Orange o il videogame musicato da Jlin. Luglio è stato un mese particolarmente ricco per la musica elettronica, tanto che, in mezzo al mare magnum delle uscite, abbiamo scelto cinque gemme imperdibili.

Miglior EP:”LesAlpx/Coorabell” di Floating Points

Sono dieci anni ormai che il signor Sam Shepherd produce musica con lo pseudonimo di Floating Points, dieci anni trascorsi praticamente ignorando la cassa dritta e il dancefloor, eccezion fatta per i lavori d’esordio J&W Beat e Vaccum Boogie o qualche traccia pubblicata qua e là in mezzo a un caleidoscopio di sperimentazione. Basti pensare alla follia sonora di Elaenia, a oggi suo massimo capolavoro, ed ecco spuntare il ritratto di Floating Points come una scheggia impazzita della produzione musicale, che dal garage schizza al jazz, toccando ambient, minimalismo e i confini più remoti della sintesi. Con il suo ultimo EP, Les Alpx/Coorabell, Shepherd torna alle origini come nessuno avrebbe potuto immaginare: a bordo di una macchina del tempo perfettamente attuale, con due tracce perfette, appunto, per il dancefloor.

Miglior Brano: “Rocket Fuel (feat. De La Soul)” di Dj Shadow

Chiediamo subito scusa: limitare Dj Shadow all’interno della sola musica elettronica è peccato. Lo sappiamo. Tuttavia questa hit è talmente forte che non parlarne sarebbe un peccato ancora più grande. Un capolavoro di hip hop old school, arricchito ulteriormente da quei fenomeni dei De La Soul, elegante sia che lo si metta durante un block party che sparato dentro un set di Moodyman. D’altronde, What is a DJ if he can’t scratch?, chiedeva Egyptian Lover, e Dj Shadow non ha mai smesso di rispondere.

Miglior Mix:”Live At Alexandra Palace, London 8th and 9th May 2019″ di Four Tet

Va bene, non si tratta di un mix vero e proprio, bensì di un live il che, a rigor di logica, dovrebbe essere considerato un valore aggiunto. Innanzitutto il modo migliore per godere della musica firmata Four Tet è ascoltarla dal vivo, se poi la performance in questione è stata una delle più attese del 2019, allora il piatto è servito. Un’ora e mezza di puro Kieran Hebden, un viaggio quasi esclusivamente incentrato sull’ultimo LP, New Energy, con qualche sfumatura rubata da Pink e Rounds, con tanto di red carpet dedicato alle ultimissime produzioni Dreamer, Teenage Birdsong e la bomba ad orologeria Only Human. Purtroppo quanto andato in scena lo scorso maggio all’Alexandra Palace non può essere del tutto replicabile dal suono – perché il merito del doppio instant sold out londinese di Hebden è da cercare anche nel visual, ormai icona del marchio Four Tet – ma tanto basta per fare di questo lavoro uno dei più affascinanti usciti questo mese.

Miglior Album: “Kiri Variations” di Clark

Dopo i diamanti pubblicati negli scorsi anni per Warp Records – l’album omonimo prima, Death Peak poi – il ritorno di Clark con un vero e proprio LP era uno dei più attesi. Ritorno quanto mai spiazzante che, tuttavia, conferma le straordinarie capacità metamorfiche del suo autore. Pubblicato per la sua label Throttle Records, il nuovo lavoro Kiri Variations è probabilmente l’esperimento più funambolico mai realizzato dal producer britannico. Una litania inquietante, sfondo perfetto per un horror o per un rito voodoo, dove l’elettronica diventa tappeto d’ombra su cui far scorrere tocchi di pianoforte o clavicembalo, archi e campioni vocali che sembrano provenire da una dimensione parallela, dove il linguaggio è assorbito nel suono in un eterno gioco dissonante.

Miglior Notizia: “Transmission Suites” di 808 State

Sono passati diciassette anni dall’ultimo lavoro in studio Output Transmission, diciassette anni di silenzio, troppo per un gruppo che ha fatto la storia dell’elettronica mondiale, non soltanto della scena acid house di MaDchester. Città che, ovviamente, rimane al centro anche di questo nuovo progetto, Transmission Suites, dato che è stato registrato proprio in quei Granada Studios che divennero palcoscenico per la prima apparizione televisiva degli 808 State, targata 1989. «L’album potrebbe suonare molto strano: come se Bela Lugosi’s Dead dei Bauhaus fosse buttato dentro una melodia dubstep, suonata su ritmi drum & bass» ha detto Graham Massey, metà degli 808 State, insieme a Andy Barker. Beh se le premesse sono queste, e il nuovo singolo Tokyo Tokyo, allora non vediamo l’ora arrivi il prossimo 11 ottobre.

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