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I migliori tormentoni estivi degli anni ’70 in Italia

Mentre le strade si riempiono di P38 e la musica si fa più politica che mai, una generazione di artisti aderisce a un'altra ideologia: quella della hit da ombrellone. Dalla Bertè ad Alan Sorrenti, da Tozzi alla Rettore, ecco i re del decennio

Passato il Sessantotto, l’Italia torna a mettere in musica la sua passione per il cazzeggio. Se nel decennio precedente l’industria musicale aveva iniziato a intuire le potenzialità “virali” dei singoli estivi. Si struttura meglio la competizione Un disco per l’estate, nata nel 1964, come corrispettivo caliente di Sanremo. Si impone una nuova generazione di artisti con il talento per la hit, incuranti della politicizzazione che fuori dai juke box investe ogni aspetto della società. Nascono, soprattutto sul finire del decennio, canzoni indimenticabili, che accompagnano ancora oggi le nostre estate e le vostre feste Erasmus.

“Gloria” di Umberto Tozzi

“Un pezzo dal testo inconsistente, ma che possiede una pulsione rock sorprendente”. Queste le parole che un paio d’anni fa El Pais ha dedicato all’unica canzone italiana presente nella sua lista dei 9 tormentoni estivi di cui l’umanità non deve vergognarsi. Detto dai maestri del genere vale doppio, ed è l’ennesimo tributo per una delle hit pop italiane più famose del pianeta.

Best lyrics: “Manchi ad una mano/Che lavora piano”

“Splendido splendente” di Donatella Rettore

Un tormentone che non ha mai smesso di tormentarci. Il presunto inno alla chirurgia estetica rappresenta una svolta per la carriera di Donatella, che dal palco di Sanremo si trasferisce in una dimensione più pop, anche grazie a un arrangiamento moderno (e alla batteria di Tullio De Piscopo). L’anno dopo tocca a Kobra, che la conferma regina della freshness musicale italiana. Se solo ci fossero già state le Summer Card, ora probabilmente la Rettore sarebbe tra le dieci donne più ricche del mondo.

Best lyrics: “Io mi amo finalmente /Ho una pelle trasparente/Come un uovo di serpente”

“Finché la barca va” di Orietta Berti

And the winner is… Renato dei Profeti, con Lady Barbara. Dal casinò municipale di Saint Vincent Corrado e Gabriella Farinon leggono il nome del vincitore di Un disco per l’estate del 1970 e la folla mormora. Non tanto per il secondo posto di Peppino Gagliardi con la sua Settembre – reo di non aver capito l’importanza della stagionalità dei prodotti -, quanto per il gradino più basso del podio, assegnato alla signora Berti. Con la sua eterna aria da contadina appena arrivata in città, mette in fila (o meglio, Flavio Arrigoni e Lorenzo Pilat lo fanno per lei) le parole più semplici, e quindi perfette, per parlare di felicità. Un ritornello eterno, che nemmeno le polemiche sulle ong hanno saputo fiaccare.

Best lyrics: “Mi sembra di vedere mia sorella/Che aveva un fidanzato di Cantù/Voleva averne uno anche in Cina/E il fidanzato adesso non l’ha più”

“E la luna bussò” di Loredana Berté

Immensa Loredana, che potrebbe stare tranquillamente nelle classifiche delle hit estive degli anni ’70 e ’80 e in quelle di 40 anni dopo. Qua merita una menzione per il singolo che anticipa il suo album Bandabertè, E le luna bussò, che, anche se non entra mai in top five nelle vendite, è un successone. Merito dell’immagine travolgente dell’artista e delle sonorità reggae importate dalla Jamaica grazie alla collaborazione di Mario Lavezzi, con cui dà vita a quello che per molti è il primo brano reggae italiano di sempre. Negli ultimi anni, grazie a un altro sodalizio, con i Boomdabash, è tornata in cima alle chart. Facendoci sperare di aver appena sentito l’ultimo brano reggae italiano di sempre.

Best lyrics: “E allora giù fra stracci e amore/Dove è un lusso la fortuna/C’è bisogno della luna”

“Tu sei l’unica donna per me” di Alan Sorrenti

Quattro pezzi di questa lista sono del 1979 (tutti tranne quello di Orietta Berti, ndr). E pensare che, più o meno nello stesso periodo, uscirono anche Ricominciamo di Pappalardo, Balla di Umberto Balsamo, Forse di Pupo, Sole di Celentano e Comprami di Viola Valentino (più Albachiara e L’era del cinghiale bianco ma questo è un altro campionato). Eppure non possiamo omettere questo brano, che tanta simpatia genera ancora oggi durante i karaoke nei matrimoni di provincia. Il pezzo passa 14 settimane consecutive in vetta alle vendite e genera milioni di dediche via radio o letterine. Fino al riconoscimento supremo della cover di Massimo Ceccherini in Fuochi d’artificio.

Best lyrics: “Il tempo passa in fretta/Quando siamo insieme noi”

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