I dischi da ascoltare a novembre 2021 | Rolling Stone Italia
Classifiche e Liste

I dischi da ascoltare a novembre 2021

Damon Albarn che suona le montagne, le jam di Joan Wasser, il blockbuster annunciato di Adele, le bombe degli Idles, il suono rétro dei Silk Sonic: ecco la colonna sonora delle prossime settimane

I dischi da ascoltare a novembre 2021

Damon Albarn

Foto: Linda Brownlee

“Voyage” Abba (5 novembre)

Voyage è il disco che darà agli Abba la “vita eterna” digitale: dopo la pubblicazione si esibiranno in un’arena costruita ad hoc come ologrammi, con le voci di oggi ma l’aspetto di quarant’anni fa (lo abbiamo raccontato qui). Aspettatevi pop nel classico stile degli svedesi, come dimostrano i singoli già usciti: I Still Have Faith in You, Don’t Shut Me Down e la più recente Just a Notion e quel ritornello che si appiccica subito al cervello. 

“KID A MNESIA” Radiohead (5 novembre)

Un’edizione deluxe, completa della solita infornata di versioni alternative, lati B e materiale d’archivio, di due tra i dischi più importanti della storia dei Radiohead. C’è anche un inedito – If You Say the Word, già disponibile in digitale – e un remake in studio di Follow Me Around (è uscito un nuovo video). Il progetto KID A MNESIA non guarda però solo al passato, ma anche al futuro, con una mostra interattiva digitale in arrivo su Playstation 5, Pc e Mac.

“Valentine” Snail Mail (5 novembre)

Dopo l’uscita dell’esordio Lush si parlava di Snail Mail come della nuova ragazza prodigio dell’indie rock. Tre anni dopo, Lindsey Jordan è una musicista diversa, con alle spalle un lungo tour e soprattutto un periodo in rehab. Valentine racconta quelle difficoltà e soprattutto i cambiamenti che ne sono seguiti: a giudicare dai primi tre singoli Valentine, Ben Franklin e Madonna, l’asse del suo suono ora tende più al pop che al rock, con tanto spazio a sintetizzatori e ritmi uptempo.

“Manifesto” Loredana Bertè (5 novembre)

«È una parola molto importante, citata già da Dante e significa esprimere tutte le proprie idee», ha detto Loredana Bertè del titolo del suo nuovo album Manifesto. Il filo conduttore di tutte le nuove canzoni – tra cui una scritta da Zanotti dei Pinguini Nucleari e un’altra da Ligabue, più i featuring di Fedez, J-Ax e Nitro – è la donna, «una figura centrale di tutta la mia storia artistica e di vita. Nel ’74 cantavo Sei bellissima, oggi Dark Lady e Non ho smesso di tacere. C’è una continuità nella mia vita artistica».

“The Solution Is Restless” Joan as a Police Woman, Tony Allen, Dave Okumu (5 novembre)

The Solution Is Restless è uno di quei dischi che forse non potrebbero esistere senza i mesi di lockdown e isolamento. La musica risale al 2019, quando Joan Wasser e Tony Allen – conosciuto grazie a Damon Albarn e al progetto Africa Express – si sono ritrovati a improvvisare in uno studio parigino insieme a Dave Okumu. Poi, «quando il mondo si è fermato», quelle jam sono uscite da un cassetto e sono diventate le fondamenta del nuovo album. C’è già un singolo, Take Me To Your Leader: «È il brano più furioso e provocatorio. L’ho scritto mentre guardavo Jacina Ardern, Primo Ministro della Nuova Zelanda, affrontare il 2020. Nel mio mondo ideale, gli Stati Uniti avrebbero richiesto un incontro con lei per capire come governare al meglio il Paese», ha detto Wasser.

“If Words Were Flowers” Curtis Harding (5 novembre)

Una grande voce soul per un disco ottimista a base di r&b, suoni anni ’70 e un tocco di psych rock e hip hop. È If Words Were Flowers, il nuovo di Curtis Harding dopo quattro anni di silenzio: «Il disco sono io che dono i miei fiori al mondo, a chiunque abbia bisogno di ascoltare quello che dicono queste canzoni». Come succedeva nella musica degli artisti a cui questo album si ispira, i brani di If Words Were Flowers hanno un animo politico: «Nina Simone ha detto che il lavoro di un artista è riflettere i tempi», ha detto Harding. «Se vivi nel presente, sei onesto e vulnerabile, riesci a raggiungere la gente».

“The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows” Damon Albarn (12 novembre)

Damon Albarn è diventato l’uomo che suona le montagne, scrivevamo la scorsa estate nella cover story dedicata al nuovo album del musicista dei Blur, un’opera meditativa e interiore scritta cercando di tradurre in musica il panorama che vede dalla sua casa in Islanda. C’entrano la pandemia, il monte Esja («un gigante addormentato»), la natura che cambia e un sogno che Albarn faceva da ragazzo.

“Imposter” Dave Gahan & Soulsavers (12 novembre)

«Spero che chi lo ascolterà si faccia trasportare in un viaggio», dice Dave Gahan di Imposter, l’album di cover che segna il ritorno della collaborazione con i Soulsavers. Il viaggio, spiega il frontman dei Depeche Mode, ha l’obiettivo di «accompagnare gli ascoltatori tra generi e momenti diversi», ed è stato costruito usando la musica che lo conforta e lo commuove di più. Volete qualche nome? Neil Young, Bob Dylan, PJ Harvey, Mark Lanegan, Cat Power.

“Crawler” Idles (12 novembre)

«Il nostro ultimo disco non è arrivato come doveva. È stato ascoltato a casa ma il nostro obiettivo era costruire una narrazione col pubblico», ha detto Joe Talbot di Ultra Mono, l’album che gli Idles hanno pubblicato a settembre 2020. Ora la band più nota del nuovo post punk britannico prova a rimediare con Crawler, una nuova raccolta di canzoni scritte e registrate durante la pandemia. Il primo singolo, The Beachland Ballroom, è rock malato e disperato, tutto costruito su un ritmo terzinato come un valzer distorto. «È una metafora, parla di sentirsi perduti e di come affrontarlo», ha detto Talbot. «È un brano soul, non avrei potuto scriverlo se la band non fosse a questo livello».

“Nevermind 30th Anniversary” Nirvana (12 novembre)

Cinque dischi e un Blu-Ray, per un totale di 94 tracce audio e video, di cui 70 inediti. È l’enorme edizione deluxe in uscita per festeggiare il trentennale di Nevermind, uno dei dischi più importanti degli anni ’90 (l’abbiamo raccontato con uno speciale che trovate qui). L’album tornerà in versione in alta risoluzione, rimasterizzata a partire dai nastri analogici originali, e conterrà quattro concerti completi: Live in Amsterdam (registrato e filmato il 25 novembre 1991 al club Paradiso); Live in Del Mar (registrato il 28 dicembre 1991 al Pat O’Brien Pavilion al Del Mar Fairgrounds, California); Live in Melbourne (registrato il 1 febbraio 1992 al The Palace di St. Kilda, in Australia); Live in Tokyo (registrato il 19 febbraio 1992 al Nakano Sunplaza, in Giappone).

“Siamo qui” Vasco Rossi (12 novembre)

«Quest’album va in direzione ostinata e contraria, come diceva Faber», ha detto Vasco Rossi di Siamo qui, il suo nuovo disco di inediti. «È diverso da quello che va di moda. È un album di classic rock, quindi in controtendenza, tutte le canzoni sono suonate con strumenti veri» e «con testi brevi in un mondo di canzoni piene di parole». Abbiamo già ascoltato la title track e la presentazione di Vasco, che l’ha raccontato alla stampa qualche settimana fa.

“In Virus Times” Lee Ranaldo (12 novembre)

Non è un disco di canzoni, ma uno strumentale di 22 minuti diviso in sezioni a cui il chitarrista dei Sonic Youth ha cominciato a lavorare nel settembre 2020, costretto dal lockdown a stare chiuso in casa a Manhattan. Non è una passeggiata: Ranaldo parla di musica statica frutto di ansia per il virus e le allora imminenti elezioni presidenziali.

“Things Take Time, Take Time” Courtney Barnett (12 novembre)

Con Tell Me How You Really Feel e Lotta Sea Lice (il disco in collaborazione con Kurt Vile), Courtney Barnett è diventata uno dei nomi più interessanti del nuovo folk-rock. Il nuovo Things Take Time, Take Time, che ha scritto e registrato in due anni, potrebbe confermare definitivamente il suo talento. Il disco si presenta come «il nuovo capitolo nella carriera di una musicista al suo picco, uno sguardo unico nel suo mondo privato e di conseguenza l’album più intimo che abbia mai scritto». Le canzoni, continua il comunicato, parleranno di «amore, rinnovamento, guarigione e scoperta di sé».

“An Evening with Silk Sonic” Silk Sonic (12 novembre)

Ovvero il disco super mega nostalgico di uno dei musicisti pop di maggior successo degli ultimi anni, Bruno “Uptown Funk” Mars, in coppia con uno dei più fighi, Anderson .Paak. Alla ricerca della jam perfetta, ripensando agli anni ’70.

“Algorithm” Snoop Dogg (12 novembre)

Un progetto nato per «rompere l’algoritmo» e celebrare il passato, presente e futuro dell’etichetta Def Jam. «È un disco pieno di talento e stili diversi di musica», ha detto Snoop Dogg. «L’algoritmo ci dice come fare rap e che suono avere, ma non che sentimenti provare. Il mio disco vi darà un sentimento, non un suono». Il primo assaggio è Big Subwoofer, un singolo che tiene insieme rapper come Ice Cube, E-40 e Too Short, che con Snoop compongono il supergruppo Mount Rushmore. 

“Red (Taylor’s Version)” Taylor Swift (12 novembre)

Taylor Swift non molla e dopo Fearless pubblica un’altra ri-registrazione di uno degli album che l’etichetta Big Machine ha venduto, ma non a lei. Questa volta si tratta di Red, uscito originariamente nel 2002, che tornerà in una versione di ben 30 canzoni (di cui una di 10 minuti). La cantante ne parla così: «Dal punto di vista della musica e dei testi, Red è il disco di una persona col cuore spezzato. È un mosaico di sentimenti che in qualche modo si uniscono insieme: ero felice, libera, confusa, sola, devastata, euforica, folle e torturata dal passato».

“Music for Psychedelic Therapy” Jon Hopkins (12 novembre)

Un disco che è «un luogo quanto è un suono», senza neanche un beat o una percussione, scritto dopo un viaggio del 2018 a Tayos Caves, in Ecuador. È Music for Psychedelic Therapy, l’album che Jon Hopkins ha scritto con l’obiettivo di «portare la mente in una nuova dimensione, attraverso una cerimonia psichedelica». Musicalmente ci saranno elementi di ambient, classica e drone, «ma il disco non è nessuna di queste tre cose».

“30” Adele (19 novembre)

30 è un disco che parla di rinascita e cambiamento, che racconta cosa è successo alla vita di Adele dopo il divorzio da Simon Konecki e soprattutto di come l’ha spiegato al figlio Angelo. È anche il disco «del divorzio da me stessa», la fotografia di una musicista «alla ricerca della felicità». Abbiamo già ascoltato Easy on Me (una ballata pianistica con la solita grande performance vocale) e sappiamo che nel disco ci sarà «un momento alla Édith Piaf». Non aspettatevi però un’altra Hello: «Non volevo che in quest’album la mia storia fosse abbinata a un sound di quel tipo».

“Raise the Roof” Robert Plant & Alison Kraus (19 novembre)

In un mondo di nostalgici – del tempo che è stato, del tempo che si è perso, persino del tempo che non si è vissuto – Robert Plant si rifiuta di rimettere in piedi i Led Zeppelin e rinsalda invece il duo con Alison Krauss, musicista di bluesgrass-country di prima categoria, in un disco per lo più di cover. Tutto pur di non fare come quelle band «tristi e decrepite» che suonano gli stessi pezzi per anni, decenni.

“Deciphering the Message” Makaya McCraven (19 novembre)

Makaya McCraven è un batterista, produttore e beatmaker di Chicago, uno dei musicisti più interessanti del jazz contemporaneo, che contamina con hip hop, elettronica e suoni di ogni tipo. «Rappresenta il futuro», ha detto di lui il critico Ashley Kahn, ma ora si confronta col passato di Blue Note con un disco in cui analizza e reinterpreta – anche in maniera radicale, a giudicare dal primo estratto Frank’s Tune – i classici del repertorio dell’etichetta. Insieme a lui una grande band con gente come Joel Ross, Jeff Parker e Marquis Hill. «Cerco sempre di fare musica che si connetta alla gente, che riesca a trasportarla altrove», ha detto McCraven. «Spero anche che li convinca a esplorare la musica a cui mi sono ispirato. Quello che scriviamo adesso è parte della stessa storia, voglio onorare la tradizione e allo stesso tempo pubblicare qualcosa con cui il pubblico possa lasciarsi andare».

“Discover” Zucchero (19 novembre)

È il primo album di cover di Zucchero, che per l’occasione si è fatto aiutare da Bono, Elisa e Mahmood e persino da Fabrizio De André, protagonista di un duetto virtuale col musicista. In scaletta c’è tanta musica internazionale, dai Genesis ai Coldplay, da Chris Isaak a Roger Waters, e ovviamente diversi brani di autori italiani, tra cui Fabio Concato ed Ennio Morricone.

“The Bridge” Sting (19 novembre)

Scritto «in un anno di pandemia, di perdita personale, di disruption, di lockdown e d’incredibile fermento sociale e politico», parla di «creare ponti per colmare le distanze». Per ora si è sentita If It’s Love, spudoratamente melodica, rétro, fischiettabile.

“Knebworth 1996” Oasis (19 novembre)

«Per me è stato il Woodstock degli anni ’90. Le uniche cose che contavano erano la musica e le persone. Non ricordo molto di quel concerto, ma non lo dimenticherò mai», ha detto Liam Gallagher degli show degli Oasis a Knebworth, nel 1996, che sono diventati un documentario (che vi abbiamo raccontato qui) e anche un live album.

“At My Piano” Brian Wilson (19 novembre)

I successi di una vita, come solista e con i Beach Boys, rifatti al pianoforte. «In soggiorno avevamo un pianoforte verticale che ho cominciato a suonare ogni giorno dai 12 anni d’età in poi. Mai preso una lezione, sono autodidatta. Impossibile spiegare l’influenza di quello strumento sulla mia vita. Il piano e la musica che creo con esso mi hanno salvato la vita». L’antipasto è God Only Knows.

“124” Donato Dozzy (19 novembre)

Un EP per i trent’anni dell’etichetta berlinese Tresor. Che cosa c’entri la 124 in copertina con questi quattro pezzi lo scopriremo il 19 novembre. Intanto ci sono il minimalismo ritmico e le tessiture di Messy Kafka World.

“Gizmodrome Live” Copeland King Cosma & Belew (19 novembre)

È il disco dal vivo del supergruppo nato a Milano e composto da Stewart Copeland (Police), Mark King (Level 42), Adrian Belew (King Crimson) e Vittorio Cosma (di tutto, di più). Don’t Box Me In, che era nella colonna sonora di Copeland di Rusty il selvaggio, è cantata da Manuel Agnelli.

“Disumano” Fedez (19 novembre)

«Sento odore di quereline», ha detto Fedez su Instagram poco prima di annunciare il suo nuovo album Disumano, in arrivo a fine mese. Nel disco ci saranno i singoli usciti nell’ultimo anno (la sanremese Chiamami per nome con Francesca Michielin, la mega hit Mille e il rap di Bimbi per strada) e molti inediti, tra cui una collaborazione con Speranza e una con Crookers, Myss Keta e Dargen D’Amico. In copertina c’è un’opera di Francesco Vezzoli ed è uscito anche un video – per Morire morire – dove il rapper viene aggredito da fan, politici ed estremisti di vario tipo. Potete vederlo qui.

“Brilliant Adventure (1992-2001)” David Bowie (26 novembre)

È il box set in cui vengono sistematizzati quasi tutti gli anni ’90 di Bowie, con Black Tie White Noise (1993), The Buddha of Suburbia (1993), Outside (1995), Earthling (1997) e Hours (1999) rimasterizzati, le rarità di Re:Call 5, un live alla BBC del 2000. C’è anche Toy, l’album in cui Bowie reinterpreta le sue vecchie canzoni. Doveva uscire nel 2001, fu cancellato per dissapori con l’etichetta discografica. Qui trovate la sua storia.

“Turning to Crime” Deep Purple (26 novembre)

Quelli che non mollano mai tornano con due novità: per la prima volta la band inglese pubblica un album composto solo da cover di pezzi già interpretati da altri e per la prima volta i musicisti non incidono un disco stando assieme nello stesso studio. Come suona? Giudicate voi da 7 and 7 Is, cover dei Love di Arthur Lee.