I dischi da ascoltare a giugno 2023 | Rolling Stone Italia
All The Music That Fits

I dischi da ascoltare a giugno 2023

Il ritorno alla classicità di Noel Gallagher, le staffilate dei Queens of the Stone Age, i cantici di Tedua, i segreti di Venerus, i Kraftwerk al Cairo immaginati da Jonny Greenwood, il debutto solista di Grain Chatten dei Fontaines D.C. e gli altri album che usciranno nelle prossime settimane

I dischi da ascoltare a giugno 2023

Queens of the Stone Age

Foto: Andreas Neumann

But Here We Are

Foo Fighters

2 giugno

«Senza Taylor sappiamo che saremo diversi». È anche attraverso il punto di vista di Dave Grohl che ascolteremo But Here We Are, il nuovo disco dei Foos, il primo dopo la scomparsa di Hawkins (e della madre del cantante). Anticipato da quattro singoli, Rescued, Under You, Show Me How e la lunga The Teacher, un live streaming delle prove e l’atteso annuncio del nuovo batterista Josh Freese, But Here We Are segnerà un momento importante nella carriera della band, che dal vivo funziona ancora, eccome.

Council Skies

Noel Gallagher’s High Flying Birds

2 giugno

Noel Gallagher ha dedicato il suo quarto disco solista a Manchester. Un amore viscerale, lo stesso provato per il Manchester City, una delle due squadre di calcio della città. Chi non ha apprezzato i flirt con l’elettronica potrebbe amare l’album che segna un ritorno a songwriting e arrangiamenti diciamo così classici. «Sto tornando alle origini», ha detto Noel. «Sognare ad occhi aperti, alzare gli occhi al cielo e chiedermi cosa potrebbe essere la vita… questo vale per me oggi come nei primi anni ’90. Quando stavo crescendo in condizioni di povertà e disoccupazione, la musica mi ha salvato… un po’ come Top of the Pops in tv ha svoltato il giovedì sera, ti immergevi in un mondo fantastico. È quello che penso dovrebbe fare la musica. Voglio che la mia musica elevi e aiuti in qualche modo».

Shadow Kingdom

Bob Dylan

2 giugno

Non è il nuovo album di inediti di Bob Dylan, ma la colonna sonora dello show che tenne in streaming, cosa per lui del tutto straordinaria, nel luglio 2021 e reso disponibile all’epoca per sole 48 ore. Anzi, più precisamente sono le canzoni che registrò in studio con un feeling live, risalenti soprattutto agli anni ’60, per poi usarle in quello streaming ambientato in un club francese inesistente, coi musicisti che non suonavano dal vivo. Chi c’è allora in queste versioni? Sono coinvolti T Bone Burnett e Don Was come si dice? I misteri di Dylan. Watching the River Flow è il primo estratto.

Folkocracy

Rufus Wainwright

2 giugno

C’è posto per la musica di Rufus Wainwright nel pop del 2023? Ce lo dirà questo album in cui il cantautore rivisita le sue radici e quelle della sua famiglia immersa da sempre nel folk (i genitori sono Loudon Wainwright III e Kate McGarrigle). «In passato mi sono tenuto lontano dal folk prediligendo opera e pop. Ma sono figlio di una vera e propria folkocrazia che si è mescolata abbondantemente con altre folkocrazie tipo i Seeger e i Thompson. Avvicinandomi a passo spedito ai 50 anni d’età, ho deciso di tornare là dove tutto è iniziato». Tra gli ospiti, Brandi Carlile, David Byrne, Anohni, Sheryl Crow. Qui c’è Harvest con Andrew Bird & Chris Stills e qui Heading for Home con John Legend.

Formal Growth in the Desert

Protomartyr

2 giugno

Il nuovo album della band post punk di Detroit, dice il cantante Joe Casey, usa il «deserto come metafora o simbolo di deserti emotivi, di un luogo o di un tempo apparentemente privo di vita». Il chitarrista Greg Ahee è partito da queste storie per farne una sorta di film sonoro: «Ho iniziato a scrivere a casa con un piano e una tastiera per poi a suonare accompagnando dei cortometraggi, capendo come gli stati d’animo possono cambiare ed essere influenzati mentre si suona».

Hana

Sophie Ellis-Bextor

2 giugno

Da giovane, poco più che ventenne, è stata la regina (omicida) del dancefloor. Durante il Covid ha inventato dei concertini casalinghi coi bambini che correvano su e giù. Ora, a quasi 45 anni, arriva con il suo settimo album, Hana, ispirato da un viaggio in Giappone. Il video del secondo estratto dall’album, dopo Breaking the Circle, è stato però girato a Roma. Forse perché tutto il mondo è paese.

Wide Open Light

Ben Harper

2 giugno

Secondo disco in dodici mesi per Ben Harper che torna con un racconto intimo e acustico che «manda al diavolo la musica pop, le radio e la discografia». Harper ne ha parlato così: «Dentro c’è la mia vita, tutto ciò che sono».

Orpheus Descending

John Mellencamp

2 giugno

“Ehi Dio, se sei ancora lì, potresti scendere per favore? Non ce la facciamo più”. Viene descritto come uno dei suoi lavori più personali, ma se Orpheus Descending sarà come i primi due estratti Hey God e The Eyes of Portland, rispettivamente sulla cultura delle armi e sulla crisi dei senzatetto, sarà un disco molto politico per il cantautore che un tempo era uno dei simboli del rock americano.

Further Out Than the Edge

Speakers Corner Quartet

2 giugno

Sono un supergruppo, un quartetto di turnisti che hanno lavorato singolarmente con Herbie Hancock, Joey Badass, MF Doom e molti altri. Nascono come house band di una serata hip hop e spoken word a Brixton nel 2006. Ora, dopo quasi vent’anni di carriera, sono considerati l’epicentro della nuova scena di South London. Non a caso tutti vogliono lavorare con loro; il disco vedrà collaborazioni con Sampha, Tirzah, Kae Tempest, Mica Levi e molti altri.

Tomorrow Never Comes

Rancid

2 giugno

Sedici canzoni per meno di mezz’ora di musica: è il primo album della band di Tim Armstrong da sei anni a questa parte. Gli antipasti: Tomorrow Never Comes, Don’t Make Me Do It e la più recente Devil in Disguise, dagli accenti Celtic punk.

La Divina Commedia

Tedua

2 giugno

È uno dei dischi rap/trap più attesi degli ultimi anni considerando che se ne parlava da già prima della pandemia. Nel 2020 è uscito Vita vera mixtape: aspettando la Divina Commedia, ma ci sono voluti altri tre anni per concludere l’opera. Ora si fa sul serio con un primo videoclip che entra nel concept dantesco e una track list che svela collaborazioni con Sfera Ebbasta, Marracash, Lazza, Salmo, Guè, Geolier, Rkomi e Bresh, Baby Gang, Kid Yugi, Bnkr44 e Federica Abbate. Il doppio artwork ideato da David LaChapelle (uno per l’Inferno e uno per il Purgatorio) e l’ultimo pezzo in scaletta, Outro Purgatorio, fanno pensare all’uscita prima o poi di un capitolo o anche solo di una riedizione dedicata al Paradiso.

Brava gente

Nerone & Ensi

2 giugno

Metti assieme due pesi massimi del freestyle (Ensi fu vincitore di MTV Spit nel 2012, Nerone nel 2014) e quello che ti aspetti sarà un disco di punchline croccantissime. Una prima pillola dei loro scambi old school l’abbiamo potuta gustare con il brano King Kong vs Godzilla (prodotto da Salmo), ma i due si sono sentiti recentemente anche in Shaq & LeBron, traccia d’apertura del nuovo disco di DJ Shocca Sacrosanto.

Migrazione

Carl Brave

9 giugno

«19 pezzi, 19 viaggi». Con questo claim Carl Brave ha presentato il suo nuovo lavoro anticipato dal singolo Lieto fine, presentato per la prima volta al concertone del Primo Maggio. Nonostante si parli di migrazioni e viaggi, il disco è stato annunciato come «fortemente romanocentrico», «un piano sequenza sulla sua vita, con Roma sullo sfondo a fargli da scenografia».

Il segreto

Venerus

9 giugno

Per sapere quale sarà il segreto del nuovo disco di Venerus bisognerà attendere il 9 giugno, ma degli indizi ci sono già stati dati. È stato proprio l’artista di Milano a spiegarlo: «La condizione umana che più crea una sospensione è quella del segreto. Il segreto come promessa, il segreto come ricetta, il segreto come origine di una meraviglia. In un mondo che va verso l’intelligenza artificiale, questo album è il manifesto di una musica umana».

Disco X

Daniele Silvestri

9 giugno

«Quando ho iniziato a raccogliere in una cartella i provini di quelle che sarebbero potute diventare le canzoni del nuovo disco, dovevo dare un nome alla cartella. È lì che ho scritto per la prima volta Disco X. Non pensavo che sarebbe poi stato quello il titolo dell’album. Era solo il nome di una cartella, appunto. Una roba mia. Ma mi piaceva leggerlo. Mi piaceva il fatto che oltre a indicare che quello sarebbe stato il mio decimo disco di inediti, mi faceva pensare anche a un disco “non meglio specificato”, “qualsiasi” o anche a un disco in qualche modo misterioso. 
Quando poi è arrivato il momento di dare un nome a quell’album ho scoperto che quel titolo in effetti c’era già, e forse c’era sempre stato».

Paranoïa, Angels, True Love

Christine and the Queens

9 giugno

Paranoïa, Angels, True Love è un disco ambizioso, un viaggio di 20 tracce che attraversano il lutto, prodotto da Mike Dean (storico collaboratore di Kanye West) e ispirato alla pièce teatrale Angels in America di Tony Kushner. In tre brani sarà presente Madonna, non nel ruolo di cantante ma in quello di attrice, una sorta di figura di raccordo che accompagna Christine and the Queens attraverso il disco.

The Age of Pleasure

Janelle Monáe

9 giugno

Influenzata dalle feste pazzesche che organizza nella sua factory californiana (Wondaland West), con il suo nuovo album Janelle inaugura una nuova fase di liberazione personale e forse anche collettiva. Era un’afrofuturista, ma in The Age of Pleasure è diventata una turista del presente. Non guardate il video di Lipstick Lover al lavoro.

Space Heavy

King Krule

9 giugno

Archy Ivan Marshall non ha ancora compiuto 29 anni ed è già al suo quinto disco in dieci anni di carriera. Scritto tra il 2020 e il 2022 tra Londra e Liverpool, Space Heavy è composto da 15 tracce ed è stato anticipato da due brani, Seaforth e If Only It Was Warmth.

O Monolith

Squid

9 giugno

Sapete quando i gruppi dicono che hanno cominciato a lavorare a un disco subito dopo un tour per catturare l’energia live? Gli Squid hanno iniziato a lavorare su O Monolith ancor prima, mentre portavano in giro Bright Green Field. «Senza quella tournée non avremmo avuto nessuno di questi brani. La gente era così impaziente di vedere musica dal vivo che abbiamo pensato di poter suonare qualsiasi cosa, anche se incompiuta. In una forma o nell’altra abbiamo suonato circa l’80% di O Monolith, per lo più senza testo».

Time Ain’t Accidental

Jess Williamson

9 giugno

Questo potrebbe essere uno dei dischi di “nuovo” cantautorato americano da ascoltare nelle prossime settimane, specie se amate il lato alternative pop dello stile. È presentato come una versione minimalista di Linda Ronstadt o come delle Chicks in versione indie. Qui c’è la title track.

Jarak Qaribak

Dudu Tassa & Jonny Greenwood

9 giugno

Questa volta il chitarrista dei Radiohead (e mille altre cose) fa coppia col cantante israeliano Dudu Tassa in un album (il titolo significa più o meno “Il tuo vicino è tuo amico”) che prende qualcosa da varie musiche del Medio Oriente. Per dirla con Greenwood, con Jarak Qaribak i due hanno «cercato d’immaginare che cosa avrebbero suonato i Kraftwerk se negli anni ’70 fossero stati al Cairo».

In Times New Roman…

Queens of the Stone Age

16 giugno

“Il mondo finirà nel giro di un mese o due”, canta Josh Homme. Anche di fronte all’apocalisse, lui e la sua band vanno avanti imperturbabili a fare rock dagli staccati brutali e dalle movenze meccaniche, pezzi rilevanti non melodicamente, ma per la costruzione che somiglia a quella di un meccanismo a orologeria. È anche il disco del ritorno alla musica di Homme dopo vari casini e polemiche. Si sono già sentite Emotion Sickness, accompagnato da un lyric video di Liam Lynch, e Carnavoyeur.

King of a Land

Yusuf/Cat Stevens

16 giugno

«Suggerirei di rinchiudere i leader politici che creano problemi nello zoo di Londra, invece che nella Torre», ha detto Yusuf/Cat Stevens a proposito del singolo All Nights, All Days, uscito pochi giorni prima dell’incoronazione di Carlo e accompagnato da un manifesto per essere un buon re. Registrato in un lungo lasso di tempo, a partire dal 2011, anche nel garage di casa, l’album è annunciato come un lavoro nel più classico e fiabesco stile di Cat Stevens. «Guardando al percorso frastagliato della mia musica, iniziato negli anni ’60, direi che questo nuovo disco è un mosaico, una descrizione molto chiara di dove sono stato e di chi sono».

PetroDragonic Apocalypse

King Gizzard & The Lizard Wizard

16 giugno

Stare dietro alle uscite dei King Gizzard & The Lizard Wizard è diventato un lavoro a tempo pieno. Anche leggere e interpretare i titoli dei loro dischi lo è diventato: quello completo di questo è PetroDragonic Apocalypse; or, Dawn of Eternal Night: An Annihilation of Planet Earth and the Beginning of Merciless Damnation. Per ora s’è sentita Gila Monster e s’è vista la copertina che loro descrivono in modo volutamente scarno come «un dipinto vivido e fiero d’un mostro simile a una lucertola con un paesaggio industriale apocalittico sullo sfondo».

Habitat

Nayt

16 giugno

Per ora non si sa granché del nuovo album del rapper. Ci sono la copertina e una dichiarazione: «È un invito alla ricerca, un dialogo tra l’uomo e lo spazio. La scoperta complessa, non lineare e mai totale del sé. Un viaggio mosso da poche domande che mette al centro di tutto: io chi sono? C’è un posto per me in questo universo? Oltre ai ruoli, le regole, chi c’è sotto la maschera?».

Myuthafoo

Caterina Barbieri

16 giugno

È passato solo un anno dal suo ultimo disco, Spirit Exit, ma la compositrice italiana è pronta a tornare con un nuovo lavoro composto nello stesso periodo di Ecstatic Computation, l’album del 2019 che l’ha consacrata a livello internazionale. E a sentire il primo estratto, Swirls of You, è facile trovare certe somiglianze.

Sospeso

Omar Pedrini

16 giugno

«Faccio parte e ho rappresentato la generazione X, la prima generazione sfigata», dice Omar Pedrini a proposito dello spirito del disco. «Noi si protestava duramente nelle piazze, ma vedendo le generazioni di oggi sono basito dall’indifferenza o peggio dall’intolleranza di molti nei confronti delle proteste, per altro pacifiche dei ragazzi dell’Ultima generazione. Non capire e non assecondare le loro più che fondate paure e l’insicurezza in cui sono “sospesi” potrebbe portare in futuro a scontri generazionali peggiori e sicuramente più violenti. Se non stiamo tutti quanti attenti e non rinunceremo ad alcuni privilegi sarà un Diluvio universale».

Feed the Beast

Kim Petras

23 giugno

Dopo gli esordi al fianco di Sophie, due mixtape prodotti da Dr. Luke e il gigantesco successo di Unholy al fianco di Sam Smith (che le è valso un Grammy rendendola la prima persona transgender nella storia a vincerne uno), la popstar tedesca è pronta al suo primo disco solista. Anticipato da Alone, singolo con Nicki Minaj costruito attorno al sample di Better Off Alone, la hit anni ’90 degli Alice DeeJay, Feed the Beast potrebbe essere il disco della consacrazione.

Melodies on Hiatus

Albert Hammond Jr.

23 giugno

«La migliore raccolta di canzoni che abbia mai fatto», dice l’autore (ma dai?!). Esce sostanzialmente in due parti, ma «non vuole essere un doppio, ma la decostruzione di una band», ha detto il chitarrista degli Strokes, affiancato nel disco da Simon Wilcox per i testi. Dei 19 pezzi del disco, ne sono usciti nove.

On Pain

Lloyd Cole

23 giugno

«Mi entusiasma cercare nuovi metodi, nuove prospettive, nuovi suoni. Magari il concetto di album è alla frutta dal punto di vista commerciale, ma per quasi trent’anni la mia carriera è stata caratterizzata da album ed eccomi qua con la voglia di farne un altro, eccomi qua ancora con la voglia d’essere ascoltato. Non vedo l’ora di salire sul palco con Neil e Blair in ottobre. Non abbiamo intenzione di produrre uno spettacolo rétro». Neil e Blair sono Neil Clark e Blair Cowan, membri del gruppo anni ’80 di Cole, i Commotions (se non conoscete il debutto del 1984 Rattlesnakes, andate subito ad ascoltarlo).

Chaos for the Fly

Grian Chatten

30 giugno

Anticipato da The Score e Fairlies, è il debutto solista del cantante dei Fontaines D.C. «Stavo camminando di notte lungo Stoney Beach e l’album mi è arrivato dalle onde», ha detto Chatten. «Sono rimasto lì a guardarle e l’ho sentito. Ogni parte, dalle progressioni degli accordi agli arrangiamenti degli archi. Ho pensato: voglio farlo da solo. So dove andremmo a finire come band e non è lì che voglio andare con questo disco. Volevo esprimere un paio di aspetti eccessivi della mia anima. Tutti gli altri della band sono creativi e autori di canzoni. Non volevo andare da loro e dire: “No, ogni singola cosa deve essere così”. Non volevo scendere a compromessi con queste canzoni».

Dead Club City

Nothing But Thieves

30 giugno

Anticipato da Welcome to the DCC e Overcome, che sono anche i primi due pezzi in scaletta, è presentato come un concept album che gira attorno a temi come desiderio di fuga e di cambiamento, Internet, industria musicale, vecchiaia, politica, alienazione, privilegio.

Stories from a Rock N Roll Heart

Lucinda Williams

30 giugno

Un tornado, il Covid, un ictus. Ne ha di nuove storie da raccontare con la sua inconfondibile voce, Lucinda Williams. Nel nuovo album ci sono anche due pezzi con Bruce Springsteen e Patti Scialfa, ma compaiono anche Margo Price, Tommy Stinson, Buddy Miller, Angel Olsen e altri. Quasi una celebrazione per una delle grandi rocker americane.