I dischi da ascoltare a febbraio 2024 | Rolling Stone Italia
All The Music That Fits

I dischi da ascoltare a febbraio 2024

Il nuovo degli Idles, la next big thing Last Dinner Party, il funk totale di Brittany Howard, il primo della coppia Kanye West & Ty Dolla Sign (forse), il live d’epoca dei CCCP, il lavoro post Sanremo di Mahmood e gli altri album che sentiremo nelle prossime settimane

I dischi da ascoltare a febbraio 2024

Idles

Foto: Tom Ham

Prelude to Ecstasy

The Last Dinner Party

2 febbraio

Le next big thing che fa entusiasmare gli inglesi. Sono cinque musiciste che ricordano Florence and The Machine per la spudoratezza con la quale esprimono le emozioni e la miscela di momenti dark e melodrammi pop. Due esempi del loro stile: Nothing Matters e On Your Side.

What Do We Do Now

J Mascis

2 febbraio

Nel nuovo album solista in chiave folk-rock del leader dei Dinosaur Jr le parti ritmiche sono acustiche, con in più batteria e chitarra elettrica. J Mascis dice che da solo si pone meno limiti che con la band e che a 58 anni si diverte ancora un mondo a fare un gran casino. Da vedere il video di Can’t Believe We’re Here con l’omaggio di alcuni fan eccellenti.

Peacemaker

Vera Sola

2 febbraio

Ok, il nome in italiano non è granché promettente, ma il suo album lo è, eccome. Lei è la figlia di Dan Aykroyd, fa un cantautorato dark che nel nuovo album, che arriva sei anni dopo Shades, diventa più sofisicato ed elegante grazie anche agli arrangiamenti orchestrali. Da ascoltare Bad Idea.

Phasor

Helado Negro

2 febbraio

Nono album in studio per il musicista americano di origine ecuadoriana, anticipato da tre singoli, I Just Want to Wake Up with You, Best for You and Me e LFO (Lupe Finds Oliveros), quest’ultimo in lingua spagnola.

Ciao America

Dargen D’Amico

2 febbraio

A Sanremo con Onda alta, Dargen D’Amico pubblica l’album prima ancora del Festival, un po’ come aveva fatto Elodie nel 2020. Viene presentato come «uno spaccato di questi giorni, una fotografia del mondo attuale, fatto di poche certezze, molti dubbi e contraddizioni dolorose» in cui temi di attualità sono affrontati con la consueta ironia.

What Now

Brittany Howard

9 febbraio

Arrivata al secondo album solista dopo Jamie del 2019, la cantante degli Alabama Shakes, band da tempo in pausa, sembra in grado di fare musica black senza porsi alcun limite, strizzando l’occhio al rhythm & blues tradizionale, al rock, al funk di Prince, alla sperimentazione, alla psichedelia.

Weird Faith

Madi Diaz

9 febbraio

Cantautrice americana tra folk e pop, va in tour con Harry Styles, duetta con l’amica Kacey Musgraves, ha un modo tutto suo di raccontare le cose della vita e delle relazioni. «L’album parla di essere coraggiosa e provarci di uovo, dopo essere stata scottata dall’amore». Qui la nostra intervista.

All Life Long

Kali Malone

9 febbraio

Una collezione di pezzi composti tra il 2020 e il 2023 scritti per organo, cori e un quintetto di ottoni per una delle giovani compositrici (Kali ha 30 anni) più in voga del momento.

Don’t Take It Personal

Dizzee Rascal

9 febbraio

C’è stato un momento in cui Dizzee Rascal era la next sensation della musica urban inglese con una prospettiva di carriera che poteva, in modo differente, occupare quel posto che poi si è preso Tyler, The Creation. Ottavo disco, a 21 anni da quell’esordio infuocato di Boy in da Corner, che dai brani che lo anticipano suona come un assalto a mano armata al dancefloor più scuro d’Inghilterra.

Vultures Volume 1

Kanye West & Ty Dolla Sign

9 febbraio

C’è un 99% di possibilità che il disco venga nuovamente (siamo alla terza? quarta? quinta?) rimandato. Nel caso vincesse l’1%, state pronti.

Coming Home

Usher

9 febbraio

Il febbraio di Usher sarà intenso: non solo un nuovo album, ma – soprattutto – l’esibizione più importante della sua carriera, quella all’intervallo del Super Bowl. Manterrà le aspettative?

Nei letti degli altri

Mahmood

16 febbraio

Il terzo album di Mahmood (dopo Gioventù bruciata del 2019 e Ghettolimpo del 2021) arriverà dopo la terza partecipazione sanremese con il brano Tuta gold. A dare un primo antipasto, o meglio, un primo sorso ci ha pensato Cocktail d’amore pubblicato a inizio novembre.

Tangk

Idles

16 febbraio

Prodotto da Nigel Godrich (Radiohead), è uno dei dischi rock più attesi di questa prima parte dell’anno. «Avevo bisogno di amore e così l’ho creato», ha detto il cantante Joe Talbot. «Ho dato amore al mondo e sembra una magia. Sono tutte canzoni d’amore. Tutto è amore». Tradotto in suoni: sono uscite Gift Horse, Dancer e Grace.

Asterisms

Sean Lennon

16 febbraio

Un album dal vivo in cui Lennon è accompagnato da Michael Leonhart (tromba), Julian Lage (chitarra), Joao Nogueira (tastiere), Yuka C. Honda (elettronica), Devin Hoff (bassa), Ches Smith (batteria). La musica è presentata come un mix di rock, jazz ed elettronica trippy e pieno di immaginazione.

Should I Stay or Should I Go?

Nouvelle Vague

16 febbraio

Li avevamo dati per dispersi. Rieccoli invece con un altro disco di cover nato dopo che Marc Collin ha inciso con la cantante Alonya una versione di Should I Stay or Should I Go? dei Clash. Dei 13 pezzi per ora si sono sentiti Shout (Tears for Fears) e Only You (Yazoo). In concerto il 18 aprile all’Hiroshima Mon Amour di Torino.

The Circus and the Nightwhale

Steve Hackett

16 febbraio

L’ex chitarrista dei Genesis non sta mai fermo. Il suo nuovo album è un concept dagli echi autobiografici su un personaggio chiamato Travla. «Narra cose che volevo dire da molto tempo», ha detto Hackett. Il primo singolo è Wherever You Are dove «l’armonia a tre parti della chitarra alla fine di The Musical Box dei Genesis è qui rivisitata con spirito e gioia».

This Is Me… Now

Jennifer Lopez

16 febbraio

Quando è uscito This Is Me… Then, il terzo disco della carriera di J-Lo, era il 2002. Nel giorno del suo ventesimo anniversario, l’artista americana ha annunciato una sua sorta di sequel, This Is Me… Now che però per oltre un anno e mezzo è rimasto più che altro un annuncio. Ora il tempo sta per finire e potremmo scoprire chi è Jennifer Lopez oggi.

Grip

Serpentwithfeet

16 febbraio

Dopo aver aperto concerti per Björk e Rosalía, collaborato con la stessa Björk e Kanye West, Moby, Brockhampton, Virgil Abloh e pubblicato due album, Soil e Deacon, Serpentwithfeet torna sulle scene con Grip di cui scrive: «È tutta una questione di toccarsi, sono stato formato da molte mani dure».

Easy

Le Sserafim

19 febbraio

Non è mai facile capire se di un progetto K-pop uscirà un album, un EP, un mini album in chissà quanti formati. Le Sserafim, il quintetto sudcoreano che avevamo segnalato come papabile next big thing del genere nel 2023, torna a pubblicare dopo gli ottimi risultati dell’album d’esordio Unforgiven. Le Blackpink devono preoccuparsi? (Quella sopra non è la copertina definitiva del disco).

Still

Erika De Casier

21 febbraio

Essential, il suo esordio del 2019, era stato un delicato primo passo nel suo mondo fatto di 2step e R&B. Sensational, del 2021, aveva invece messo ancora più a fuoco le ambientazioni sonore e le capacità di songwriting dell’artista inglese. Still potrebbe essere la conferma definitiva, un’altra perla della nuova ondata inglese. Per i curiosi: la sua Space è il campione portante di Diamond Cut degli Overmono.

The Anchorite

Geotic

21 febbraio

Il producer californiano è forse uno dei compositori più vari e prolifici della sua generazione. Tre album a nome Baths, tre come Post-Foetus, tre colonne sonore (una firmata Baths, una Will Wiesenfeld, suo nome all’anagrafe, e una a nome Geotic). E circa 13 album in 15 anni a nome Geotic. Con questo nome uscirà The Anchorite, un ennesimo tassello di ambient emotiva per calmare le nostre giornate.

Testament

Fire!

22 febbraio

Il nuovo album del gruppo avant jazz di Mats Gustaffson è prodotto da Steve Albini e registrato dal vivo su nastro analogico. È già uscita Running Bison. Breathing Entity. Sleeping Reality.

I’ve Never Been Here Before

Erick The Architect

23 febbraio

Il rapper e producer di New York arriva al suo primo album solista dopo due dischi da top 10 in America con il suo progetto Flatbush Zombies. L’album è stato anticipato da tre singoli tra cui Ezekiel’s Wheel con la leggende del funk George Clinton.

Loss of Life

MGMT

23 febbraio

Cinque album in 17 anni. Gli MGMT non sono quella che potrebbe essere definita una band prolifica. Loss of Life pare sia «nato senza grandi problemi ma dopo una lunga gestazione» che conclude sei anni di silenzio. L’unico featuring in scaletta dell’album è con Christine and the Queens, ma alla produzione appaiono anche Oneohtrix Point Never e Danger Mouse. Qui la nostra intervista.

The Past Is Still Alive

Hurray for the Riff Raff

23 febbraio

Tempo, ricordi, amore e morte sono i temi chiave del nuovo album di Alynda Segarra, eroina underground del folk alternativo americano. I primi estratti: Alibi, sulla dipendenza, Colossus of Roads, scritta dopo la strage di Colorado Springs, e Snake Plant (The Past Is Still Alive), sui ricordi di infanzia che Segarra ha descritto come la sua versione di I Was Young When I Left Home di Bob Dylan.

Rooting for Love

Laetitia Sadier

23 febbraio

È il primo album solista della cantante degli Stereolab dal 2017 (l’anno scorso è uscito What Will You Grow Now con i Modern Cosmology). «Laetitia lancia un appello alle civiltà traumatizzate della Terra», si legge in un comunicato stampa, «siamo invitati ad evolverci finalmente oltre i nostri innumerevoli millenni di sofferenza e alienazione. Le sue canzoni mettono in scena le complessità e le armonie di questa direttiva». Le prime sono Une autre attente, Panser l’inaccettable e New Moon.

Altro che nuovo nuovo

CCCP

23 febbraio

Non è un nuovo album dei CCCP, ma la registrazione ritrovata e rimasterizzata del primo concerto della band a Reggio Emilia, il 3 giugno 1983, pubblicata sull’onda della reunion e della mostra di Reggio Emilia. «Un primo passaggio in uno studio specializzato conferma la diagnosi: il nastro è da buttare. Pazienza. Siamo arrivati tardi. Ci viene consigliato un secondo studio, più che altro per scaramanzia e – impossibile, quasi romanzesco – il concerto ne esce intatto, fresco, potente. Tutti i grandi classici di quell’epoca e – ancora più sorprendente – addirittura brani inediti e perduti. Sorprendente anche ritrovare il volantino che annunciava il concerto, ora divenuto copertina dell’album. Sorprendente infine riesumare l’articolo uscito allora su un quotidiano locale. Il titolo della recensione è perfetto: “Concerto Punk. Unica rivolta è la cresta”. Altro che nuovo nuovo».