Debí tirar más fotos
Bad Bunny
5 gennaio 2025È il disco che segna il ritorno di Bad Bunny iln una forma artistica straordinaria. Prende le sonorità della tradizione portoricana come la plena e il jíbaro, le intreccia con salsa, house e urban e dà vita a un’opera profondamente radicata nella sua identità culturale. Un disco che guarda al passato per reinventare il presente. Ed è quasi come se Benito fosse seduto su una di quelle sedie da giardino di plastica bianca che si vedono in copertina, a bere rum e godersi il panorama. Insomma, un vero e proprio instant classic.
Perverts
Ethel Cain
8 gennaio 2025La figlia del diacono nota per le canzoni su traumi e religione ha spiazzato tutti pubblicando 90 minuti di bordoni, rumori, pezzi lenti e sinistri, un monumento sonoro mistico-erotico che ha rafforzato il culto attorno al suo personaggio. Qualche canzone c’è, sì, ma sembra eseguita al rallentatore. Non è una parte della saga di Preacher’s Daughter, che verrà arricchita l’8 agosto dal prequel Willoughby Tucker, I’ll Always Love You, ma un disco di ambient, drone music e slowcore che sembra girare attorno al tema della colpa derivante dal piacere.
Who Let the Dogs Out
Lambrini Girls
10 gennaio 2025Vengono da Brighton, sono un duo (la cantante e chitarrista Phoebe Lunny e la bassista Lilly Macieira), si sono imposte tra le emergenti punk-rock dell’anno. Sboccate e incazzate, scrivono di maschi tossici, razzismo, molestie sul lavoro, neurodivergenze, romanticizzazione della classe lavoratrice, il tutto bagnato da un bel po’ di alcol. «Vogliamo dar voce alla diversità che questa società non contempla», ci hanno raccontato. Riot grrls per un’epoca di pop girls.
Eusexua
FKA Twigs
24 gennaio 2025Nel suo primo album in sei anni l’inglese reinterpreta rave e techno in chiave avant pop. Il risultato ci riporta a Ray of Light, il memorabile periodo elettronico di Madonna. Se la regina del pop si era affidata al produttore William Orbit, Eusexa è principalmente prodotto dalla stessa FKA con il producer sperimentale Koreless, e mescola la tradizione del clubbing inglese a elementi più contemporanei. Dentro ci sono l’elettronica, l’IDM, l’hyperpop, il trip hop, con accenni di house e techno a richiamare le emozioni di quello che Simon Reynolds definirebbe hardcore continuum. Eusexua è dance pop trasmesso da una stazione radio pirata. Se Eusexua fosse un feeling, come ha spiegato l’artista, sarebbe l’amaro in bocca alle 4 del mattino sul dancefloor.
Choke Enough
Oklou
7 febbraio 2025L’hyperpop, se ha ancora senso usare questa etichetta, si è perso da un po’ di tempo. Dai suoi residui, però, una fenice risorta è al suono di Choke Enough, il terzo album in studio della francese Oklou. Prodotto principalmente dalla musicista con Casey MQ e con l’aiuto di alcuni nomi che l’hyperpop lo avevano inventato (come A. G. Cook e Danny L Harle), Choke Enough è un’elegante fusione di intimità, suoni dal futuro e vibrazioni Y2K. Chitarre delicate, sintetizzatori filtrati, arpeggi digitali: 13 dolci filastrocche accelerazioniste per non soffocare nella mediocrità.
Mayhem
Lady Gaga
7 marzo 2025Dopo il disastro Joker 2 Gaga è tornata con un disco in cui ci fa dimenticare tutto per riportarci sul suo pianeta: in Mayhem omaggia i suoi idoli ma soprattutto sé stessa, senza paura di dover sempre stupire. Un disco dannatamente pop, ricco, chiassoso, che sarà bellissimo ascoltare dal vivo (certo, a trovare i biglietti). Perché le grandi fanno così.
The Overview
Steven Wilson
14 marzo 2025Il più clamorosamente e spudoratamente retromaniaco disco della prima parte dell’anno. Ogni tanto Steven Wilson torna al progressivo classico e qui l’ha fatto nel più clamoroso dei modi, con un album che va contro questo tempo composto da due suite di una ventina di minuti ciascuna, non proprio Spotify friendly. È ispirato al cosiddetto effetto panoramico sperimentato dagli astronauti che vedono la Terra dallo spazio e percepiscono da un lato un senso di connessione col tutto e dall’altro la fragilità e la piccolezza del pianeta e dei suoi abitanti. «Un viaggio che inizia sulla Terra e finisce dall’altra parte dell’universo», ci ha raccontato Wilson.
Glory
Perfume Genius
28 marzo 2025È strano pensare che Perfume Genius abbia già più di 40 anni, così come è strano pensare che ancora oggi, nel 2025, escano ancora dei dischi figli della pandemia. Il tema centrale di Glory però non riguarda la pandemia in sé, ma una serie di sensazioni – ansia, alienazione, paranoia – che quel breve momento storico ha scritto probabilmente in modo indelebile sulla nostra pelle. Il tutto in una chiave folk che non parla la lingua della solitudine, come spesso Perfume Genius ci aveva abituato, ma quella di una band formata per l’occasione dal cantautore statunitense. Come sempre elegante, come sempre struggente.
Cancionera
Natalia Lafourcade
24 aprile 2025Cancionera «mi è arrivata la mattina prima dei miei 40 anni», ha raccontato Natalia Lafourcade a proposito del brano che dà il titolo alla sua nuova opera. L’album, come il precedente De todas las flores, è prodotto da Adán Jodorowsky, figlio del regista Alejandro, che ha così parlato del lavoro in studio tra i due: «Cerco l’imperfezione. Per questo lavoro abbiamo avuto 18 musicisti che suonavano assieme a Natalia come fosse un live. Non ci sono trucchi». Un album viscerale e cinematografico, dove ogni traccia vibra di tradizione e libertà creativa, suono caldo e imperfetto. Tra cumbia, bolero e jazz, un lavoro elegante e malinconico che avvolge lentamente e non chiede mai di stupire.
Tell Tales
Mark Pritchard & Thom Yorke
9 maggio 2025«Se hai della musica, mandamela, perché sono bloccato qui, non posso uscire», ha scritto Thom Yorke a Mark Pritchard durante la pandemia. Costruito a distanza in un lungo arco temporale, scambiandosi file senza incontrarsi, Tell Tales è tutto produzione e zero scrittura. Le canzoni sembrano rompicapi da risolvere, le scelte sonore sono spesso assurde e brillanti, l’elettronica diventa prog-tronica in un album di suoni alieni, con la voce del cantante dei Radiohead che, filtrata ed effettata, diventa un lamento lontano e inquietante. Ascoltando The Men Who Dance in Stag’s Heads lo si immagina frontman di una versione post umana dei Velvet Underground.
Golliwog
Billy Woods
9 maggio 2025Il primo album solista di Billy Woods dal 2019 è un’opera horrorcore visionaria che fonde jazz, noise, ambient e sample cinematografici per esplorare le molteplici forme della paura. Nonostante in questi 18 brani siano coinvolti ben 15 producer (tra cui nomi importanti della scena come The Alchemist, El-P e Kenny Segal), l’album suona estremamente coeso e solido, anche grazie alla straordinaria tecnica al microfono di Billy. In Golliwog siamo dentro un horror di Jordan Peele, in un viaggio in auto nel silenzio dell’America di True Detective. Un concept album riuscito.
Crooked Wing
These New Puritans
23 maggio 2025Guardare al percorso intrapreso dai These New Puritans dai claustrofobici singoli d’esordio come Elvis al quasi neo-classico di quest’ultimo Crooked Wing è un magnifico punto d’osservazione su come la musica abbia ancora la capacità di rifuggire le semplici vie del mainstream per svilupparsi nelle proprie infinite potenzialità. In Crooked Wing ritorna la sacralità senza dio, la bellezza cupa di una composizione che si allarga nello spazio con eleganza e rispetto. Tra pianoforti, campane, organi, glockenspiel, il suono dei These New Puritans è un ponte verso un qualcosa che ancora non possiamo vedere, percepire, toccare. Ascoltate la collaborazione con Caroline Polachek in Industrial Love Song per capirne la grandiosità.
Something Beautiful
Miley Cyrus
30 maggio 2025Se dovessimo dirvi com’è questo disco di Miley Cyrus rispetto ai lavori precedenti, che sì avevano un’identità chiara, anche estetica, diremmo che è più complesso. Ci sono le grandi melodie (Golden Burning Sun forse la nostra preferita), ci sono i riferimenti agli anni ’70 e ’80, c’è il soft rock e ci sono le ballad strappalacrime. La title track potremmo definirla nu soul, per dire, prima di quello special che la squarcia in due. Ci sono tracce corali. Un po’ come se tutte le Miley di prima si fossero incontrate in studio per tirare un punto. Un album che è uno slow burner, uno di quei dischi che vanno ascoltati qualche volta e dove al primo ascolto ti lasciano la voglia di ascoltarli ancora. Miley è cresciuta.
Never Enough
Turnstile
6 giugno 2025L’hardcore per il 2025, ovvero per un’epoca che s’è messa alle spalle ogni forma di purismo e settarismo e non si fa problemi a mescolare il punk-rock col pop e a costruire dischi privi di gerarchie stilistiche con dentro una forza non distruttiva, ma costruttiva, un suono pulito, fra bordate elettriche e pezzi epici, chitarre e sintetizzatori, tutto assieme per ottenere poi il massimo effetto in concerti caotici e partecipati. E insomma Never Enough è il disco col quale i Turnstile stanno trasformando l’hardcore in una cosa pop. Uno dei fenomeni dell’anno.
Lotus
Little Simz
6 giugno 2025Forse dovremmo dare molta più attenzione all’hip hop made in UK. Il monopolio americano (per quanto in crisi) continua troppo spesso a tarpare le ali ad artisti britannici che meriterebbero, senza dubbio, palcoscenici più importanti. Tra questi, Little Simz è forse la più sottovalutata di tutti. Forse perché è così brava, e rappare le viene così facile, che sembra quasi scontato che possa piazzare dischi così forti con questa consistenza (siamo a quattro album eccellenti in cinque anni). Dentro ci troviamo l’hip hop, il jazz, l’afro, e tantissime rime da seguire con la pagina di Genius aperta davanti per coglierne ogni sfumatura.
Addison
Addison Rae
6 giugno 2025Ascoltare l’album di debutto di Addison Rae, tiktoker diventata popstar, è come entrare allo Chateau Marmont in una calda giornata estiva. Ci sono piscine turchesi scintillanti, un sacco di sigarette, diamanti e tutto è immerso nel sole dorato di Los Angeles. Al centro di tutto questo glamour, Rae in tacchi a spillo. Addison è una ragazza della porta accanto sicura di sé, sfacciata, e che si libera del suo passato “virale” iniziando questo nuovo capitolo con la sua capacità di creare un’atmosfera unica. Nostalgici del pop anni 2000 e di Britney, questo disco fa per voi.
I Quit
Haim
20 giugno 2025Da alcuni anni ormai le Haim stanno rendendo non solo sopportabile, ma persino figo il soft rock che una volta disprezzavamo. Stevie Nicks ha detto addirittura che tutte e tre avrebbero potuto far parte tranquillamente dei Fleetwood Mac. Un complimentone per le sorelle che musicano in modo rétro ma non retromaniaco testi sull’indipendenza emotiva. La loro voglia di libertà totale si traduce in canzoni sexy a metà strada tra il soft rock anni ’70 e il vecchio rhythm & blues, con bei tocchi d’Americana forse mai così evidenti nel loro repertorio. Quindici canzoni sono pure, ma le si perdona tutto.
Hopefully !
Loyle Carner
20 giugno 2025Dicevamo che il rap made in UK meriterebbe più spazio. Ecco, se da un lato c’è il flow impeccabile di Little Simz, la controparte maschile potrebbe essere giocata da Loyle Carner. Il quarto disco del rapper di Londra è una boccata d’aria fresca per il genere. Dentro ci troviamo conscious rap intimista, il sound dell’hardcore continuum inglese e tante, tantissime chitarre che ci accordano con la nostra pace interiore. Sopra Carner mostra una nuova maturità, anche data dalla sua seconda paternità, come già si evince nella copertina ma che poi pervade l’album e in particolare i brani più riusciti come Feel at Home e About Time. Un disco suonato bene, rappato ancora meglio, ispirato al saggio Una nuova storia (non cinica) dell’umanità di Rutger Bregman (come ci ha raccontato).
Tracks II: The Lost Albums
Bruce Springsteen
27 giugno 2025Non è un disco inciso di recente, ma è comunque inedito, ecco perché è in questa lista. Anzi, sono sette dischi inediti che Springsteen ha recuperato dagli archivi. Alcuni erano fatti e finiti all’epoca, uno contiene demo che fanno da anello di congiunzione tra Nebraska e Born in the U.S.A., un altro è una semplice raccolta di canzoni sparse. Sono 83 brani, quasi cinque ore e mezzo di musica. E insomma, mentre noi lo pensavamo inattivo e appagato, Springsteen montava e smontava musica, scriveva e incideva dischi che poi non pubblicava. Tracks II contiene i passati possibili del musicista, le strade che ha scelto di non imboccare, e dimostra che se hai personalità e talento te la cavi bene anche in territori musicali a te alieni, nel suo caso la canzone da crooner, il mariachi, il country-rock, i loop elettronici.
Virgin
Lorde
27 giugno 2025Per certi versi, l’album vede il ritorno di Lorde al mondo del synth pop che aveva esplorato in Melodrama, ma la produzione di Virgin è molto più scarna rispetto a quella del suo secondo lavoro. Qui non ci sono feste (né per divertirsi, né per fuggire), ma solo il registro basso caratteristico di Lorde che lancia bombe di verità, una dopo l’altra. Quando Lorde non scrive di argomenti difficili come le dinamiche familiari o la sua immagine, si rivela in altri modi, offrendo canzoni elementari e carnali sull’amore e il desiderio. Il disco più intimo e di classe della sua discografia.
