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Gli inediti di X Factor 2021, dal peggiore al migliore

L’esperimento che indigna il web: abbiamo fatto ascoltare i pezzi dei concorrenti del talent, quelli di 'X Factor Mixtape Vol. 2', a chi il giovedì sera non guarda Sky e nemmeno Now. Ecco l'effetto che fanno

Foto Sky

Gli inediti di X Factor: un rituale satanico che mette in soggezione la nazione. Anche per l’edizione 2021 Rollinstòn ha interpellato un tipo che NON guarda la trasmissione (scegliete voi il motivo: per snobismo, per ostilità, perché c’è l’Europa League) affinché azzardasse un succinto giudizio sui tantissimi pezzi proposti dai concorrenti, senza farsi influenzare:
1) dal loro #percorso,
2) dalla #credibilità del #progetto,
3) da facce e #faccine.

Chi scrive, dei concorrenti non sa veramente un fico secco (che deliziosa espressione un po’ anni ’50, no? Ricordiamoci di usarla spesso fra trent’anni). Ma in fondo, a che servirebbe? Con tutta probabilità se state leggendo queste righe, sapete già quel che c’è da sapere. E ricordate: se leggete cose spiacevoli sui vostri giovani idoli, non prendetevela: in fondo non possiamo fargli più male degli autori del programma con tutto il loro #storytelling, dei loro discografici, dei loro #producers col #toccodiMida.

E ora, senz’altro indugio, eccoli: in ordine crescente di gradimento, dai pezzi che forse potevano essere un po’ meglio a quelli che dai, però, insomma, non c’è male.

12 gIANMARIA “I suicidi”

Ci sono molti campi estivi destinati ai ragazzi che frequentano le scuole medie e sognano di diventare infelici poeti urbani, che in genere portano questo tipo di pezzo come saggio di fine corso. Sembra più un monologo teatrale che una canzone ma in guerra e in tv, quando si deve colpire la gente tutto è lecito: dal solito sangue sui marciapiediii alla scelta stilistica italgiovane di meccere molce “c” dapperciuccio. Comunque Spotify lo ha messo come principio e principino della playlist, quindi che gli frega se in questo stupido articolo si dice che gli altri undici sono migliori.

Momento chiave: La frase “Cosa ti ha portato a fare una scelta così poco rispettabile e così egoista” salva qualcosa. Ma non abbastanza.

Punto debole: quando ripete “Per non fargli fare la stessa vita… Sì, la stessa vita, hehh, hhuh”, pare che abbia finito le rime nel tempo record di 30 secondi.

11 Vale LP “Chéri”

C’è un filo sottilissimo tra la canzone di giovane strazio sconsolato e il LOL. Questa canzone salta quel filo, e lo salta con l’asta. E volendo essere precisi, il grande salto avviene nel momento in cui sentenzia (due volte) che “La vita è una pucciànah”, punto di vista espresso da svariate generazioni di cantautori lamentosi – da Marco Masini a Biagio Antonacci a Ultimo. Veda lei se le piace la compagnia. In effetti è gente che due soldi li ha messi via. Certo, a che prezzo.

Momento chiave: a Vale piace fumare marijuana, e lo fa per restare chilly. Al solo scriverlo viene un brivido. O forse c’è una finestra aperta e qui il clima si è fatto un po’ chilly.

Punto debole: “Ho bisogno di un weekend due volte a settimana”. Dove siamo, su una t-shirt? Alle terme? Su una pagina Facebook buongiornissima?

10 Nika Paris “Tranquille (Mon coeur)”

Gosh, come dicevano nei fumetti. Ma veramente? Sei sicura? Siete sicuri voi che state lavorando con questa fanciulla? Sembra la pubblicità di un deodorante che ti dà sicurezza per ventiquattr’ore. È un’idea di pop francese così rétro che lascerebbe confondu et interdit i francesi medesimi. Poi, se fosse un cavallo, un euro ce lo metteremmo. Perché non capita, ma se capita, qualora con questo pezzo dovesse imprevedibilmente sbancare in finale, ce ne tornerebbero indietro diecimila.

Momento chiave: la stamburellata alla fine.

Punto debole: quando per muovere il pezzo, schiocca le dita. Tanto valeva osare il tutto per tutto con un modernissimo assolo di bongo.

9 Baltimora “Altro”

Un incrocio tra Ultimo e Anastasio – e se ne sentiva veramente il bisogno. Ultimasio/Baltimora ha una caratteristica interessante: sembra alla disperata ricerca di qualcosa da dire, e non ci riesce – però a onor del vero, così sotto pressione sfodera alcune frasi-petardo che hanno lo scopo di fare il botto nel quartiere: a) “Copio come a scuola, saprò nihilo”; b) “Avessi i soldi di tasca li svuoterei di senso”; c) “Sopra lo studio che scalda un moodboard di suono”; d) “Mi chiudo nella stessa cartaccia che non butto e tengo in tasca”. Chi ha passato una vita tentando di rendersi interessante non può non provare una certa empatia.

Momento chiave: quando grida disperato per come sta venendo fuori la sua canzone.

Punto debole: quando non grida più perché inizia a piacergli.

8 Bengala Fire “Valencia”

Ah, pare di capire che questo è quel famoso “rock” di cui parlano tanto i giornali. Forse non tutti se ne sono accorti ma è proprio così, suonano proprio quella tanto discussa musica “rock”. Nel testo ricorre anche più volte, la parola “rock”, quindi ci sbilanciamo: daremo a questo gruppo la definizione “rock”, perché ci sembra che nella loro musica abbiano voluto fare del “rock”, anche ispirandosi a famosi complessi “rock”. È stata detta la parola “rock”, vero?

Momento chiave: lo strano momento di gelo quando il cantante proclama: “It wuz only rock’n’roll”. Come se gli strumenti stessi per una frazione di secondo si fossero fermati, per chiedere alla band: “Ma siete sicuri, ragazzi?”.

Punto debole: una apparente rinuncia all’immaginazione. Con le back-up voices per esempio avrebbero potuto fare – e ottenere – molto di più.

7 Versailles “Truman Show”

Auto-Tune più Nirvana, che bella idea, che momento di mirabile sintesi di due cliché strautilizzati, per ottenere – mmh, boh. Una nuova miniera d’oro per la musica italiana? Un inconcludente rap scazzato con le chitarracce cattive? Potenzialmente entrambi a seconda del personaggio? Potenzialmente niente?

Momento chiave: quando si abbiocca a metà canzone.

Punto debole: la parte iniziale del testo. E anche quella finale. E anche quella centrale.

6 Mutonia “Rebel”

Un pezzo rock con una sua solidità, via. Tanta attitudine, eccetera. Ok, sentite, arriviamo subito a…

Punto debole: non giriamoci troppo attorno, con un pezzo come questo una band si espone al sospetto di volersi candidare a Måneskin del 2021. Nessuno qui sta dicendo che sia un atto volontario, nessuno sta dicendo NIENTE, e questo peraltro è in linea con il testo di Rebel che non dice granché. Ma siccome una rock band nel 2021 non può permettersi di essere distratta, diamo per scontato che i Mutonia siano i primi a sapere che stanno correndo il rischio di essere etichettati, e come minimo ci aspettiamo che alla prima opportunità la riescano a schivare, rilanciando.

Momento chiave: il riffone hard. Con un riff così, siamo portati a fidarci. Essendo molto tonti.

5 Le Endrigo “Cose più grandi di te”

Qui c’è qualcosa, lo si intravvede sotto al polverone alzato dal rullante picchiato con impeto, e sotto una apparente inclinazione a stupire i borghesi. Però con tanti colpi a effetto in soli due minuti la canzone finisce per impazzire come la maionese.

Momento chiave: il proclama “I ragazzi faranno i ragazzi, una mandria di teste di cazzo”, seguito dal corettone da stadio – ripetuto quattro volte in due minuti e nove secondi. Che determinazione.

Punto debole: Blink. Sì, Blink. Magari non proprio 182, ma forse 183, 184… 185? Staccate il numerino.

4 Fellow “Fire”

Scommetteremmo una cifra decente che ogni volta che questo giovane apre bocca, nel giro di 30 secondi qualcuno si affretta a usare l’aggettivo “intenso”. È difficile muovere critiche formali a un pezzo del genere, se non che sembra una versione maschile di Adele, ovvero: quanto c’è di vero e quanto c’è di formula? Se siete delle persone sensibili sicuramente questo pezzo vi è arrivato, emozionandovi profondamente perché avete un’anima. Chi scrive questi giudizi invece è una persona orribile e misera – ma è un problema tutto suo.

Momento chiave: quando la metrica si cappotta completamente nel crescendo alla Anohni/Antony and The Johnsons.

Punto debole: il testo che sembra scritto in italiano e poi copincollato in Google Translate.

3 Westfalia “Goblin”

Eh, che swag da primi della classe. Forse persino troppo. Ed ecco che per punizione, non li mettiamo come primi.

Momento chiave: l’apertura del pezzo, le prime mosse, con il progressivo ingresso di tutti gli strumenti (voce inclusa), come un invito a uscire, a fare un giro in qualche posto dove non si va spesso.

Punto debole: i fiati fanno figo, piaceranno a tutti quelli che trovano che i fiati facciano figo, ma finiscono per cannibalizzare altri elementi del brano che finiscono ingiustamente in secondo piano.

2 Karakaz “Useless”

Chi scrive (per quel che vale) non può nascondere di essere personalmente favorevole, ma è chiaro che nel contesto pop di X Factor un pezzo come questo ha il solo, onesto obiettivo di portare a una band come questa altri tipi di possibilità. Sarebbe abbastanza sorprendente se un brano industrial come questo piacesse a un pubblico consistente, ma alla fine, chi doveva sentire i Karakaz li ha sentiti e il raccolto verrà dopo e altrove.

Momento chiave: ovviamente il grido “I’m useless”, che in realtà andrebbe applicato al 95% della musica italiana che piace a un pubblico consistente.

Punto debole: efficace ma monocorde. Qualcuno potrebbe dire che è una delle sue armi. Ma il mondo è pieno di gente che con le proprie armi si spara in un piede.

1 Erio “Amore vero”

Così al buio è difficile dire se è un tipo da prendere sul serio, ma la sensazione è che se lo prendi sul serio, finisci sotto. Un pop indifeso, con un suo coraggio, senza scudo di protezione. Poi magari là fuori finisce infilzato (ricordate: la vita è una pucciànah). Però chiunque sia e da qualunque posto o scena o progetto provenga il sig. Erio, sembra uno che sa cosa sta facendo.

Momento chiave: i falsetti alla Mango.

Punto debole: il finale meritava strofe migliori, queste sembrano un po’ dei tweet da teenager inconsolabile. Beninteso, se garbi a un milione di teenager inconsolabili vai al n. 1. E noi del resto nel nostro piccolo, al n. 1 in questa classifichina ce lo abbiamo messo, essendo inconsolabili da anni.

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