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Eurovision Song Contest 2022, le pagelle della prima semifinale

I Daft Pokémon, “toca tocalo”, il pop riciclato, i doppi sensi, Taylor Swimšić, i pazzi che cantano “hey ho, let’s go, folklore e rock’n’roll”: ecco come ci sono sembrate le prime 17 canzoni dell’ESC

Foto via Eurovision

Ronela Hajati “Sekret” (Albania)

Un riassuntone degli ultimi anni di pop con un testo hot (“Baby feel my body toca tocalo I like it”), musica un po’ latina e un po’ orientaleggiante, parecchio entusiasmo. Lei ci dà dentro, ma oggettivamente la canzone non c’è.

Citi Zēni “Eat Your Salad” (Lettonia)

La versione sovreccitata e da villaggio vacanze di Bruno Mars. Il messaggio green e sempliciotto (“Mangiate l’insalata, salvate il pianeta”) a un certo punto lascia spazio a qualche doppio senso su hot dog e salsicce.

Monika Liu “Sentimentai” (Lituania)

Dalla Lituania, ma per qualche inspiegabile motivo in quota vecchia Francia. Tutto caruccio, ma il pezzo non va da nessuna parte (anzi, da qualche parte va: in finale).

Marius Bear “Boys Do Cry” (Svizzera)

“A volte gli aerei cadono e i ragazzi piangono”, canta Marius Bear in una ballata Frankenstein che ricorda tante cose, da What a Wonderful World in giù, senza però averne la forza.

LPS “Disko” (Slovenia)

Un funkettino da oratorio a cui mancano il carattere, la carne, il sesso. Del resto LPS sta per Last Pizza Slice: cosa ci aspettavamo?

Kalush Orchestra “Stefania” (Ucraina)

Il pezzo funziona anche se non è memorabile, ma sono fra i migliori della serata grazie a un mix stilistico improbabile, quasi da piccoli Gorillaz. “Troverò sempre la via verso casa anche se le strade sono distrutte”: prenderanno voti anche per questo.

Intelligent Music Project “Intention” (Bulgaria)

La quota rock di quest’anno. Peccato che sia rock vecchio, stereotipato, sentito mille volte. E loro sono totalmente privi dell’autoironia che potrebbe salvarli. Si era detto Eurovision Song Contest 2022, non Europe 1988.

S10 “De Diepte” (Paesi Bassi)

Insapore, un po’ scialbetta, da colonna sonora di un vecchio telefilm. Eppure col suo “u-uuuh a-aaah” finisce per farsi ricordare.

Zdob şi Zdub & Advahov Brothers “Trenulețul” (Moldavia)

Inizia come i Beastie Boys, diventa un pezzo da festa di paese, cita i Ramones nel testo. È talmente scema, improbabile e carica d’entusiasmo che si fa apprezzare. “Hey ho, let’s go! Folklore and rock’n’roll”.

Maro “Saudade, saudade” (Portogallo)

C’è chi sale sul palco dell’ESC e sceglie la strada della barocconata e chi cerca di metterci un po’ di sentimento. Maro ci prova con un pezzo delicato, quasi impalpabile, con armonizzazioni vocali ben fatte. In fondo Salvador Sobral ce l’ha fatta, no? Intanto è in finale.

Mia Dimšić “Guilty Pleasure” (Croazia)

Il “guilty pelasure” del testo non è l’Eurovision, che da qualche anno non provoca alcun senso di colpa in chi lo guarda, ma un amante. Peccato che la canzone sembri la versione cheap di un pezzo di Taylor Swift. Taylor Swimšić.

Reddi “The Show” (Danimarca)

Sulla carta è girl power dalla Danimarca che dimostra che le donne possono fare di tutto. Bene. Nella realtà, sono Mammeskin che impressionano gli altri genitori alla festa di fine anno della scuola dei figli. Simpatiche, però.

Lum!x feat. Pia Maria “Halo” (Austria)

Di Halo ce n’è una e non è questa tamarrata EDM da aquagym sovraeccitato, per di più cantata malino.

Systur “Með Hækkandi Sól” (Islanda)

Se esiste una Paris, Texas, magari c’è pure una Reykjavík, Texas. Forse troppo delicata per gli standard dell’Eurovision, eppure le Systur accedono alla finale.

Amanda Georgiadi Tenfjord “Die Together” (Grecia)

Si capisce perché passa in finale. La Lorde greca (per via dell’aspetto) canta bene e tiene il palco, ma in Die Together è tutto già sentito.

Subwoolfer “Give That Wolf a Banana” (Norvegia)

“Prima che il lupo mangi nonna, date al lupo una banana”, cantano i Daft Pokémon norvegesi. È tutto ammiccante: le maschere, il pezzo, le coreografie. Ma se hai finito le scuole elementari l’effetto sorpresa scema dopo 30 secondi.

Rosa Linn “Snap” (Armenia)

Lei sa cantare, ma il pezzo è un folk-pop senza grande carattere. Resterà una delle poche performance con un’idea della serata e difatti passa alla finale.

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