Do you speak prog? 10 tentativi di internazionalizzare il progressive italiano | Rolling Stone Italia
Rock col jet lag

Do you speak prog? 10 tentativi di internazionalizzare il progressive italiano

Il sogno di conquistare Inghilterra e America cantando in lingua inglese in una selezione di dischi pubblicati tra il ’73 e il ’76 da PFM, Banco, Battiato, Orme, Latte e Miele, Maxophone, Rovescio della Medaglia

Do you speak prog? 10 tentativi di internazionalizzare il progressive italiano

La PFM al Rainbow tra i manifesti dei concerti a Londra, agosto 1975

Foto: David Attie/Getty Images

Tutto cominciò nel 1973, quando Greg Lake si recò ad ascoltare la PFM dal vivo rimanendo incredulo davanti alle capacità tecniche e alla passione che i cinque ragazzi milanesi mettevano sul palco. Caso volle che in quel periodo gli ELP stessero progettando la nascita della loro personale etichetta discografica, la Manticore Records (dal nome della bestia mitologica presente in Tarkus). Ascoltando Di Cioccio & co. darci dentro con i loro strumenti a Lake venne l’idea di provare a esportare il loro prog mediterraneo e farlo scoprire ai popoli anglosassoni, con il tramite dell’etichetta e la sponsorizzazione della sua band. La PFM incise versioni in lingua inglese dei loro album del periodo, si imbarcò in numerosi tour in terra inglese e americana e divenne la rock band più celebrata di tutto il rock italiano in quelle zone del pianeta, almeno fino all’avvento dei Måneskin.

Il fatto clamoroso non poté non spingere altri artisti della scena a tentare il colpaccio, ecco quindi in breve il fiorire di versioni in inglese, alcune normalmente pubblicate, altre rimaste nei cassetti per decenni fino a una successiva riscoperta. La cosa interessante è andarle a riascoltare per capire quali differenze ci fossero rispetto alle edizione italiane. A volte infatti non erano solo i cantati a differire bensì diverse scelte musicali e/o di mix per venire incontro al pubblico estero che poteva essere più propenso a gradire certi suoni piuttosto che altri e per solleticare gli acquirenti nostrani ad accaparrarsi anche quelle versioni.

Alla fine fu solo la PFM a ottenere un certo riscontro, gli altri dovettero accontentarsi di scarse vendite e brevi sortite concertistiche che non portarono alcun positivo sviluppo. Il successo della PFM poteva spiegarsi con il loro proporre un rock d’impatto insieme ad atmosfere mutate dal folk nostrano, amalgama che solleticava gli americani, i quali non avevano certo bisogno che qualcuno venisse dall’Italia per insegnare loro cosa fosse il rock, ma che trovavano interesse nel momento in cui si inserivano elementi particolari, esotici per loro. Se poi sul palco una band suonava con la furia della quale PFM era capace ecco che il gioco era fatto.

Queste sono le ragioni di un successo che il gruppo, sopratutto per stanchezza, a un certo punto smise di inseguire, non prima di averci provato in tutti i modi, compresa l’incisione di album direttamente in inglese. Le altre band evidentemente non possedevano numeri tanto peculiari da colpire, peccato soprattutto per un act come il Banco, i cui inserti canori influenzati dalla lirica avrebbero potuto solleticare maggiormente di quanto poi successe, o di un Battiato che, sul versante elettronico, all’epoca non aveva nulla da invidiare a stelle nascenti come i Kraftwerk.

Ecco quindi una lista di 10 tentativi di “internazionalizzare” il prog italiano, in ordine di pubblicazione e con il dettaglio delle differenze rispetto alle versioni originarie.

Photos of Ghosts

Premiata Forneria Marconi

1973

Greg Lake fa le cose in grande, non si accontenta di testi italiani tradotti alla bell’e meglio, ma arriva a coinvolgere Peter Sinfield, il poeta dei King Crimson, affinché scriva nel suo stile visionario e immaginifico. Photos of Ghosts funziona alla grande nel suo proporsi come versione internazionale di Per un amico, con una diversa copertina, un miglioramento del suono a livello di mix e la presenza di due inediti: una versione nuova di zecca di È festa, reintitolata Celebration, e la strumentale Old Rain, con le sue inedite atmosfere jazz-crepuscolari.

Papillon

Latte e Miele

1973

Le assonanze con la musica degli ELP in Papillon si fanno particolarmente pesanti. Con il precedente Passio secundum Mattheum e col successivo Aquile e scoiattoli i Latte e Miele avevano proposto e proporranno strade più personali, ma è proprio l’aggancio al sound del famoso trio inglese a fare propendere la band per una versione inglese che in nulla si differenzia se non per i testi. Peccato che l’album alla fine non venga pubblicato, si dovrà attendere il 1992 affinché veda la luce su etichetta Mellow Records, unicamente in CD.

Felona & Sorona

Le Orme

1974

A seguito di un mini tour inglese, durante il quale hanno occasione di esibirsi anche al Marquee, Le Orme decidono di fare il grande passo: la storia dei due pianeti viene tradotta nientepopodimeno che da Peter Hammill e pubblicata dalla gloriosa Charisma Records. Aldo Tagliapietra si destreggia bene con la lingua inglese e la base musicale rimane invariata, così come la copertina. Leggenda vuole che durante la registrazione delle voci venga coinvolto David Jackson dei Van Der Graaf Generator per inserire diverse parti di sax e flauto che poi non vengono utilizzate per paura che il sound del trio veneto possa risultare snaturato.

Foetus

Franco Battiato

1974

A seguito dei buoni uffici da parte di un discografico italiano che collabora con la Island Records, Franco Battiato viene coinvolto affinché realizzi una versione inglese del suo primo album Fetus. Il musicista vola a Londra e registra nuove parti vocali sfoggiando una pronuncia agghiacciante e testi tradotti letteralmente, a volte con esiti grotteschi. A causa di ciò il progetto naufraga e non viene pubblicato, ci penserà molto più tardi, nel 1999, la Vinyl Magic a renderlo disponibile. Musicalmente però Foetus offre spunti di interesse, con un brano strumentale completamente inedito e diverse variazioni nel mixaggio.

The World Became the World

Premiata Forneria Marconi

1974

Dopo il riscontro positivo di Photos of Ghosts alla PFM viene naturale incidere l’album successivo in doppia versione. Ecco quindi L’Isola di Niente trasformarsi in The World Became the World, con copertina virata in azzurro, ulteriori visioni di Peter Sinfield e l’aggiunta del brano che titola l’album, che altro non è se non Impressioni di settembre in una nuova registrazione che ne esalta l’epicità. Seguiranno altri tre dischi concepiti direttamente in inglese: il funambolico live Cook (pubblicato in Italia come Live in USA), Chocolate Kings e Jet Lag. Poi per la PFM sarà tempo di rientrare, Fabrizio De André li aspetta.

Banco

Banco del Mutuo Soccorso

1975

A seguito del successo della Premiata, anche il Banco viene messo sotto contratto dalla Manticore e spedito a Londra perché lavori a una versione inglese di Io sono nato libero. Alla fine il progetto muta in una sorta di greatest hits della band dei castelli romani, con alcuni brani dal disco del 1973, due estratti registrati ex novo dal primo album e un inedito: la strumentale Chorale che riprende il tema di Traccia 2. Francesco Di Giacomo sembra particolarmente a suo agio con l’inglese, la sua espressività non ne risente e Banco a conti fatti si rivela il disco più riuscito ed emozionante di questi dieci.

Clic

Franco Battiato

1975

Sfumata l’occasione di Foetus, Battiato non rinuncia all’occasione di pubblicare con la prestigiosa Island Records e rilancia con una versione internazionale del suo ultimo album. Anche se conserva grafiche identiche al lavoro originario, il Clic inglese sfoggia contenuti diversi: sul lato A un inedito medley tra Aria di rivoluzione e Sequenze e frequenze (entrambe tratte da Sulle corde di Aries) e sul lato B tre estratti dal disco del 1974 senza modifiche di sorta, comprese le (rade) parti vocali che, fortunatamente, restano in italiano.

Maxophone

Maxophone

1975

I milanesi Maxophone sono ricordati per il loro unico album e per la formazione che prevedeva diversi polistrumentisti. Quasi una versione nostrana dei Gentle Giant più avvezza a un prog classicheggiante e sinfonico, forte debitore nei confronti dei Genesis. Poco dopo l’uscita dell’album realizzano la versione internazionale che non si differenzia musicalmente dall’originale e non ottiene alcun riscontro ma si segnala per il fatto che le canzoni sembrano funzionare assai meglio in inglese.

Contamination

Il Rovescio della Medaglia

1975

Nel 1975 Il Rovescio della Medaglia è un gruppo allo sbando, soprattutto a causa del furto del loro impianto di amplificazione, tra i più all’avanguardia in quel momento. Prostrati dall’accaduto alcuni cercano di andare avanti, altri abbandonano. La RCA decide incredibilmente di pubblicare la versione in inglese del loro capolavoro del 1973, Contaminazione, realizzato con l’apporto di Luis Bacalov. Poco da segnalare su questa versione se non la copertina totalmente diversa, la base musicale identica all’originale e il cantante Pino Ballarini che non pare particolarmente a suo agio con l’inglese.

As in a Last Supper

Banco del Mutuo Soccorso

1976

Anche se l’operazione del 1975 non ha dato i frutti sperati il Banco ci riprova con la versione inglese (che si avvale di testi tradotti da Angelo Branduardi) di quel disco tanto sottovalutato quanto splendido che è Come in un’ultima cena. Purtroppo i testi impegnativi, che si soffermano sul crollo delle utopie che avevano caratterizzato gli anni precedenti, non rendono una volta tradotti. As in a Last Supper si segnala comunque per un’altra eccelsa prova vocale di Di Giacomo e alcune parti musicali remixate e la presenza di Branduardi alla voce in The Spider.