Burt Bacharach è stato anche rock: 10 canzoni che lo dimostrano | Rolling Stone Italia
L'arte di scrivere canzoni universali

Burt Bacharach è stato anche rock: 10 canzoni che lo dimostrano

Ecco come il maestro del pop in smoking ha influenzato i ragazzi col giubbotto di pelle, dalla cover leggera dei Beatles a quella radicale dei White Stripes. E sapevate che Thurston Moore...

Burt Bacharach è stato anche rock: 10 canzoni che lo dimostrano

Burt Bacharach

Foto: David Redfern/Redferns

Un salottino inglese con tanto di bow window. Cinque ragazzi di Manchester che hanno smesso da poco di rubare autoradio e sono pronti a conquistare il mondo. La foto di Rodney Marsh del City e quella molto più piccola di George Best. Appoggiato al divano, un grande poster di un musicista che in apparenza con il rock c’entra poco. Eppure sulla copertina di Definitely Maybe (1994), opera prima degli Oasis, c’è Burt Bacharach e non John Lennon.

Andatosene l’altro ieri all’età di 94 anni, l’autore di canzoni memorabili interpretate da voci a 18 carati come quelle di Aretha Franklin, Dionne Warwick e Tom Jones ha lasciato in realtà tracce profondissime anche nel mondo del rock nel senso più ampio del termine. Basti pensare a un album come Painted from Memory (1998), che l’ormai settantenne Bacharach incise assieme a un fan di vecchia data come Elvis Costello, che da poco ha consegnato alle stampe un box intitolato The Songs of Bacharach and Costello, in uscita tra un mese in occasione del venticinquennale di quell’incontro.

Abbiamo scelto dieci canzoni per celebrare il matrimonio che non ti aspetti tra il maestro in smoking e i suoi fan con il giubbotto di pelle.

Baby It's You

The Beatles

1963

Ai tempi usava così: album d’esordio pieni di brani altrui, basti pensare a Twist & Shout e a uno standard come A Taste of Honey. In quello della futura band più importante del mondo c’era anche un pezzo di Burt Bacharach portato al successo due anni prima dalle Shirelles e inciso dai Beatles ad Abbey Road l’11 febbraio del 1963, il giorno in cui vennero registrati tutti i nuovi brani inclusi nell’album.

Make It Easy on Yourself

The Walker Brothers

1965

Non molto diversa la genesi del primo album dei Walker Brothers, aperto da un pezzo uscito addirittura tre anni prima nella versione di Jerry Butler, che a sua volta era rimasto colpito dal primissimo demo della canzone, la cui traccia vocale era stata affidata a un’ancora sconosciuta Dionne Warwick.

My Little Red Book

Love

1966

Altro che easy listening e musica pronta all’uso per pubblicitari che vogliono andare sul sicuro. Ci sono Burt Bacharach e Hal David anche nel primo singolo di una band destinata a fare la storia della psichedelia e non solo. Secondo la leggenda, il riff della canzone è finito anche nel primo album dei Pink Floyd, con Syd Barrett che in Interstellar Overdrive riprodusse quello dei Love, canticchiato in studio dal manager Peter Jenner.

Walk On By

The Stranglers

1978

Dopo che Dionne Warwick, Isaac Hayes e Gloria Gaynor ne avevano dato ciascuno la propria versione, gli Stranglers rovesciano il tavolo con un pezzo perfettamente in linea con lo spirito new wave del momento. Con buoni risultati di classifica, dato che finiscono al numero 21 di quella britannica nonostante un EP con la canzone venga regalato agli acquirenti delle prime 75 mila copie di Black and White.

Always Something There to Remind Me

Naked Eyes

1983

Già numero uno in Gran Bretagna nel 1964 grazie alla versione di Sandy Shaw, il brano conosce una nuova giovinezza grazie al synth pop del duo di Bath, che la porta addirittura nella top 10 statunitense.

The Windows of the World

Pretenders

1989

Un altro dei tanti brani di Bacharach che sono finiti ovunque, da Scott 2 di Scott Walker a una versione italiana di Dionne Warwick (La vita come va). Chrissie Hynde e i suoi ne danno la loro versione pop all’interno della colonna sonora di Giorni di rabbia (1989), dimenticabile film di Ernest Thmpson ambientato ai tempi della guerra in Vietnam e interpretato da Robert Downey Jr, Kiefer Sutherland e Winona Ryder.

Raindrops Keep Falling on My Head

Manic Street Preachers

1996

La crema della scena Brit entra in studio per registrare cover da inserire in un album benefico per War Child, associazione attiva in favore dei bambini che vivono nelle zone di guerra. La band gallese sceglie la canzone che 27 anni prima ha fruttato a Bacharach un Oscar. Il film in questione è Butch Cassidy, diretto da George Roy Hill e interpretato da Robert Redford e Paul Newman. Memorabile la scena in cui quest’ultimo porta Katharine Ross sul manubrio della sua bicicletta mentre si ascoltano le note della canzone.

I Just Don’t Know What to Do with Myself

The White Stripes

2003

L’album della consacrazione definitiva dei “fratelli” White contiene il “po-po-po-po-po-pooooo” di Seven Nation Army, ma anche questa versione radicale di uno dei classici di Bacharach, resa ancora più memorabile dalla pole dance di Kate Moss nel video diretto da Sofia Coppola.

Always Something There to Remind Me

Thurston Moore

2010

L’unica canzone di questa lista che ci siamo permessi di ripetere due volte. Ma la versione registrata da Thurston Moore e prodotta da Jim O’Rourke per una compilation tributo giapponese composta in gran parte da brani di musicisti locali non poteva essere lasciata fuori.

This Guy’s in Love with You

Faith No More

2015

Dal 1997 nel repertorio concertistico della band di Mike Patton (l’ha cantata dal vivo anche Noel Gallagher), il brano live è stato incluso l’anno successivo nel disco bonus della compilation Who Cares a Lot? e successivamente registrato assieme a questo video negli studi della BBC di Maida Vale.