5 storie pazze dall’autobiografia di Mark Lanegan | Rolling Stone Italia
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5 storie pazze dall’autobiografia di Mark Lanegan

Dalla malattia venerea in Italia al tentato omicidio del cantante dei Ministry, ecco gli episodi più bizzarri, divertenti e rock’n’roll contenuti in ‘Sing Backwards and Weep’

5 storie pazze dall’autobiografia di Mark Lanegan

Mark Lanegan

Foto: Travis Keller

Sing Backwards And Weep è l’autobiografia di Mark Lanegan uscita da pochi giorni. L’ex frontman degli Screaming Trees non risparmia un solo dettaglio – anzi, catarticamente indulge nel raccontare la sua lunga discesa verso l’abisso e le avventure poco edificanti a cui è andato incontro. È uno zibaldone di alcolismo, dipendenza da eroina, fumate di crack, sesso frequente e casuale, furti, tradimenti e fregature sempre dietro l’angolo. E poi c’è la musica, che fa quasi sempre da sfondo, a tratti anche da prigione da cui Mark vorrebbe fuggire senza poterlo fare. In queste 335 pagine se ne leggono davvero di cotte e di crude. Se siete fan di Lanegan e della sua musica, ma anche se vi piacciono le storie al limite, lo troverete interessante, come testimoniano i cinque episodi che abbiamo selezionato fra la moltitudine di aneddoti raccontati.

L’Italia e le malattie veneree

Mark Lanegan non si è fatto mancare nulla nemmeno sul fronte delle malattie veneree. Le ha avute quasi tutte, alcune reiteratamente. Nel libro racconta che, in occasione di un non ben specificato concerto degli Screaming Trees in Italia, soffriva di un brutto caso di epididimite (un’infiammazione dei testicoli che causa dolore e gonfiore). Dopo due bis, scese dal palco in preda ad atroci dolori per andare ad accasciarsi sul marciapiede fuori dal club, incapace di trovare sollievo a quella tortura. Alcuni fan lo videro e – urlandogli «chi ti credi di essere? Liza Minnelli? Sei venuto in questa città schifosa e ci fai solo due bis?» – cercarono di riportarlo sul palco per cantare altri pezzi. Mark venne salvato da un «tizio mezzo pakistano» che lo portò all’ospedale, dove gli fu consigliato di indossare dei jeans meno stretti. Qualcuno era presente e ricorda la scena?

Inseguito dagli spacciatori, con Josh Homme

A Rockford, Illinois, durante il tour per promuovere Dust, una notte abbiamo rischiato di perdere – in un colpo solo – Lanegan e il giovane Josh Homme, che era stato assoldato dagli Screaming Trees come secondo chitarrista. Mark se lo portò dietro per avere un po’ di compagnia mentre andava disperatamente in cerca di uno spacciatore che gli vendesse dell’eroina, ma l’aspetto sano e pulito di un ragazzone come Homme – che non faceva, peraltro, uso di sostanze – lo fece scambiare per un poliziotto della narcotici. La cosa non piacque per nulla alla gang di spacciatori che Lanegan aveva trovato dopo molto peregrinare e i due riuscirono a scappare per un soffio. Ovviamente a mani vuote, con grande scorno del cantante che era in crisi d’astinenza. Il commento di Homme alla serata fu: «Se mi fai la stessa cosa un’altra volta, ti ammazzo».

Il tentato omicidio di Al Jourgensen

Non fare mai incazzare Mark, neppure se sei Al Jourgensen e i tuoi Ministry sono all’apice del loro successo. E, soprattutto, non farlo incazzare per questioni di droga. Potresti finire in mutande, su un letto sfatto di una camera d’albergo, con il filo del telefono attorno al collo incapace di respirare, con Lanegan che minaccia di ucciderti sotto gli occhi di una groupie e di un componente della tua band. È accaduto nel 1995, nel corso del festival itinerante australiano/neozelandese Big Day Out. I due fecero pace pochi giorni dopo, ma i rapporti rimasero freddi. Si rividero anni dopo di sfuggita, a Milano, ma a Lanegan fu detto esplicitamente di stare alla larga, in quanto avrebbe potuto essere una cattiva influenza su un Al ormai libero dalla dipendenza da eroina (ma «gonfio come un pallone», stando alle parole di Mark).

Un sandwich con Johnny Cash

Mark una volta ha avuto l’onore di mangiare un sandwich al pollo preparato con le proprie mani da una vera leggenda della musica: Johnny Cash. Il produttore George Darkoulias – ai tempi di Dust – prelevò il frontman degli Screaming Trees e, senza dirgli dove erano diretti, lo portò al Sound City, il famoso studio di Los Angeles. Qui i due vennero accolti da Johnny Cash che era in attesa di essere raggiunto dai suoi musicisti. «Stava sistemando una ciotola di cibo su un tavolo», scrive Mark. «“George, che bello rivederti! E anche te, giovane amico! Forza, servitevi, prendete uno snack al pollo prima che gli altri arrivino e facciano fuori tutto!”, disse, porgendoci la ciotola piena di panini al pollo che aveva fatto lui stesso per la sua band. Poi si rivolse a me: “Mi dispiace, non ricordo il tuo nome, ma mi ricordo come canti. Mi hai quasi fatto sembrare un novellino, in quei concerti che abbiamo fatto assieme!”».

In pigiama a Parigi

Nell’autunno del 1996 gli Screaming Trees si imbarcarono in un tour europeo. Lanegan era nel pieno della sua dipendenza e aveva anche un’attività da venditore di crack, squallida, ma sufficiente a garantirgli qualche soldo e un flusso costante di droga per sé. Il giorno della partenza si presentò in aeroporto nella divisa da viaggio che gli era parsa più comoda per affrontare le lunghe ore di volo: calzoni del pigiama, felpa con cappuccio, cappotto e calzettoni sportivi lunghi al ginocchio – abbastanza lunghi da nasconderci dentro quattro siringhe già pronte, con una dose di eroina ciascuna. Durante lo scalo a Heathrow, però, il bagaglio in stiva di Mark si perse, per cui non venne imbarcato sul volo diretto a Parigi che la band prese. Lanegan si ritrovò, quindi, praticamente in pigiama nella capitale francese. «Il mio primo pensiero fu: “Grazie a Dio ho la mia droga e il mio metadone nel bagaglio a mano”». I soldi che il tour manager gli diede per ricomprarsi dei vestiti li spese tutti, in una volta sola, per un unico paio di pantaloni di pelle nera – qualche tempo dopo, a Seattle, li avrebbe lasciati al banco dei pegni per procurarsi i soldi per farsi. Ma questa è un’altra storia…

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