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22 canzoni per Black Lives Matter

Non esistono solo gli inni del movimento per i diritti civili degli anni ’60 o il rap incazzato degli ’80. La colonna sonora delle manifestazioni contro la violenza della polizia ha un sound contemporaneo

Foto: Chelsea Lauren/WireImage/Getty, Ezra Shaw/Getty, Bertrand Guay/AFP/Getty

Sei anni dopo la morte di Eric Garner per mano degli agenti della polizia di New York, e pochi giorni dopo quella di George Floyd, la frase “I can’t breath” (non riesco a respirare) rischia di diventare la più inquietante della storia americana moderna. Il movimento Black Lives Matter ha avvicinato alla politica molti artisti pop e ha scosso il mondo dell’hip hop e dell’R&B. Musicisti di alto profilo hanno scritto veri e propri inni come Freedom di Beyoncé o hanno iniziato conversazioni sul tema, come White Privilege II di Macklemore & Ryan Lewis. Artisti come D’Angelo e Kendrick Lamar hanno pubblicato album che sono dichiarazioni sfaccettate, mentre artisti piccoli come Z-Ro e star come Prince hanno diffuso canzoni in risposta ai casi di brutalità della polizia. Persino megastar apolitiche come Ariana Grande e Usher si sono unite al coro. Ecco come una nuova generazione di artisti ha affrontato negli ultimi anni i temi del razzismo, della violenza e della disillusione, ecco 22 canzoni per l’epoca di Black Lives Matter.

Beyoncé feat. Kendrick Lamar “Freedom”

Lemonade di Beyoncé era in buona parte figlio delle esperienze in quanto donna di colore, ma a giudicare dal video di Formation, dove cantava sul tetto di un’auto della polizia che affondava a New Orleans, e dalla performance al Super Bowl, dov’era circondata da ballerini con addosso l’uniforme delle Pantere Nere, Freedom è una delle dichiarazioni politiche più esplicite nella carriera della superstar. Nel visual album, il clip in bianco e nero associato al brano era vicino a quello dell’intermezzo Forward, in cui le madri di Trayvon Martin, Eric Garner e Michael Brown tengono in mano le foto dei figli, le cui morti hanno dato il via al movimento Black Lives Matter.

Che cosa ha detto: non molto, ma ha subito appoggiato il movimento e la lotta contro la brutalità della polizia dopo la morte di Alton Sterling e Philando Castile. «Sta a noi prendere posizione e chiedere che smettano di ucciderci», ha scritto sul sito ufficiale.

Passaggio chiave: “Libertà! Libertà! Dove sei?”.

Miguel “How Many”

Miguel ha scritto la canzone dopo aver saputo dell’uccisione da parte della polizia di Alton Sterling a Baton Rouge, Louisiana, e di Philando Castile fuori dalle Twin Cities. Quando si chiede quante persone devono ancora morire prima che le forze dell’ordine cambino coportamento, fa rivivere lo spirito di Marvin Gaye. Non a caso, Miguel ha postato su Instagram la canzone di protesta di Gaye del 1971 What’s Going On subito dopo gli omicidi.

Che cosa ha detto: «Ho iniziato a scrivere in questa stanza d’albergo a Londra tra le 4 e le 7 del mattino circa, poi ho perso le forze. Aggiornerò questa canzone ogni settimana fino a quando non sarà completa».

Passaggio chiave: “Smettiamola di trasformare gli esseri umani in hashtag e in mani che pregano, sono stanco di vedere gli assassini che la fanno franca”.

Victoria Monet feat. Ariana Grande “Better Days”

La Dangerous Woman ha collaborato con la cantautrice Victoria Monet nel duetto tenero e ottimista Better Days, un appello a un futuro luminoso. La canzone è stata pubblicata dopo gli omicidi di Castile e Sterling.

Che cosa hanno detto: «La musica è un linguaggio universale che tutti capiscono indipendentemente da razza, sesso, orientamento sessuale, età, religione. Ci unifica. Non puoi combattere l’odio con l’odio, devi farlo con l’amore. Non puoi combattere il buio con il buio, ci vuole la luce».

Passaggio chiave: “C’è la guerra fuori dalla finestra / Non senti la gente che lotta per la vita?”.

Jay-Z “Spiritual”

Lo Spiritual ipnotico e frammentato di Jay-Z riflette la disillusione dell’artista. «Dovremmo essere più avanti», ha detto. Il rapper ha finito il pezzo dopo la morte di Michael Brown nel 2014 sapendo «che la sua morte non sarebbe stata l’ultima».

Che cosa ha detto: «Credo in Dio e so che tutto ciò che accade è per un bene più grande ma, amico, è dura in questo momento».

Passaggio chiave: “Io non sono veleno / Sono solo un ragazzo del quartiere che ha alzato le mani / In preda alla disperazione: non sparare”.

Kendrick Lamar “Alright”

L’adesione di Lamar al movimento è più implicita che esplicita, soprattutto dopo le dichiarazioni controverse giunte dopo la morte di Michael Brown. Alright è un’esplorazione dell’orgoglio nero più che un inno per i manifestanti, che però se ne sono appropriati cantando “We gonna be alright!” durante le proteste.

Che cosa ha detto: «È un canto di speranza», ha dichiarato al New York Times nel dicembre 2015. «Merito di Pharrell, che ha ideato un arrangiamento che mi ha ispirato. Ho subito capito il potenziale che aveva».

Passaggio chiave: “Negri, noi odiamo i pulotti / Vogliono ucciderci per strada / Negri, sono sulla soglia del predicatore / Le gambe non mi reggono e potrei sparare / Ma andrà tutto bene”.

Common feat. John Legend “Glory”

Glory è stata scritta per il film Selma che racconta l’epopea della lotta per i diritti civili, ma la canzone in chiave gospel è diventata efficace anche nella descrizione dei problemi dei giorni nostri. Nel pezzo, premiato con un Oscar, Common trova un filo rosso che collega il gesto di Rosa Parks alle proteste a Ferguson.

Che cosa ha detto: «Selma è oggi perché la lotta per la giustizia è attuale».

Passaggio chiave: «Ecco perché Rosa si è seduta sul bus / Ecco perché camminiamo per Ferguson con le mani alzate».

Daye Jack feat. Killer Mike “Hands Up”

Gli artisti di Atlanta Daye Jack e Killer Mike si sono uniti per una riflessione profonda sulla storia delle proteste in risposta alla brutalità della polizia. Nel video, immagini delle manifestazioni sono inframmezzate da spezzoni delle apparizioni di Mike alla CNN, a testimonianza del fatto che il rapper dei Run the Jewels è una delle figure di spicco del movimento.

Che cosa hanno detto: «Il montaggio serve a dimostrare che questa cosa tragica ha messo assieme persone di tutti i ceti sociali», ha detto il regista del video David Gallardo.

Passaggio chiave: “Vivere a testa bassa e con le mani in alto / No, no, non sparare”.

Lauryn Hill “Black Rage (Sketch)”

Dopo la morte di Michael Brown, Lauryn Hill ha ripreso una potente canzone di lotta della comunità afroamericana che cantava dal vivo almeno fin dal 2012. Si tratta di Black Rage che rielabora My Favorite Things, il brano di Tutti insieme appassionatamente, per mostrare che l’odio porta solo sciagure.

Che cosa ha detto: «L’ho incisa nel salotto di casa. Strano come vanno le cose. Pace per MO», ha twittato la cantante nell’agosto 2014.

Passaggio chiave: “Stupri e percosse e sofferenze peggiorano / Esseri umani legati con delle corde / La rabbia nera può venire da queste cose».

Janelle Monae “Hell You Talmbout”

Janelle Monae ha trasformato una bonus track dal suo album The Electric Lady del 2013 in un esaltante inno di protesta di quasi sette minuti di durata. I membri del suo collettivo, la Wondaland Arts Society, urlano i nomi di Trayvon Martin, Michael Brown, Sandra Bland e altri ancora chiedendo con urgenza “Dite il suo nome!” accompagnati da ritmi incessanti di tamburi.

Che cosa ha detto: «Questa canzone è un contenitore. Esprime l’insopportabile angoscia di milioni di persone. L’abbiamo registrata per dare sfogo a dolore, paura e trauma causati dal continuo massacro dei nostri fratelli e sorelle. L’abbiamo registrato per sfidare l’indifferenza e la negligenza di chi resta in silenzio. Il silenzio è il nostro nemico. Il suono è la nostra arma. Dicono che una domanda vive per sempre finché non ottiene risposta… Non vuoi dire i loro nomi?».

Passaggio chiave: “Emmett Till, dite il suo nome!”.

Macklemore and Ryan Lewis feat. Jamila Woods “White Privilege II”

Il rapper di Seattle si è posto alcune domande difficili una sera del 2014, mentre marciava in una manifestazione in risposta all’assoluzione di Darren Wilson, l’ufficiale di polizia che ha ucciso Michael Brown. Macklemore ha espresso i sui pensieri tormentati sul privilegio dei maschi bianchi in una canzone che, non a caso, ha attirato sia elogi che critiche.

Che cosa ha detto: «La domanda è: che tipo di essere umano voglio essere? Come voglio usare la mia posizione? Voglio starmene al sicuro protetto dai miei privilegi di uomo bianco? O voglio reagire e resistere? In quanto bianco, sarebbe più facile tacere sull’ingiustizia razziale. Ma in fin dei conti non è vero che è più facile perché l’ingiustizia riguarda tutti quanti, che lo sappiamo o meno, che lo riconosciamo o meno».

Passaggio chiave: “Parli di uguaglianza, ma ci credi sul serio? / Stai marciando per la libertà o perché ti conviene?”.

Swizz Beatz feat. Scarface “Sad News”

Swizz Beatz e Scarface si augurano di vivere un giorno senza “notizie tristi”. Il pezzo è nato dopo la morte di Alton Sterling e Philando Castile, ma affronta anche gli omicidi di giovani neri come Trayvon Martin e cita anche il Ku Klux Klan e Donald Trump.

Che cosa hanno detto: «Quale pensi sia la soluzione? Quale la risposta?», ha detto Swizz Beatz in un video Instagram. «Dobbiamo fare squadra per cercare di risolvere questo problema gigantesco».

Passaggio chiave: “Inginocchiati e prega / Inginocchiati e prega / Per il bene del mondo”.

Z-Ro feat. Mike Dean “No Justice No Peace”

Pochi giorni dopo la morte di Sterling e Castile, l’MC di Houston Z-Ro e il produttore di New York Mike Dean hanno pubblicato una canzone costruita sullo slogan del movimento Black Lives Matter, ovvero “No justice no peace”, non c’è pace senza giustizia. Z-Ro sfoga la sua rabbia per la brutalità della polizia alimentata dal razzismo su una frase morbida di 808.

Che cosa hanno detto: «Se sei nero in America devi imparare a incassare colpi dai poliziotti, dal governo e dalla società bianca», ha detto Z-Ro a Vibe. «Ecco cosa significa essere neri. Scansare i colpi e continuare a muoversi».

Passaggio chiave: “Sono stanco di tenere le mani alzate /vaffanculo, vogliono che mi sieda, ma vaffanculo io mi alzo”.

Chris Brown “A Lot of Love”

Un pezzo alla Michael Jackson in cui Brown incita all’unità dopo le morti di Castile e Sterling. Un mese prima, il cantante aveva pubblicato un altra canzone legata a Black Lives Matter intitolata My Friend.

Che cosa ha detto: «Pubblico questa canzone gratuitamente per chiunque si trovi ad affrontare un’ingiustizia», ha scritto a proposito di My Friend, anch’essa pubblicata su Soundcloud.

Passaggio chiave: “Le cose andranno come dovrebbero andare / I bambini scorrazzeranno liberamente / Niente più guerra in TV / Apri il cuore e finalmente otterrai quello che vuoi”.

D’Angelo “The Charade”

D’Angelo ha lavorato al suo terzo album Black Messiah per 14 anni e quando l’ha pubblicato nel 2014 si è scoperto preveggente. Pubblicato durante i casini di Ferguson e prima di Baltimora, mentre il movimento Black Lives Matter stava prendendo piede, Messiah girava attorno ad alcuni dei temi con cui l’America si stava confrontando: il razzismo sistemico, la brutalità della polizia e lo stato della comunità nera nel nuovo secolo.

Che cosa ha detto: «Black Messiah è la cosa più sociopolitica che abbia fatto. C’è il movimento Black Lives Matter, giovani uomini e donne di colore vengono uccisi per niente. Sono un appassionato lettore di storia e amo le Pantere Nere. Non sto cercando di essere come un simbolo o altro per il movimento, ma faccio sentire la mia voce di uomo di colore e di padre preoccupato per come vanno le cose».

Passaggio chiave: “Volevamo solo la facoltà di parlare / E invece siamo finiti con la nostra sagoma disegnata col gesso / Abbiamo camminato un milione di chilometri fino a farci sanguinare i piedi / Per rivelare la farsa a fine giornata”.

J. Cole “Be Free”

Come molti altri giovani di colore in tutto il Paese, J. Cole ha visto se stesso, i suoi amici, i suoi famigliari in Michael Brown. Ha risposto a un’emozione tanto intensa con l’appassionata e straziante Be Free che ha pubblicato dopo la morte Brown, disarmato e nonviolento, per mano di un poliziotto bianco.

Che cosa ha detto: «Ci distraiamo. Diventiamo insensibili. Io sono diventato insensibile. Ora non più. Potevo succedere a me o al mio migliore amico. Ci ho fatto una canzone. Spiega come ci si sente».

Passaggio chiave: “Dimmi perché / ogni volta che esco di casa vedo i miei fratelli morire / Vi faccio sapere / che non c’è pistola che possa uccidermi l’anima”.

Prince feat. Eryn Allen Kane “Baltimore”

Prince era profondamente colpito dalla morte di Freddie Gray provocata da lesioni al midollo spinale mentre era sotto custodia della polizia. Nel 2015 la sua morte ha provocato una rivolta nella città di Baltimora spingendo Prince a scrivere un tributo alla città su cui si è condensata la violenza della nazione. All’inizio del pezzo è citato il nome di Michael Brown.

Che cosa ha detto: «Il sistema non funziona. Per rimetterlo a posto ci vogliono forze giovani. Abbiamo bisogno di nuove idee, di nuova vita».

Passaggio chiave: “Sarà un altro giorno di sangue? / Siamo stanchi dei pianti e della gente che muore / eliminiamo tutte le armi”.

Rhiannon Giddens “Cry No More”

Girato in una sola take mozzafiato, il video di Rhiannon Giddens per la devastante Cry No More rappresenta una delle risposte artistiche più forti alla strage avvenuta nel 2015 alla Emanuel African Methodist Episcopal Church di Charleston, South Carolina. Le percussioni dal suono asciutto, il coro gospel a bocca chiusa e la voce della cantante che risuona dal pulpito hanno un tono solenne appropriato all’occasione.

Che cosa ha detto: «Il massacro nella chiesa di Charleston non è che l’ultimo di una serie di atti razzisti che mi hanno spezzato il cuore. Ci sono molte cose da sistemare in questo Paese e la storia dice che continuerà a succedere se non ci occupiamo di questo flagello che è in corso da secoli. Quando il sistema non funziona perdono tutti, anche i privilegiati. Dobbiamo alzare la voce di fronte alle ingiustizie. Non importa come».

Passaggio chiave: “Prima ci hanno rubato il corpo, poi ci hanno rubato i figli / Poi ci hanno rubato gli dei e ce ne hanno dati di nuovi / Poi ci hanno rubato la bellezza, la sicurezza in noi stessi / E poi ci hanno dato il dovere e poi ci hanno dato il peccato”.

The Game “Don’t Shoot”

Dopo l’omicidio di Michael Brown, Game ha riunito dieci rapper e quattro cantanti R&B per interpretare Don’t Shoot. Il coro degli artisti è carico di rabbia e speranza e descrive dettagliatamente le ingiustizie subite dalla comunità nera chiedendo che finiscano. La canzone si chiude con la figlia di Game che intona il ritornello.

Che cosa ha detto: «Quel che è accaduto a Ferguson mi ha colpito, sento il dovere di usare la mia musica per affrontare il problema. Sono un uomo di colore e ho dei figli che amo più di ogni altra cosa al mondo, non riesco proprio a immaginare che una tragedia orribile come quella di Michael Brown possa accadere a loro. La sola possibilità mi devasta nel profondo».

Passaggio chiave: “È ora di prendere una posizione e salvare il nostro futuro / Come se avessero sparato tutti quanti / (…) Dio non ci ha messi sulla terra per essere uccisi, è omicidio”.

Tom Morello “Marching on Ferguson”

Il chitarrista dei Rage Against the Machine ha pubblicato questo inno politicizzato dopo la morte di Michael Brown. Era possibile scaricarlo gratuitamente, ma Morello ha chiesto ai fan di effettuare donazioni per aiutare i manifestanti di Ferguson a sostenere le spese legali dopo l’arresto.

Che cosa ha detto: «Ho assistito a innumerevoli episodi di brutalità razzista della polizia ed è il momento di dire basta. A tutti gli uomini e le donne che con coraggio prendono posizione contro l’ingiustizia a Ferguson, e non solo: date loro filo da torcere».

Passaggio chiave: “Una nazione a mezz’asta / Immaginavo che avrei avuto l’ultima parola / tagliavo il vitello d’oro / con la fiamma ossidrica e la maschera antigas”.

Blood Orange “Sandra’s Smile”

Dopo lo strano suicidio di Sandra Bland nella cella dov’era imprigionata ingiustamente, Dev Hynes ha pubblicato un pezzo enigmatico dedicato al sorriso della donna di 28 anni visto nelle foto condivise sui social media prima della morte. Più o meno nello stesso periodo, ha pubblicato il collage Do You See My Skin Through the Flames?, in cui rifletteva sulle ingiustizie contro la comunità nera. Ha inoltre fatto riferimento a Black Lives Matter nell’album Freetown Sound, uscito poco prima degli omicidi di Castile e Sterling.

Che cosa ha detto: «Sono caduto in depressione a scoppio ritardato dopo la morte di Sandra. Ero ferito e sconvolto e naturalmente arrabbiato, ma una parte di me teneva ancora gli occhi chiusi, come intorpidita. Dopo qualche giorno ho realizzato la gravità della cosa e da allora sono inconsolabile».

Passaggio chiave: “L’hai vista morire, le parole che ha detto non erano indistinte / Ho chiuso gli occhi per un po’, ma posso ancora vedere il sorriso di Sandra”.

Usher feat. Nas and Bibi Bourelly “Chains”

Usher e Nas hanno unito le forze in questa canzone di protesta multipiattaforma. Il pezzo è uscito inizialmente come video interattivo su Tidal. La tecnologia di riconoscimento facciale metteva in pausa il brano ogni volta che gli occhi degli spettatori si allontanavano dallo schermo. Quando accadeva, sullo schermo compariva la scritta “Non voltare lo sguardo”. Il cantante e il rapper hanno ripubblicato la canzone con un nuovo montaggio video che prevedeva ritratti di persone di colore di varie età, sesso e luoghi di provenienza uccisi dalla polizia.

Che cosa hanno detto: «Che cosa ci vuole? Cosa faremo noi? Unione o sconfitta o soli?», ha twittato Usher.

Passaggio chiave: “Sono Sugar Ray Robinson, Booker T. Washington / W. E. B. Du Bois, sono l’uomo moderno /Parlo a senatori, presidenti, membri del Congresso / Abbiamo un problema che ha bisogno di una soluzione / Non sono merce da galera, non sono un corpo che si getta in una cella”.

Joe Budden “Freedom Freestyle”

Budden ha remixato Freedom di Beyoncé e Kendrick Lamar esplicitando il messaggio politico della canzone e collegando il brano a Black Lives Matter. Il video è potente: immagini tratte da anni e anni di ingiustizie nei confronti dei neri – tra cui l’inquietante video registrato dalla fidanzata di Castile dopo i fatti – sono montati con il discorso di Jesse Williams ai BET Awards sul tema della appropriazione culturale, che fa da colonna sonora agli ultimi momenti del clip.

Che cosa ha detto: «Mi hanno detto che un tempo gli schiavi comunicavano attraverso la musica e anche se non c’ero so che l’hip hop mi ha incoraggiato a fare lo stesso (grazie Public Enemy). I tempi cambiano e non cambiano».

Passaggio chiave: “La terra dei liberi, la patria dei coraggiosi / Noi non possiamo esserlo, discendiamo dagli schiavi / È lì se vuoi capirlo / Intendo dire che è tutto scritto”.

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