20 cose che abbiamo imparato dall'autobiografia di Rob Halford | Rolling Stone Italia
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20 cose che abbiamo imparato dall’autobiografia di Rob Halford

‘Confess’ è pieno di curiosità e aneddoti: il frontman dei Judas Priest incontra la Regina, tampina Cher, ammanetta Andy Warhol, si mette in testa di cantare sui pattini, fa coming out e nessuno lo capisce

20 cose che abbiamo imparato dall’autobiografia di Rob Halford

Rob Halford nel 1979

Foto: Fin Costello/Redferns

L’impatto che Rob Halford e i Judas Priest hanno avuto sull’heavy metal è incommensurabile. Le sue giacche di pelle hanno dato al genere il suo look simbolo, la sua voce perfettamente intonata il giusto grado di drammaticità, l’idea di portare le motociclette sul palco tonnellate di stile. Quando nel 1988 ha fatto coming out, il Dio del Metal si è trasformato in un modello per i metallari che vogliono fare lo stesso.

Ora Halford racconta gli alti e i bassi della sua vita nella nuova autobiografia Confess. Racconta delle volte in cui ha cantato Breaking the Law e Living After Midnight davanti a decine di migliaia di «maniaci del metal che fanno headbanging», per poi soffrire nel backstage per aver nascosto la sua sessualità. Lo stile del libro è vivido e personale, spesso il linguaggio scivola verso lo slang degli operai inglesi, e la storia è affascinante. Ripercorrendo i momenti salienti della carriera dei Judas Priest, Halford infila una serie di chicche interessanti, commoventi e divertenti sugli ostacoli che ha superato e sulle celebrità che ha incontrato. Ecco le 20 cose che abbiamo imparato leggendo Confess.

1Ha capito come scrivere testi solo con Sin After Sin

Prima di Sin After Sin del 1977 i Judas Priest avevano già pubblicato due album, tra cui quel Sad Wings of Destiny che conteneva la grande personance vocale di Victim of Changes, ma Halford non era pienamente soddisfatto dei testi. Dizionario alla mano, per Sin ha trovato i temi che avrebbero definito i Priest. «Ero felice dei testi di quel disco», scrive, «avevo affinato la mia tendenza naturale a parlare di traumi psicologici e filosofici, storie apocalittiche di divinità, diavoli e guerrieri che combattono battaglie epiche in cui il bene – e l’heavy metal! – sconfigge sempre il male».

2Raw Deal parlava del suo coming out, ma se n’è accorto solo un fan

Nel 1977 i fan etero del rock non hanno capito il testo di Raw Deal, pieno di riferimenti a “ragazzi vestiti di pelle che giocano con quelli col denim” e a Fire Island, un posto fondamentale per la comunità gay di New York. «Pensavo fosse ovvio, una semplice constatazione dei miei bisogni sessuali», scrive Halford. Nessuno se n’è accorto fino al 1981, quando durante un firmacopie un fan gli ha chiesto se quel pezzo parlasse di omosessualità. Alla fine i due hanno iniziato una relazione.

Judas Priest - Raw Deal

3È diventato suo malgrado il simbolo dei metallari vestiti con giacche di pelle

Il cantante dice che è stato K.K. Downing, l’ex chitarrista dei Priest, a proporre di vestirsi di pelle nera nel 1978. Ma nonostante il look fosse perfetto per la cultura gay a cui Halford sognava di appartenere, la pelle non gli piaceva molto. «Non avevo alcun interesse nel sadomaso, nella dominazione, nel sottobosco queer fatto di pelle e catene», scrive. «Le mie preferenze sessuali erano per gli uomini, certo, ma ero – e sono ancora – piuttosto convenzionale».

4Negli anni ’70 ha fatto sul palco cose che nessuno avrebbe il coraggio di ripetere

Oltre a brandire una frusta sul palco (ispirando il management a vendere merch con il motto “Sono stato frustato da Rob Halford”), il cantante ha usato una mitragliatrice (caricata a salve) sul pubblico durante la canzone Genocide.

5Gli piaceva frequentare Gene Simmons, ma non per via dei Kiss

Quando i Kiss hanno scelto i Judas Priest come band d’apertura dei loro concerti degli anni ’70, Halford non riusciva a togliere gli occhi di dosso dalla ragazza di Gene Simmons. «Ero entusiasta dell’idea che Gene uscisse con Cher, una figura importante per i ragazzi gay», ricorda. «Inventavo scuse ridicole per starle attorno e dirle ciao».

6Una volta ha ammanettato Andy Warhol

A fine anni ’70, durante una festa al Mudd Club di New York, Halford ha notato «un tizio più vecchio, basso, con i capelli ossigenati» che gli scattava delle fotografie. Era Andy Warhol, che ha subito riconosciuto e salutato. Visto che la chiacchierata non andava da nessuna parte – Warhol rispondeva «oh, davvero» a qualunque cosa dicesse Halford –, il cantante ha tolto le manette appese alla cintura. Si è ammanettato a Warhol e gli ha detto che aveva perso le chiavi. Lui ha risposto: “Oh, davvero?”. Si è messo a ridere, ha tolto le manette e l’ha accompagnato allo Studio 54. Poi Warhol è scomparso tra la folla.

7Ha scoperto che Angus Young non regge l’alcol

Nel 1979 i Judas Priest aprivano i concerti degli AC/DC. Lasciavano le sale da concerto subito dopo aver suonato e la cosa aveva convinto Angus Young che Halford & Co. non apprezzassero la sua musica. Li ha perciò li ha invitati sul tour bus. È lì che Halford ha scoperto che Young beveva appena. «Se mi faccio un drink perdo il controllo», diceva il chitarrista. «Non so se stesse scherzando, ma poi una sera ho visto quello che gli succedeva e ho capito che diceva la verità», scrive Halford. «Ha bevuto un bicchiere di champagne, dopo il secondo non si reggeva sulle gambe».

8Ha visto le tazze del water gemelle di John Lennon e Yoko Ono

I Judas Priest hanno lavorato all’album British Steel nella proprietà dell’ex Beatle a Tittenhurst Park, la stessa che si vede nel video di Imagine. All’epoca era stata comprata da Ringo Starr, ma era ancora pieno di cimeli dell’era Lennon, tra cui due wc, posizionati uno di fianco all’altro, con le targhette “John” e “Yoko”. «Ho cercato di immaginarmeli insieme, mano nella mano, mentre facevano la cacca», scrive Halford. «A volte davvero l’amore non ha confini».

9Living After Midnight è nata da una lamentela

Una sera Halford si è svegliato alle 5 del mattino per colpa del suono lancinante della chitarra di Glenn Tipton. «Ma che fai?», gli ha chiesto. «Stai “vivendo dopo mezzanotte”, ecco cosa stai facendo». I due si sono fermati, hanno sorriso, e Tipton ha risposto: «Ecco un grande titolo per una canzone!». Il giorno dopo hanno scritto quello che sarebbe diventato il pezzo simbolo dei Priest.

10È apolitico, ma Breaking the Law non lo era

Halford si considera apolitico, ma l’inizio dell’era di Margaret Thatcher l’ha ispirato a scrivere la più grande hit dei Priest, Breaking the Law. Tutto è iniziato quando l’industria automobilistica delle Midlands, la zona dove è cresciuto, è collassata. Le fabbriche chiudevano e la disoccupazione cresceva. «Per scrivere quel pezzo ho cercato di mettermi nei panni di un giovane senza lavoro», scrive Halford. «Attorno a me vedevo rabbia, anarchia, privazione dei diritti civili, volevo documentare e riflettere tutto nella musica».

Judas Priest - Breaking The Law (Official Music Video)

11Ci ha provato con il cantante degli Iron Maiden

Quando i Maiden aprivano i concerti dei Priest, nel 1980, una sera Halford si è ubriacato con il cantante Paul Di’Anno e ha rischiato di farla grossa. «Ho cercato di sedurlo!», scrive. «Siamo andati nella mia stanza e abbiamo continuato a bere. Ma ero troppo ubriaco per provare a fare qualsiasi cosa, e lui era troppo ubriaco per capire cosa stessi facendo. È stato decisamente meglio così».

12Freddie Mercury l’ha fatto arrabbiare

Nell’estate del 1980, quando Halford si è imbattuto in un gay bar di Mykonos nel cantante dei Queen, che considera uno dei suoi eroi, non era contento di vederlo. I Queen avevano appena pubblicato Crazy Little Thing Called Love e nel video Mercury guidava una motocicletta e vestiva di pelle nera. «Mi stava copiando?», si è chiesto Halford. In più, aveva letto un’intervista in cui Mercury diceva di non apprezzare il metal. «Adesso sembra irragionevole… ma quando l’ho visto passare pensavo a tutte queste cose», scrive.

13È stato preso in giro dagli Spinal Tap

Quando Ronnie James Dio ha deciso che un supergruppo di musicisti metal avrebbe dovuto registrare un singolo di beneficienza – Stars, accreditato agli Hear ’n Aid – in maniera simile ai Band Aid di Bob Geldof, ha invitato Priest, Mötley Crüe, Twisted Sisters e molti altri. Il trio che tutti volevano incontrare, però, era la finta metal band degli Spinal Tap, rappresentato da Davis St. Hubbins (l’attore Michael McKean) e Derek Smalls (Harry Shearer). «I tizi degli Spinal Tap sono rimasti sempre nel personaggio, non importava se le telecamere fossero accese o meno», ricorda Halford. «”Ehi voi suonate nei Priest e nei Maiden, vero?”, hanno detto a me e Adrian Smith. “Non sareste qui senza i Tap. Ci dovete tutto!”. Facevano scompisciare».

14Insieme ai Priest ha registrato degli inediti con gli autori di Kylie Minogue

Halford si descrive come una troietta del pop e all’epoca dell’album dei Priest del 1988 Ram It Down, ha convinto gli altri della band a lavorare con il team di autori Stock Aitken Waterman (SAW). Il trio britannico aveva già scritto una serie di hit tra cui You Spin Me Round (Like a Record) dei Dead or Alive, Never Gonna Give You Up di Rick Astley e I Should Be So Lucky di Kylie Minogue. I SAW hanno convinto i Priest a fare una cover, You Are Everything degli Stylistics e due inediti, I Will Return e Runaround. A Halford il risultato piaceva, ma la band decise di archiviare le registrazioni per sempre. «Pubblicheremo mai quelle session?», si chiede nel libro. «Onestamente non lo so. Ma le amo».

15Voleva cantare indossando i pattini

Quando il cantante ha proposto di usare una frusta e una motocicletta sul palco, i suoi compagni della band l’hanno incoraggiato a farlo. Non è andata così nel 1990, quando Halford ha cercato di portare nel tour di Painkiller una nuova tendenza. «I rollerblade stavano tornando di moda e ne avevo comprato un paio», scrive. «E così mi sono ritrovato a cantare e pattinare sul palco, più o meno mentre sceglievamo la scaletta e la scenografia del tour. Ho detto: “Non sarebbe grandioso se pattinassi durante i concerti?”. La reazione della band è stata unanime: “No, non sarebbe grandioso, Rob!” È finita lì».

16Ha una teoria che spiega perché le sue relazioni finiscono male

Gran parte di Confess parlava di desiderio. Era un desiderio difficile da realizzare, dato che il cantante ha nascosto la sua sessualità per gran parte della carriera del gruppo. Halford ha avuto diverse relazioni con alcuni uomini, ma spesso ha scoperto che lo tradivano con delle donne. Col passare del tempo si è convinto che fossero quasi tutti eterosessuali. «Sono sicuro che chi leggerà il libro dirà che era bisessuale», dice di un certo Brad. «Ma l’istinto mi dice che lui era un etero e io la sua eccezione».

17Jimmy Iovine voleva che girasse un video porno

Quando Halford ha lasciato i Priest per fondare il progetto di musica industrial 2wo, ha firmato per la Nothing di Trent Reznor, all’epoca associata con Interscope, l’etichetta di Jimmy Iovine. Halford propose di girare un video controverso per il primo singolo I Am a Pig, e ha suggerito a Iovine di provare con una clip pornografica. «Grandioso, cazzo!», rispose Iovine. Il produttore, però, non era così contento del risultato finale, girato dalla drag Queen Chi Chi La Rue. «Era super drammatico, camp, erotico, pieno di smorfie, leccate e gente a torso nudo», scrive Halford. «Era gay… e Jimmy Iovine l’ha odiato. “Questo non è porno!”, mi ha detto arrabbiato. “Io volevo che lo censurassero!”».

18I Korn l’hanno convinto a usare un gobbo

Quando Halford è tornato con i Priest nel 2003, continuava a dimenticare alcuni testi, un problema che collega agli anni di dipendenza dall’alcol. Anche se all’epoca era sobrio, aveva ancora qualche difficoltà. «Sono andato a vedere i Korn – una grande band – e ho notato che il frontman Jonathan Davis guardava uno schermo durante lo show», scrive Halford. Nel backstage Davis gli ha spiegato i vantaggi di quella soluzione. «Devo ricordare tante canzoni dei Korn, se dimentico qualche parola è la mia rete di sicurezza», gli ha detto. «Se andava bene per i Korn, allora sarebbe andato bene anche per me», racconta Halford.

19Ha spiegato l’heavy metal alla regina Elisabetta

Nel 2005 la regina ha organizzato un ricevimento d’onore per il mondo della musica britannica e tra gli invitati c’era anche Halford. Quando l’ha incontrato, gli ha chiesto che tipo di musica ascoltasse. «Heavy metal, Vostra Altezza», ha risposto Halford. «Perché deve essere così rumoroso?», ha chiesto la regina. «Così possiamo muovere la testa, Vostra Altezza!», ha risposto. «La regina ha sorriso, regalmente».

20Prima di diventare famoso, Johnny Depp era un suo fan

Halford ha incontrato Johnny Depp nel 2018 a un evento organizzato da Alice Cooper. Quando si sono messi a chiacchierare, Depp gli ha chiesto se ricordasse l’epoca del Treehouse. Era un club di Fort Lauderdale in cui Halford passava le serate nel 1982, mentre i Priest lavoravano al mix di Screaming for Vengeance. Halford andava nel locale, beveva e cantava i pezzi del gruppo accompagnato da una cover band. Il cantante ha chiesto a Depp come facesse a sapere di quella storia e l’attore ha detto: «Sapevo che facevi i Priest in quel locale, quindi ci andavo sperando di vederti. C’eri sempre!». Halford gli ha detto che non si ricordava di lui. «È impossibile», ha detto Depp. «Ero un punk magrolino con i capelli lunghi, suonavo in una band che non sarebbe andata da nessuna parte. Ma io mi ricordo bene di te». Halford era sbalordito dalla storia.

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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