Rolling Stone Italia

10 singoli che hanno avuto successo a scoppio ritardato

Da 'Boys Don't Cry' dei Cure a 'Take On Me' degli A-ha, una selezione di 45 giri sottratti all'oblio grazie all'uso nella pubblicità, ai remix, all'inserimento nelle colonne sonore, alla cocciutaggine dei musicisti

Foto: Tim Roney/Getty Images

Che cosa rende una canzone adatta ad entrare in classifica? È una domanda interessante, ma la risposta è incerta. Sono molti i motivi, tanto che a volte la risposta potrebbe essere «forse nulla». Lo dimostra il fatto che molti singoli di una certa caratura all’inizio sono stati bellamente snobbati nonostante i meriti e solo una volta ripubblicati con un contorno diverso (l’inserimento in uno spot pubblicitario o una strategia di marketing differente) sono saliti agli onori della cronaca. Qui di seguito dieci tracce che si sono prese una eroica rivincita nel mondo ostico delle classifiche nelle quali tutto è possibile, ma niente è vero.

Boys Don’t Cry

The Cure

1979

Sembra incredibile ma uno dei brani più famosi dei Cure, quando venne pubblicato nel lontano 1979 non entrò in classifica (solo in Australia fermandosi a uno scoraggiante numero 99). Prima di vederlo nella top 50 di svariati paesi si deve attendere il 1986, quando sarà ripubblicato per promuovere la raccolta Standing on a Beach con un nuovo missaggio e la voce di Robert Smith reincisa. Grazie al video visionario di Tim Pope, in cui la band tornata a trio (con Michael Dempsey di nuovo nel ruolo di bassista) rappresenta le ombre di tre bambini che suonano caratterizzate da occhi rossi da trucco fluorescente, il brano arriverà al numero 22 della classifica del Regno Unito trainando l’ album diritto al numero 4. Di sicuro i ragazzi non hanno pianto davanti al primo ostacolo…

Living On My Own

Freddie Mercury

1985

La canzone di Mercury venne scelta nel 1985 come terzo singolo estratto dal primo e unico album solista  Mr. Bad Guy in cui il cantante si staccava nettamente dal piglio rock dei Queen, estremizzando il cambio di stile già individuato in Hot Space e gettandosi maggiormente in campo elettronico e dance, seguendo le tendenze dei club del momento. Quello che avrebbe dovuto essere una consacrazione di Mercury come star a se stante si rivelò invece un cocente flop, tanto che Mercury non si azzardò più a lasciare i Queen (ad eccezione della parentesi Barcelona con la cantante lirica Montserrat Caballé). Neanche i singoli decollarono, in particolare Living On My Own raggiunge solo il 50esimo posto della classifica inglese. Poi il miracolo: nel 1993 i No More Brothers remissano la traccia in una inedita versione house e stavolta Mercury ottiene il primo posto in gran parte delle classifiche mondiali. Un trofeo postumo. Nell’85 il pezzo era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mettici anche che nel 1993 il video originale può essere trasmesso senza che la gente si scandalizzi per l’esplicito riferimento a travestiti e omosessuali e anzi sia molto in linea con il giro cruising di quel periodo, e abbiamo forse un singolo perfetto.

Atmosphere

Joy Division

1980

Il singolo venne pubblicato in tiratura limitata nel 1980 per una label francese col nome di Licht and Blindheit senza particolare successo. Morto Curtis nel 1981, la canzone viene ripubblicata e – sulla scia emotiva del lutto – raggiunge il primo posto in Nuova Zelanda. Per vedere Atmosphere finalmente far capolino nelle charts inglesi dovremmo aspettare il 1988 e l’uscita di Substance, la raccolta definitiva dei Joy Division, quando grazie a uno splendido video di Anton Corbijn tocca il 34posto della classifica ufficiale e il secondo nella categoria indipendente. Della serie anche l’occhio vuole la sua parte…

Breathe

Midge Ure

1996

La storia della canzone di Midge Ure, ex frontman e motore degli Ultravox, è il chiaro paradosso della civiltà delle immagini: esce originariamente nel 1996 e nessuno se la fila. L’album omonimo correlato è a tutti gli effetti un disastro commerciale, sembra che sia il canto del cigno per Ure. Poi improvvisamente, grazie a un fan italiano ammanicato, il pezzo diventa la colonna sonora di uno spot della Swatch: da quel momento Breathe schizza in molte classifiche europee verso i primi posti. Il bello che questo accade dopo due anni, aiutando anche l’ album a riprendere quota diventando un caso commerciale anche se fuori tempo massimo. È una specie di vittoria di Pirro, perché nelle successive prove Midge Ure sparirà dalle charts. Ma una volta che segni un simile gol, c’è da campare di rendita e quindi…

Computer Love

Kraftwerk

1981

La storia di questo brano simbolo dei Kraftwerk è piuttosto strana. Viene pubblicato come singolo nel 1981 all’ uscita dell’album Computer World e non raggiunge che il 36esimo posto nella classifica inglese, non certo un grande risultato per una band fondamentale come i Kraftwerk. La band riregistra The Model, contenuta nel precedente LP The Man-Machine, e la pubblica nel 1982 come singolo a doppio lato A con Computer Love. La trovata permette al pezzo di raggiungere il primo posto nelle charts inglesi. L’ostinazione paga.

It Must Have Been Love

Roxette

1987

I Roxette con il loro pop rockeggiante e sempliciotto diventano un caso commerciale grazie anche al singolo It Must Have Been Love, che esce nel 1987 e pur raggiungendo la top 5 in Svezia non viene distribuito internazionalmente. Passa un anno e il loro album del 1988 Look Sharp sta andando alla grande e la Touchstone li contatta per la colonna sonora di Pretty Woman. I Roxette rilanciano come singolo correlato al film proprio It Must Have Been Love ed ecco che da brutto anatroccolo il brano diventa cigno, sbancando in ogni posto del mondo. Mai arrendersi al primo tentativo, dice il saggio.

Love Is a Stranger

Eurythmics

1982

Da questo punto di vista i nostri due “ispiratori dei Roxette” sono stati tenacissimi: ricordate tutti il fondamentale album Sweet Dreams e la title track che è un singolo epocale, no? Bene, prima di quest’ultimo gli Eurythmics hanno pubblicatonel 1982 Love Is a Stranger, grandissimo brano di soul sintetico che arriva al numero 54 della classifica del Regno Unito. Dopo che il singolo Sweet Dreams fa il botto, gli Eurythmics ripubblicanoi Love Is a Stranger come se nulla fosse, ottenendo stavolta il numero 6 nella chart e riuscendo anche a toccare il numero 23 di Billboard.

White Wedding

Billy Idol

1982

Quando uscì nel 1982, uno dei singoli simbolo dell’attitudine sbruffona di Billy Idol viene in sostanza ignorato. Solo con l’arrivo di MTV, nel 1983, la casa discografica pensò di ripubblicarlo sfruttando l’ immagine vistosa di Idol, stavolta riuscendo a piazzarlo al numero 36 della classifica americana e raggiungendo la top 10 in Australia, Canada e Nuova Zelanda con un paio di primi posti. Per attendere un numero sei in Inghilterra dovremmo invece aspettare il 1985, quando White Wedding sarà scelto come singolo trainante della compilation remix Vital Idol, diventando da quel momento un classico della sua discografia.

Da Da Da

Trio

1982

Da Da Da (in origine Da Da Da Ich Lieb Dich Nicht Du Liebst Mich Nicht Aha Aha Aha) è un capolavoro minimale tutto ritmi e suoni di fabbrica di una Casio, una chitarra e una voce. Nel 1982 raggiunge sì i vertici delle classifiche internazionali nella versione in lingua inglese, ma in America non riesce a sfondare tenendosi al 33esimo posto. Nel 1997 la Volkswagen usa la traccia per un suo spot e da quel momento la canzone viene richiesta in heavy rotation nelle radio, il singolo viene ripubblicato negli Stati Uniti dove torna in classifica. Il potere dellla pubblicità…

Take on Me

A-ha

1984

Diamo tutti per scontato che Take On Me abbia sgretolato le classifiche mondiali appena uscita, ma così non è. Anzi, la strada per il successo è stata tortuosa. Gli A-ha erano certi di avere in mano una hit sicura, dopo averla rimaneggiata  riarrangiata, rieditata fin dai tempi dei Bridges, la band precedente all’incontro col cantante Morten Harket. Il pezzo si ispirava ai Doors e in particolare al modo di incastrare le parti di tastiera di Ray Manzarek. Ottenuto un contratto con la Warner Bros e fatto uscire come singolo, nelle chart inglesi del 1984 arriva solo al 137esimo posto. A quel punto al posto del produttore Tony Mansfield (ex New Muzik) entra in gioco Alan Tarney che la remissa in maniera più massiccia ottenendo la versione che conosciamo. Non basta a fare il botto. Tentando il tutto per tutto, il team degli A-ha investe su quello che sarà uno dei video-icona degli anni ’80. Take On Me arriva al secondo posto nel Regno Unito, conquista gli Stati Uniti e diventa numero uno praticamente in tutto il mondo.

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