10 concertoni dei Black Sabbath e di Ozzy Osbourne | Rolling Stone Italia
Che storia, che musica

10 concertoni dei Black Sabbath e di Ozzy Osbourne

È il giorno dell’addio alle scene del gruppo e del suo Madman. Onoriamo una leggenda, anzi due con una serie di grandi esibizioni. La messa nera è finita, andiamo in pace

10 concertoni dei Black Sabbath e di Ozzy Osbourne

Ozzy Osbourne coi Black Sabbath durante il tour di ‘Never Say Die!’ nel 1978

Foto: Gus Stewart/Redferns

Padrini del metal, alfieri del doom, cavalieri dell’apocalisse elettrificata, i Black Sabbath sono stati per la musica pesante quello che i Beatles sono stati per il pop. Il metallo loro lo hanno letteralmente inventato o meglio, il metallo ha inventato loro. La storia è nota: quando una pressa calò sulla mano di un giovane operaio 17enne il giorno in cui aveva deciso di lasciare la fabbrica di Birmingham per inseguire il suo sogno di diventare un chitarrista professionista tranciandogli di netto le ultime due falangi di medio e anulare della mano destra (sfiga nella sfiga: il giovanotto è mancino, la destra quindi è la mano che usa per le diteggiature sulla tastiera della chitarra) il corso della musica cambiò.

Invece di piagnucolare chiuso in cameretta come avrei fatto io e forse chiunque, il giovane Tony Iommi (mamma di Palermo e papà marchigiano) si crea due protesi artigianali fatte con cuoio e ditali per cucire per sopperire alle falangi fantasma e accorda la chitarra molto più bassa per diminuire la tensione delle corde e permettere all’accrocchio di funzionare. Il suono diventa così più cupo, cavernoso, basso: la band, composta da altri due metalmeccanici velleitari e dallo scemo della scuola cambia nome da Earth a Black Sabbath: è la fine del sogno hippie, dell’età dell’acquario ed è l’inizio della storia di una delle band più formidabili di tutti i tempi.

Ora, dopo 57 anni di cambi di formazione, feudi decennali, milioni di dischi venduti, addii, ritorni e grande musica siamo finalmente giunti al capitolo finale, dove tutto è cominciato. L’ultimo concerto del quartetto di buzzurri della scuola raodioelettra di Birmingham diventati divinità asservite al culto della siderurgia sonora si terrà oggi al Villa Park, poco distante da dove sono partiti alla conquista del mondo. Un evento la cui portata, per una amante dell’heavy, è assimilabile alle Olimpiadi, il Super Bowl, la notte degli Oscar, l’assegnazione del Nobel e la sagra della salama da sugo al cucchiaio di Ferrara tutti insieme.

Il cartellone era talmente imponente da rendere l’acquisto di un biglietto un’utopia sin dal primo secondo, senza contare che quello di Villa Park è stato annunciato come l’ultimo concerto dei Sabbath e l’ultimo di Ozzy. Un evento insomma la cui irripetibilità fa sembrare quella dei Gallagher come la reunion tra Tonio Cartonio e Nina Corteccia nel Fantabosco della Melevisione.

Prima dell’ultima messa nera mi sembrava giusto elencare le altre 10 volte in cui i Sabbath e Ozzy da solo hanno scritto pagine leggendarie nella storia della musica live.

Black Sabbath

Olympia, Parigi

19 dicembre 1970
Black Sabbath Live in Paris 1970 Full Show

Il 19 dicembre del 1970, due mesi dopo la pubblicazione del loro secondo disco Paranoid, i quattro che ancora puzzano di Kinder Pinguì si imbarcano in un tour promozionale europeo. Siamo ancora lontani dalle stupende baracconate kitsch e l’abbigliamento cafone che fa impallidire Elton John, ma Ozzy e soci mostrano per la prima volta a tutto il mondo la loro miscela di hard blues, jazz e pesantezza in una forma fresca e ancora non messa a fattore.

Black Sabbath

Ontario Motor Speedway, California Jam

6 aprile 1974
Black Sabbath - California Jam 1974 (Original ABC In Concert broadcast)

Per quattro ragazzotti 25enni dell’equivalente inglese di Trezzo sull’Adda suonare davanti a 250 mila persone urlanti in America può essere terrificante, ma quando Ozzy viene intervistato da un reporter appena atterrato sembra stranamente sorridente e rilassato: «Suoneremo la nostra musica amico, non faremo esplodere il palco o roba simile. Dopotutto conta solo quello». Il merito di tanta tranquillità si deve soprattutto alle montagne di polverina che i quattro hanno aspirato col naso durante il volo in elicottero. Aggiunti alla line-up comprendente Deep Purple e Emerson, Lake & Palmer all’ultimo momento, vennero messi su un volo in economy con 1000 dollari ciascuno in tasca. La band anni dopo avrebbe scoperto che il manager Patrick Meehan si era intascato il resto dei soldi dell’ingaggio, circa 250 mila dollari. Lo show resta iconico per la potenza dei quattro, che nonostante fossero sconvolti dalla coca (o forse proprio per quello) consegnano alla storia uno show incendiario sullo sfondo della scenografia stile “mio mini pony” (un arcobaleno che sovrasta il palco). Indimenticabile l’outfit di Ozzy stile Ultimate Warrior e un Tony Iommi inasspettatamente senza i classici baffi a manubrio.

Black Sabbath

Convention Center, Asbury Park

5 agosto 1975
Black Sabbath - Live In Asbury Park 1975 (Complete Bootleg)

Considerato dai fan una pietra angolare delle esibizioni live dei Sabbath, il concerto rappresenta per molti il picco delle capacità vocali di Ozzy. In procinto di pubblicare il disco Sabotage, la band non fa prigionieri con un set che investe il New Jersey come un treno merci: delle versioni di Hole in the Sky, War Pigs e Spiral Architect suonate quella sera si parla ancora adesso, nonostante ogni tanto Ozzy dimentichi le parole, come in Symptom of the Universe. Ma quella sera non se l’è più dimenticata nessuno dei presenti.

Black Sabbath

Hammersmith Odeon, Londra

11 giugno 1978
Black Sabbath – Live at Hammersmith Odeon (1978 Full Concert) | Remastered HD

Come si sa un bel gioco dura poco, soprattutto quando si fanno merende frequenti a base di alcol e cocaina. A poco meno di dieci anni dai timidi inizi le tensioni interne alla band sono al loro culmine: il comportamento erratico di Ozzy, la frustrazione di Iommi costretto a sobbarcarsi la responsabilità produttiva dei dischi, la depressione di Ward e Butler hanno ormai preso il sopravvento. Nonostante tutto, anche se la critica lo bastona, nella dimensione live il combo riesce ancora a produrre le scintille necessarie per innescare l’esplosione. Una dimostrazione è questo noto concerto londinese dove il suono preciso e calcolato di Iommi, il drumming implacabile di Ward e il passo portante di Butler sostengono un Ozzy che pare esausto nonostante consegni al pubblico la migliore versione live di Snowblind di sempre a detta dei fan. Il tour di Never Say Die! oltre ad essere ricordato come l’ultimo per il cantante è anche quello in cui il pubblico ha il primo assaggio live di quelli che di lì a poco saranno i re incontrastati dell’arena rock: i Van Halen. Sono loro ad aprire i concerti dei Sabbath. «Sono cosi bravi che dovremmo fare noi da opening a loro», ricorderà Ozzy più tardi.

Ozzy Osbourne

Veterans Memorial Auditorium, Des Moines

20 gennaio 1982
Ozzy Osbourne Bites Bats Head Off!

Serata memorabile pochi giorni prima del concerto di Rosemont (vedi sotto), in cui la musica viene adombrata da un episodio cruciale ai fini della reputazione di Ozzy come party animal, predatore notturno, amante dei cibi crudi. Il nostro è già famoso per i suoi show incendiari dove spesso lancia pezzi di carne cruda sul publico, urla, si taglia e si schiaccia i brufoli sempre in bilico tra reale perdita di controllo e stunt pubblicitario, tanto da guadagnarsi il titolo di Prince of Darkness. Un giovane di 17 anni, Mark Neal, decide di fare una goliardata che sicuramente Ozzy apprezzerà: nasconde nella giacca la carcassa di un pipistrello in un sacchetto e a un certo punto la lancia sul palco. Ozzy, il cui nome non è mai stato associato al concetto di lucidità, pensa si tratti di un giocattolo e da consumato showman prende l’animale e si mette la sua testa in bocca. Solo che non è un giocattolo. Ozzy dichiarerà di essersi accorto che non era di gomma fatta in Taiwan quando gli sembrò di vedere un’ala che sbatteva. Forse per la paura, forse per lo smascellamento il nostro serra la bocca e decapita l’animale. Al termine dello show Osbourne sarà portato in ospedale per la profilassi antirabbica mentre l’episodio farà il giro del mondo e lui sarà per tutti The Madman.

Ozzy Osbourne

Rosemont Horizon, Rosemont

24 gennaio 1982
Ozzy Osbourne - Live At Rosemont Horizon Chicago, IL January 24, 1982 HQ Remaster

Pazzo quasi come GG Allin, statuario come Renzo Montagnani, atletico come Giacomo Poretti quando interpreta Tafazzi, Ozzy non sembra il prototipo del frontman leggendario che anima le folle, senza contare che nella celebre band dalla quale è stato sbattuto fuori qualche anno prima a occuparsi della composizione dei brani non è quasi mai lui. Eppure nei primi anni ’80 Osbourne risorge e diventa una forza della natura grazie a Sharon Levy, figlia del manager dei Sabbath che inizia a gestire la carriera di quello che diventerà suo marito. Vengono reclutati musicisti di prim’ordine: Rudy Sarzo al basso, Tommy Aldrige alla batteria e l’enfant prodige del virtuosismo melodico alla chitarra, Randy Rhoads. Il gruppo va in tour estensivamente in Nord America per promuovere i primi dischi solisti di Ozzy e cementa la reputazione del frontman come assoluto animale da palco. È durante questa esibizione, precisamente nell’assolo finale di Mr. Crowley, che il fotografo Paul Natkin scatta una delle immagini più rappresentative di Ozzy, mentre solleva Rhoads per una gamba mentre suona e che diventerà la copertina di Tribute, disco live dedicato al compianto chitarrista.

Ozzy Osbourne

Salt Place, Salt Lake City

18 marzo 1984
Ozzy Osbourne - Salt Lake City 1984 (720p60)

L’assurda morte di Rhoads in un incidente aereo è un brutto colpo per Osbourne ma ci pensa come sempre la moglie a rimetterlo in carreggiata. La serata di Salt Lake City è un esempio lampante di come la band di Ozzy sia resiliente e in grado di garantire uno spettacolo coi controcazzi. Il merito qui è comunque di Jake E. Lee, chitarrista criminalmente sottovalutato che accetta di sobbarcarsi la pesante eredità di Rhoads e lo fa con nonchalance, quasi fosse un riscaldamento. Una leggenda assoluta.

Black Sabbath

NEC, Birmingham

4-5 dicembre 1984
Black Sabbath: Live in Birmingham 1997-12-05

I Sabbath non sono certo i Mötley Crüe ma quella di domani non è la prima volta in cui il quartetto originale si riunisce. È già capitato per due date nella loro città natale, il 4 e 5 dicembre 1997, la prima volta dai tempi di Never Say Die! del 1978. Messe temporaneamente da parte le divergenze personali, la band fa scattare ancora una volta l’alchimia nonostante un problema cardiaco di Ward che fa pensare a una sostituzione last minute (Vinny Appice, altro batterista storico del gruppo, resterà in panchina per tutta la durata dello show come riserva). Questi due concerti sono molto amati dai fan.

Ozzy Osbourne

Budokan, Tokyo

15 febbraio 2002
Ozzy Osbourne Live At Budokan

Grazie a una fulminante intuizione dell’inseparabile moglie Sharon, Ozzy è ormai una star interplanetaria grazie a Gli Osbourne, un tragicomico reality sulla loro famiglia disfunzionale un po’ i Simpson e un po’ 8 sotto un tetto in acido. Lo show, trasmesso su MTV in tutto il mondo, riscuote un enorme successo ma Ozzy sente di essere ormai lontano dall’iconografia del rocker e pericolosamente più affine al Lino Banfi nei panni di Nonno Libero di Un medico in famiglia. Forse per questo decide in un moto d’orgoglio di mettere in piedi un supergruppo comprendente Mike Bordin, batterista/fabbro dei Faith No More, Robert Trujillo, futuro bassista dei Metallica e il fedele asso della pentatonica più veloce del west, Zakk Wylde e fare un grandioso concerto al Budokan di Tokyo. Come a dire: sono un pagliaccio, ok, ma se mi gira ridivento Madman in un secondo.

Black Sabbath

Genting Arena, Birmingham

4 febbraio 2017
BLACK SABBATH - "Paranoid" from The End (Live Video)

Tutto finisce sempre dove è cominciato. Il tour a supporto dell’ultimo album della band, titolato 13 e prodotto sontuosamente da Rick Rubin, non fa eccezione. Tutte le date – chi scrive ne vide due, una a Budapest e l’altra a Hyde Park – sembrano una sorta di alzata per la schiacciata finale, che avviene nella solita Birmingham. Show potentissimo dove il gruppo è affiatato. Unico neo: l’assenza di Bill Ward che dopo la conferenza stampa litiga coi compari (c’entrano i soldi, ma anche la paura di Ozzy e Iommi che Ward non riesca ad avere la tenuta fisica di un set intero), rimpiazzato dal session drummer Tommy Clufetos. Bene ma non benissimo. Benissimo sarà oggi.