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Dal 30 giugno al 17 luglio torna a Cosenza “Le Strade del Paesaggio”. Il festival del fumetto, arrivato alla quattordicesima edizione, torna dopo la pausa del 2020 con un programma speciale e l’obiettivo di raccontare il rapporto tra musica e fumetto, illustrazione, arte disegnata.
La rassegna si aprirà con “Cip… al di là dell’amore”, una mostra ispirata all’ultimo album di Brunori Sas. Le opere esposte sono state realizzate immaginando «nuove narrazioni e giocando sull’ambivalenza del termine “volatile”, riferito sia all’uccello che all’aggettivo, perfetto per riflettere l’era pandemica che tutti stiamo vivendo».
Dopo l’apertura della mostra, il 30 giugno il festival ospiterà anche un panel su musica e arte illustrata a cui parteciperanno Brunori, Robert Figlia, Igor Scalisi Palminteri, Alessandro Baronciani e Colapesce e Dimartino. Infine, ci sarà anche uno showcase in cui il cantautore suonerà la versione acustica dei brani del disco. In questa gallery potete vedere alcune delle opere della mostra, raccontate direttamente dagli artisti che le hanno realizzate. Per ulteriori informazioni sul programma del festival, ecco il sito ufficiale.
La copertina di Cip!, illustrata da Robert Figlia.
«Una metro affollata di volatili grigi e cupi, disabituati alla leggerezza a cui dovrebbero appartenere. Una folla di solitudine, ognuno nella sua paura viaggia verso qualcosa in una routine che è gabbia e riparo al tempo stesso. All’improvviso timore e alienazione vengono spezzati da qualcosa che avevano dimenticato esistesse. Il pettirosso è li in mezzo, a ridare colore a chi l’ha perduto. Come i primi segni di primavera dopo un lungo inverno. L’arte pervade il vagone, e quella metro sembra viaggiare in una nuova direzione».
Marco Brancato
«Volatile è un momento, volatile è il tempo, volatile è la vita che passa anche quando non ci accorgiamo, volatile un pensiero, vola un sogno se gli fai spiccare il volo, tante cose volano nonostante noi».
Fortuna Todisco
«Ho realizzato quattro diversi bozzetti, prima di arrivare al manifesto: in tutte le idee c'era sottesa l'idea di una collettività al servizio di un solo tema. Essendo la mostra il "core" del festival di quest'anno era necessario che questo concetto emergesse chiaro. E quindi ho immaginato un banco di pesci di fogge diverse ascoltare l'uccellino che canta in cima allo scoglio, un'allegoria piuttosto semplice per rappresentare gli illustratori, un gruppo di persone accomunate da uno stesso linguaggio sebbene con peculiarità differenti, al servizio dell'immaginario di Brunori».
La Tram
«Il mio disegno, a una seconda occhiata, potrebbe generare una domanda: l'uccellino, che trascina la nube, ci sta consegnando la pioggia o se la sta portando via? Una metafora semplice per un disegno semplice. La musica ci rallegra o ci rattrista? Io penso che la musica di Brunori, con la giusta dose (o altalena) di ironia e malinconia, sappia fare entrambe le cose. In base a come vi sentite, decidete voi se l'uccellino trascina via la pioggia o si prepara a farci la doccia, così come potete scegliere di quale canzone avete bisogno».
Martoz
«Il pettirosso è un animale dalle forti connotazioni simboliche e religiose. L’ho immaginato come se fosse il big bang: un’esplosione di tutte le energie che attraversano l’universo, che distruggono e creano simultaneamente, nuove forme e colori.
Energie positive e negative che coesistono all’interno del pettirosso, si scontrano ed esplodono scomponendolo in più pezzi. La vasta gamma cromatica che caratterizza l’illustrazione, passando dai colori freddi a quelli caldi,come nel susseguirsi degli stati d’animo, rappresenta l’accettazione del bene e del male che si alternano nella nostra quotidianità»
Andrea Scoppetta
«…cos’è un pettirosso, se non è un pettirosso da combattimento?
E cos’è un pettirosso da combattimento, senza qualche bomba da sganciare?
Soprattutto a che serve la musica, se non ha una bomba da sganciare?
CIP (il pettirosso di CIP) mi ha subito fatto venire in mente citazioni incrociate, accentate.
Da Loredana Berté a Fabrizio De André… e allora perché non metterci i paesaggi (e le “chitarre”) di Krazy Kat. Di George Herriman?
Disegnando, avevo in testa soprattutto “al di là dell’amore”.
E pensavo: che sia Dario, la bomba da sganciare. Che sganci la sua bomba.
Dopo di che: a lui la palla. Io, a modo mio, gliel’ho crossata…».
Luca Ralli
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