Chris Martin parla della collaborazione con i BTS: «Andare in Corea è stato come ‘Ritorno al futuro’» | Rolling Stone Italia
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Chris Martin parla della collaborazione con i BTS: «Andare in Corea è stato come ‘Ritorno al futuro’»

In esclusiva per Rolling Stone un'anteprima dell'intervista che il leader dei Coldplay ha realizzato con Zane Lowe e che andrà in onda stasera su Apple Music

Chris Martin parla della collaborazione con i BTS: «Andare in Corea è stato come ‘Ritorno al futuro’»

My Universe è il primo singolo in collaborazione tra due gruppi molto diversi tra loro: i Coldplay e i BTS. Cantato sia in inglese che in coreano, è stato scritto insieme dalle due band, ed è il secondo estratto del prossimo album dei Coldplay, Music Of The Spheres, in uscita il 15 ottobre. 

Coldplay X BTS - My Universe (Official Lyric Video)

Il frontman dei Coldplay Chris Martin ha parlato del brano e di questa strana collaborazione in un’intervista con Zane Lowe a New Music Daily di Apple Music 1. Ha spiegato che My Universe è una canzone d’amore e ha raccontato com’è nata la collaborazione che ha portato i Coldplay a prendere un volo per la Corea e a incontrare e collaborare con i BTS. L’intervista uscirà stasera, ma qui abbiamo un’anteprima. 

Com’è nata My Universe:

«È una canzone d’amore. È nata da un messaggio d’amore che ho ricevuto, e da un po’ sapevo che i BTS stavano pensando di collaborare con noi. In quel messaggio c’era la frase “my universe” e ho pensato che fosse un buon titolo per una canzone. Ogni tanto chiedo ai produttori con cui lavoriamo se hanno dei loop che gli avanzano e di cui non sanno cosa farsi, e spesso le nostre canzoni pop nascono così. Bill, con cui lavoriamo tanto, Bill Rahko, ci ha fatto questo loop, questa traccia con un po’ di vocals. E io gli ho detto ‘per favore, posso averla?’. Poi mentre stavo guidando mi è uscito il ritornello di My Universe. Quindi sono andato diretto in studio e ho detto, ‘ok, mettiamolo giù ora’. Tutto nello stesso giorno. Poi ho cominciato a cantarlo, e suonava bene. Quindi ho chiamato Phil, il quinto membro del gruppo, e Max Martin e gli ho detto: “penso di avere un brano da dare ai BTS”. Così abbiamo cominciato a comunicare ccon loro e siamo andati in Corea. L’idea della canzone è che parla di un amore difficile o proibito o che non riesci davvero a spiegarti».

Com’è stato collaborare con i BTS:

«Li adoro, li adoriamo, è stato fantastico. Ogni volta in cui abbiamo comunicato davvero, tramite la musica, è stato bellissimo. Quindi sono davvero felice di aver realizzato questo brano, sono grato alla persona che l’ha ispirato, e sono grato alle persone con cui l’ho cantato».

Com’è stato andare in Corea per incontrare i BTS:

«Il viaggio è stato… non so se hai presente in Ritorno al futuro quando Doc indossa una tuta antiradiazioni. Andare in Corea è stato come avere a che fare con 10mila persone tutte vestite così. Siamo dovuti passare attraverso, credo, 13 controlli e test ed è stato difficilissimo entrare. E poi siamo stati cacciati dopo 37 ore. Siamo dovuti partire. È stata dura. E c’è stato un momento in cui ero bloccato in una piccola stanza di albergo, come in una cella. E pensavo, ‘ok, adesso se il mio test per il Covid è positivo, non so dove mi trovo’. Dalla finestra vedevo solo un parcheggio e un pezzo di porto. E pensavo, ‘non ho idea di dove sono, non capisco niente di quello che mi dicono, ma in qualche modo sento che domani riuscirò a incontrare i BTS’. Ed è successo».

Cosa ha imparato dall’esperienza di lavorare con i BTS:

«Il K-pop è molto diverso da quello a cui siamo abituati. Molto diverso. Si può pensare, ‘è tutto finto’ e roba del genere, ma in realtà, all’interno, le band sono band vere. Sono davvero, per quanto ho visto io, amici, in grado di lavorare insieme. In ogni grande boyband o girlband, come le Spice Girls o come… i Coldplay, c’è sempre qualcosa dietro che le tiene insieme. C’è una chimica naturale, e sono semplicemente persone che mi piacciono».


Com’è stato realizzare il nuovo album dei Coldplay, Music of the Spheres

«Be’, è stato molto liberatorio. Ma la verità è che si tratta solo di un po’ di canzoni d’amore ben camuffate e… be’ non così ben camuffate in realtà. Quando fai qualcosa da un’altra parte, hai una grande libertà di dire come ti senti davvero. Quindi c’è un sacco di amore. E anche tanta confusione riguardo a qualcuno come me, che ha ancora molta strada da fare in fatto di comprensione dell’amore e tutto quanto; e poi non c’è solo l’amore romantico ma anche l’amore per gli altri esseri umani. Ma anche come si trattano le persone che non si amano o che non ci piacciono. In un certo strano modo sembra parlare di un altro mondo, degli alieni, ma in realtà parla di qui».

Com’è stato suonare per Global Citizen: 

«Ho molto da imparare su quello che provo e su come vivo la mia vita. Penso che fare cose come Global Citizen sia certamente più utile che non farle. Non so se sia il nostro ideale o se sia il miglior modo per cercare di usare la propria voce e incoraggiare tutti a usare la loro, ma una cosa che diventa evidente quando fai il giro del mondo è che in realtà non c’è davvero una sola persona al comando e che quindi la voce di tutti è importante. Tutti hanno lo stesso diritto di essere qui. E mi piace lavorare con Global Citizen perché è un’organizzazione che incoraggia davvero le voci di ognuno. Non è una questione di popstar che ti dicono cosa pensare. Penso, per una ragione o per l’altra, che a volte mi trovo a mettere in dubbio il mio stesso valore. Per cui, in una prospettiva più ampia, tutto ciò ha ovviamente ancora meno senso. E ho detto è una cosa che penso sia meglio fare».

L’intervista andrà in onda su Apple Music 1, stasera, alle 18.00 CET. Potete ascoltarla qui.

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