Botte, stupri, umiliazioni: cosa dice la mega inchiesta su Marilyn Manson | Rolling Stone Italia
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Botte, stupri, umiliazioni: cosa dice la mega inchiesta su Marilyn Manson


Rolling Stone US ha contattato 55 persone che hanno conosciuto il rocker. Ecco le 10 cose più importanti che rivelano le accusatrici, dagli abusi allo stanzino in cui chiudeva le "ragazze cattive"

Botte, stupri, umiliazioni: cosa dice la mega inchiesta su Marilyn Manson


Marilyn Manson nel 2019

Foto: Suzanne Cordeiro/AFP/Getty Images

Nella serata di domenica Rolling Stone US ha pubblicato una lunga inchiesta sulle accuse di abusi sessuali, fisici e psicologici avanzate a Brian Warner, meglio noto come Marilyn Manson. Negli ultimi nove mesi Rolling Stone ha sentito 55 persone che hanno conosciuto Warner in varie fasi della sua vita, tra cui alcune che non avevano mai parlato pubblicamente o così approfonditamente del caso.

Tre delle accusatrici, tra cui l’attrice di Game of Thrones Esmé Bianco, hanno denunciato civilmente Warner, mentre il dipartimento di Los Angeles ha aperto un’indagine per violenza domestica lo scorso febbraio. Le donne raccontano Warner come uno che prima le attira con complimenti e col suo umorismo nero, per poi abusare di loro con frustate, iniziali marchiate sulla pelle, isolamento forzato e violenza sessuale. Alcune dicono che il musicista le riempiva di droghe e alcol, controllava cosa mangiavano e quando dormivano, abusava di loro emotivamente e fisicamente fino a quando non si piegavano alla sua volontà. Quando dicevano di volerlo lasciare, lui minacciava di uccidersi o peggio di uccidere loro.

Le accusatrici di Warner, vecchi amici e collaboratori descrivono un uomo che nascondeva queste cose in piena vista grazie al personaggio di Marilyn Manson che l’industria aiutava e a sua volta sfruttava per arricchirsi. Nei documenti in tribunale e nelle dichiarazioni del suo avvocato, Warner nega tutto e parla di «un attacco coordinato» da parte di persone che cercano «cinicamente e in modo disonesto di monetizzare il movimento #MeToo» e che «strumentalizzano dettagli banali» di quelle che continua a definire relazioni consensuali.

Ecco le 10 cose più importanti da sapere sulla vicenda.

1Gli abusi risalirebbero a prima del successo

Nel 1997, nella sua prima cover story di Rolling Stone, Warner descriveva la relazione con la madre come «strana… perché c’erano abusi, ma da parte mia». Nella sua biografia ha scritto che una volta l’ha fregiata con una bottiglia di profumo perché pensava che avesse tradito il padre.

Tim Vaughn, che afferma di essere stato suo amico all’inizio degli anni ’90, ricorda che spesso Warner insultava e attaccava la madre. Una volta, ricorda, «l’ha inseguita per un corridoio con l’asta di un microfono. Quando gli ho chiesto cosa diavolo stesse facendo, mi ha risposto: “Quella stronza arriva sempre al momento sbagliato”».

Nel libro, Warner ha raccontato che, come parte dei suoi primi spettacoli, abusava di una donna che chiamava Nancy, teneva al guinzaglio e picchiava sul palco. Lo faceva perché voleva «parlare della società patriarcale, non perché mi eccitava l’idea di trascinare per il palco una donna mezza svestita», ha scritto. Nel libro racconta anche di aver pianificato l’omicidio di Nancy con un membro della band, per poi cambiare idea (“Nancy” è stata contattata al telefono, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni).

2Le perversioni sessuali risalgono almeno ai primi anni ’90

Tre persone che dicono di aver frequentato Warner all’inizio degli anni ’90 sostengono che lui avrebbe mostrato dei video delle sue performance sessuali. Russell Vaughn ricorda di una serata passata con il fratello Tim, un’amica e Warner. «Brian ha tirato fuori una video compilation di tutte le ragazze che aveva chiuso nell’armadio per fare del sesso orale», racconta. «Ne andava orgoglioso». Sia il fratello che l’amica, che ha chiesto di restare anonima, hanno confermato di aver visto quel video.

3Manson fa battute sulla violenza sessuale da decenni

Alcuni vecchi amici dicono che Warner ha sempre scherzato sul tema della violenza sessuale e che non ha mai smesso di farlo. Nella biografia del 1998, Warner racconta di «uno scherzo» fatto a una donna con Jeordie White, un musicista della sua band. Le avevano detto: «Ti violenteremo nel parcheggio e poi ti investiremo con la tua auto». Durante un concerto del 2009, ha detto al pubblico: «Se ridi dopo averla scopata, non è stupro».

«Ci scherzava su di continuo», dice una fonte, confermando quanto detto da tantissime persone intervistate per l’inchiesta. «Amava l’idea dello stupro, ne parlava, guardava le scene nei film». Anche Bianco, parlando di una delle accuse contro Warner, dice che «parlava di stuprarmi prima ancora di iniziare a frequentarlo».

4Usava spesso la N-word

Molte fonti confermano che Warner usa spesso la parola che inizia con la enne. «Lo faceva con una certa frequenza, godeva nel dirlo di fronte a un nero».

5Aveva una strana ossessione per il nazismo

I fan di Manson sanno bene quanto Warner giocasse con l’immaginario del totalitarismo, dal logo che ricorda quello delle SS all’estetica ispirata al Portiere di notte usata nel perodo di Golden Age of Grotesque. Secondo alcuni, però, il suo interesse nel Terzo Reich è più profondo.

Quando Warner ha invitato Rolling Stone a casa sua, nel 2015, ha mostrato ai giornalisti una bombola inutilizzata di Zyklon B, il gas che usavano i nazisti per uccidere gli ebrei durante l’Olocausto. «Era strano», ricorda una fonte. «L’ho visto mostrarlo ai suoi amici ebrei, come se fosse una cosa curiosa».

Nella sua denuncia, Bianco dice che il cantante la «picchiava con una frusta che diceva appartenesse ai nazisti». In quella di Ashley Morgan Smithline, invece, si dice che Warner «voleva che lei comprasse tutto il materiale nazista che riuscisse a trovare» (Warner nega le accuse e dice che sono parte di un attacco coordinato con l’obiettivo «di confondere l’immagine e lo stile della persona con quella del personaggio shock rock di Marilyn Manson»).

6Abusava fisicamente e verbalmente anche di musicisti e collaboratori

Un ex collaboratore di Warner, anche lui contattato per l’inchiesta di Rolling, ha detto che Manson abusava anche dei membri della sua band e di chi lavorava per lui. Molte persone che lo conoscono dicono che era un maestro della manipolazione: chiedeva, per esempio, a fidanzate e collaboratori di tenere d’occhio chiunque parlasse male di lui. «Non potevi fidarti di nessuno», dice una fonte.

Nel 1996, in un momento di grande tensione per la band, durante uno showcase della sua etichetta Manson ha scagliato l’asta del microfono sul batterista Kenneth Wilson, mandandolo in ospedale. «Suonavo la batteria e cercavo di leggergli nel pensiero», ha detto un anno dopo. «Se sbagliavo un passaggio rischiavo di prendermi un’asta sul cranio» (Wilson non ha voluto rilasciare nuove dichiarazioni. Un portavoce di Warner, invece, commenta così i racconti di questi incidenti: «È importante specificare che tutte queste cose sono avvenute su un palco, durante un concerto rock’n’roll»).

Warner ha anche aggredito il bassista Fred Sablan e lanciato l’asta sulla batteria di Jason Sutter. Molti confermano che trattava male la crew. «Una volta, a Las Vegas, c’era uno specchio di scena», racconta una fonte che lavorava al tour del 2012. «Non funzionava come voleva, così ha cercato di sfondarlo con l’asta. Dietro però c’era lo stage manager, che è finito a terra e poi in ospedale».

7Aveva una “Bad Girls’ Room” che usava per torture psicologiche

Nel suo appartamento Warner aveva una cabina per la registrazione della voce che aveva trasformato in quella che definiva con orgoglio la “Bad Girls’ Room”, la stanza delle ragazze cattive, un posto che collaboratori e ragazze descrivono come una cella di isolamento costruita per torturare psicologicamente le donne. Warner la usava per picchiarle e tenerle lì dentro per ore.

Ribadendo un’accusa citata nella sua denuncia contro Warner, Smithline ha detto a Rolling Stone che la costringeva spesso a stare per ore in quella stanza, grande come il camerino di un negozio di vestiti. «All’inizio la faceva sembrare una cosa figa», racconta. «Poi è diventata punitiva. Gridavo, ma nessuno poteva sentirmi. All’inizio, quando cerchi di combattere lui si gode la scena. Ho imparato a non farlo, per non dargli soddisfazione. Cercavo di pensare ad altro». Warner ha detto che le accuse di Smithline sono false.

8Iniziava le relazioni con il “love bombing”

Quasi tutte le donne che hanno accusato Warner di abusi parlano dell’inizio della loro relazione come di un periodo di complimenti e gesti affettuosi. Bianco lo definisce “love bombing” (cioè riempire una persona di regali con l’obiettivo di manipolarla in futuro) e dice che è iniziato subito, un atteggiamento confermato anche da altre accusatrici. «Ero lusingata», dice Bianco. «La prima cosa che mi ha detto è stata letteralmente: “Sono un tuo fan da anni”. Ora so che erano stronzate».

«Diceva che era l’unico a capirmi», racconta Smithline. La modella Sarah McNeilly, che compare tra le accusatrici, dice che Warner le ha detto di essere innamorato dopo una sola settimana. «Voleva che scegliessi un abito da sposa», racconta. «Voleva fare un figlio. Non avevo mai avuto una relazione così… era tutto finto».

Il chitarrista Rob Holliday, invece, racconta che per quanto ne sa lui Manson è sempre stato un gentiluomo lontano dal palco e che è «un dolce emarginato incompreso».

9È accusato di molteplici violenze sessuali e abusi

Le interviste e i documenti del tribunale analizzati da Rolling Stone raccontano di accuse numerose e orrende. Smithline dice che Manson l’ha strangolata, morsa, che ha inciso le iniziali “MM” sulla sua coscia, che l’ha ustionata senza consenso «perché lo gratificava sessualmente» e che l’ha stuprata «più volte». Bianco, invece, dice che la loro relazione prevedeva uso di droghe, controllo costante, abusi fisici e violenza sessuale.

McNeilly ha detto a Rolling Stone che Warner l’avrebbe «spinta contro un muro, aveva una mazza da baseball in mano e diceva che mi avrebbe spaccato la faccia», mentre l’ex assistente Ashley Walters l’ha accusato di «offrirla» ai suoi amici, incoraggiandola ad «accontentare ogni loro desiderio».

Un’accusatrice anonima, che l’ha denunciato per violenze sessuali (nei documenti processuali è chiamata Jane Doe), dice che Warner l’ha «costretta sul pavimento» e violentata. «Diceva che l’aveva fatto ammattire, che era lei a costringerlo a comportarsi così», dice la denuncia. «Più tardi, mentre era in corridoio, le ha detto: “Non costringermi più a rifarlo”». Dopo il presunto stupro, dice Doe, Warner ha minacciato di ucciderla e di «sfondarle il cranio», vantandosi che «l’avrebbe fratta franca» perché «lei era nessuno e lui era una celebrità con contatti nella polizia».

In una dichiarazione rilasciata tramite il suo avvocato, Warner ha negato «le accuse squallide e false» di violenza sessuale. L’avvocato ha detto che tali accuse «hanno tre cose in comune: sono false, sarebbero avvenute più di dieci anni fa e fanno parte di un attacco coordinato di ex partner e collaboratori che hanno strumentalizzato dettagli della sua vita privata e di relazioni consensuali per confermare assurde storie dell’orrore».

10Le accusatrici si sono incontrate un anno fa

Nell’ottobre del 2020, una mezza dozzina di accusatrici, tra cui Walters, Smithline, Bianco, l’attrice Evan Rachel Wood e McNeilly si sono incontrate in una casa di Los Angeles. Alcune si conoscevano già, altre no, ma tra tutte c’era un legame: avevano detto che Warner le aveva violentate.

Bianco tremava e piangeva mentre raccontava di come Warner la inseguiva con un’ascia, facendo buchi nei muri. Alcune delle storie raccontate quel giorno hanno sconvolto Walters: «Non riuscivo a credere che fosse successo a così tante ragazze. Quando abbiamo iniziato a parlare era come se vedessi le loro facce insanguinate. Pensavo di essere l’unica».

Circa tre mesi dopo, Wood ha accusato Warner direttamente. L’ha fatto dopo anni di speculazioni, dopo aver parlato di violenza domestica senza mai nominare chi l’aveva compiuta. «Ha iniziato a toccarmi quand’ero adolescente e ha abusato di me in maniera orribile per anni», ha scritto su Instagram. «Il suo nome è Brian Warner, conosciuto in tutto il mondo come Marilyn Manson. Sono qui per smascherare quest’uomo così pericoloso e puntare il dito contro tutti quelli che gli hanno permesso di continuare, prima che rovini altre vite». Walters, Smithline e McNeilly sono solo alcune delle donne che hanno rilasciato dichiarazioni simili contro Warner, tutte nello stesso giorno del post di Wood.

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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