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Ariana Grande, dancin’ on her own

La popstar è tornata con un disco che analizza la fine di una storia d'amore, tra r'n'b e un feat con sua nonna. Se aspettavate un album pieno di BOP (gergo giovanile per dire "pezzoni dance su cui ballare") questo disco non fa per voi. Se invece volete atmosfere r'n'b da inizio millennio e armonie vocali allora siete nel posto giusto

Ariana Grande. Foto: Katia Temkin

Chi lo sa, forse anche Ariana Grande ha un amico che l’ha ammorbata con la tecnica giapponese del kintsugi. Sì, proprio quella che consiste nel mettere l’oro nelle crepe degli oggetti in modo che possano tornare interi e a risplendere. Per alcuni semplice tecnica di restauro, per altri forse anche terapia, per tutti argomento di conversazione che aveva già stufato nel 2010.

Per il suo nuovo disco, che di argomenti interessanti invece ne ha eccome, l’immagine di riparare e tornare a splendere forse è appropriata. Eternal Sunshine, il suo nuovo album, neanche era previsto. Ariana aveva dichiarato che la sua nuova musica sarebbe arrivata dopo l’uscita del film Wicked, e invece eccoci qua. C’entra che ha divorziato da Dalton Gomez e ha iniziato a volerlo raccontare.

Ariana Grande è stata l’emblema delle spose dell’era Covid. Era il 2021 quando si sposava in casa e lo annunciava su Instagram. Due anni dopo l’amore è finito, ed ecco Eternal Sunshine. Che cos’è l’amore? Si chiede in apertura. A saperlo, Ariana.

Il titolo è chiaramente un omaggio al film di Michel Gondry di cui si riprendono alcune scene nel video del singolo di lancio (il secondo, a dir la verità) We Can’t Be Friends. Forse la traccia manifesto del disco, un brano pop tutto cori con una base che potrebbe ricordare Dancin’ on My Own di Robyn: “We can’t be friends, but I’d like to just pretend / You cling to your papers and pens, wait until you like me again“.

E se avevamo lasciato la popstar con il disco Positions, uscito a raffica dopo quello prima, e a tracce come Thank You, Next in cui la sua attitude era decisamente più sexy, qui Ariana calma l’ormone e si fa tantissime domande. Nella traccia Bye, la seconda del disco, canta di andarsene di casa: “Prendo le mie cose, Courtney ha appena accostato nel vialetto / È arrivato il momento, ciao ciao!”. E lo fa nella maniera più allegra possibile. Da lì iniziano le domande: benvenuta nell’età adulta, Ari.

Alla produzione c’è sempre Max Martin, e il patto tra i due, questa volta, sembra essere chiaro: omaggiare l’r’n’b che fu, quello di fine anni ’90/inizio 2000, contaminandolo con quell’atmosfera sognante in cui Ariana sembra immersa ultimamente (siamo sicuri c’entri il suo ruolo fatato nel prequel di Oz). Poi c’è un brano che si chiama The Boy Is Mine, sì, ispirato da quella The Boy Is Mine (ma è un’altra canzone), e su Twitter la gente ha iniziato a fare i conti per capire se in quel pezzo si parlasse di Ethan Slater. Poi c’è Mariah Carey sul remix di Yes, And?, e anche qui giù di omaggi agli anni ’90. «Lei è la mia ispirazione più grande», dice Ariana.

Poi c’è un tributo (ora le chiamano interpolazioni) a Cry Me a River di Justin Timberlake nel pezzo che dà il nome al disco. Ma l’unico feat. dichiarato è quello con sua nonna di 98 anni. Nel brano che chiude il disco si tirano le somme: “Se non ti senti a tuo agio nel dare il bacio della buonanotte al tuo partner, anche dopo un grande litigio, allora sei nel posto sbagliato. Vattene”. Nessuno sa le cose come le nonne.

A ogni modo, se aspettate un album pieno di BOP (gergo giovanile per dire “pezzoni dance su cui ballare”), questo disco non fa per voi. Se invece volete ascoltare un disco con un mood preciso, in cui perdervi tra le armonie vocali illudendovi di essere a inizio millennio, allora siete nel posto giusto. Anche questo lo dice la nonna.

La tracklist:

intro (end of the world)
bye
don’t wanna break up again
saturn returns interlude
eternal sunshine
supernatural
true story
the boy is mine
yes, and?
we can’t be friends (wait for your love)
i wish i hated you
imperfect for you
ordinary things (feat. nonna)

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