Mancha, l’anteprima del video di ‘Solo quando voglio’ | Rolling Stone Italia
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Mancha, l’anteprima del video di ‘Solo quando voglio’

La solitudine non è sempre drammatica. Può anzi aiutare a elaborare emozioni e stimolare la creatività. Lo racconta questa canzone che mette in musica il desiderio di stare soli in modo festoso e sfacciato

Un immaginario surreale, con citazioni di Billie Eilish e Placebo. E un pezzo fra r&b e funk che racconta il desiderio di stare soli con un’accezione positiva. È il video di Solo quando voglio, il secondo singolo di Mancha che potere vedere qui in anteprima.

Ad ispirare il videoclip, racconta il regista Bruno Nogarotto, «è stato in primo luogo il brano. Ho interpretato il passaggio da lento a veloce come un passaggio tra un mondo reale a uno immaginario. Nel video Mancha rappresenta un artista che si scontra con la sua solitudine e che attraverso la sua immaginazione riesce a tramutarla in arte».

Il cantante e alcuni bambini si muovono all’interno di una sorta di cubo rosso. «L’idea è che questa ambientazione surreale sia frutto dell’immaginazione del cantante», spiega il regista. «La scelta di utilizzare dei bambini è stata fatta perché non hanno nulla a cui pensare se non giocare e divertirsi.  L’idea del cubo rosso è una citazione al videoclip Teenage Angst dei Placebo, ma la fonte di ispirazione maggiore è stato il video di Billie Eilish Bad Guy».

Nato nel 1999 e cresciuto in provincia di Bologna, vero nome Leonardo Parmeggiani, già autore di Crimine, Mancha racconta che Solo quando voglio è nata due anni fa. «Ero sdraiato sul letto e stavo ascoltando qualche loop su Internet e un particolare giro iniziale di chitarra richiamò la mia attenzione, sia per la melodia sia per la qualità lo-fi/downsample. Sono partito da lì. Volevo ottenere una impronta fresca e prevalentemente acustica. Successivamente, Dario Pruneddu, a cui si devono l’aggiunta di fiati e contrabbasso alla canzone, ha saputo dare una svolta geniale al pezzo, pur mantenendo la linea iniziale. Abbiamo deciso di registrare il più possibile strumenti acustici. Io sono un fan del feel con strumenti suonati e registrati dal vivo, hanno più groove e più potenza. Credo che la svolta stia proprio in questo». 

La frase chiave della canzone, “sono solo quando voglio”, è la prima che è uscita dalla bocca di Mancha una volta finito il beat. «Sono subito andato al ritornello e ho iniziato a cantare quella frase ripetutamente per non perdere la ritmica e la melodia che mi erano comparse in testa, fino ad accorgermi che il ritornello suonava bene così senza bisogno di sostituire o aggiungere parole. Ci sono momenti in cui fatico a sopportare le persone e ciò che mi circonda nella quotidianità. A volte sento il desiderio di isolarmi per qualche giorno, senza rotture di coglioni. La canzone è nata in un periodo della mia vita in cui avevo troppe persone attorno a me, pretese e aspettative nei miei confronti».

«Solo quando voglio parla del mio bisogno di prendere ogni tanto le distanze da chi non voglio avere intorno, dalle pressioni, dalla routine ma anche semplicemente del fatto che a volte stare soli è bello. Passare del tempo con se stessi è importante, è produttivo. Più conosco me stesso più scavo dentro di me e più roba tiro fuori. La solitudine riesce a farmi elaborare delle emozioni che altrimenti eluderei. Il testo parla della solitudine, ma non con accezione negativa, è la solitude inglese che descrive il piacere di stare soli. Associamo alla condizione di solitudine sentimenti di tristezza, malinconia, nostalgia spesso tradotti musicalmente con canzoni lente e con melodie che evocano questa atmosfera. Io al contrario volevo dare al pezzo il senso opposto, un contenuto festoso, allegro e  sfacciato. Insomma volevo qualcosa di carico». 

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