Con i Bruuno dentro l’abbraccio morbido della paura | Rolling Stone Italia
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Con i Bruuno dentro l’abbraccio morbido della paura

Una band dal suono deciso come non ne sentivamo da tempo, tra richiami sonori al Teatro degli Orrori o ai Fine Before You Came e un'identità già affermata

I Bruuno sono come la mia barba. A seconda della cultura personale di chi la vede, somiglio a una persona diversa. Lennon, Brunori, Kinsella, per i religiosi Gesù e per più piccoli Babbo Natale. Allo stesso modo, in soli cinque anni di attività, i cinque ragazzi di Bassano del Grappa hanno riportato alla mente di chi li ascoltava la premiata ditta One Dimensional Man/Il Teatro degli Orrori, i Linea 77, i Fine Before You Came, ma pure i Rites Of Spring e Big Black. Allo stesso modo, come io mi trovo a rispondere che sono soltanto uno con la barba, i Bruuno sono soltanto loro stessi. Un segno distintivo di una band che matura, tecnicamente e artisticamente, in maniera personale e dà prova di conoscere la parola creazione, senza confonderla con emulazione.

Dopo Belva (2016) e Deconcetrazione (2018), Paura è il titolo dell’ultimo EP, in uscita domani su V4V, di cui abbiamo in anteprima Abbraccio Morbido della Paura, traccia-manifesto che da sola rende idea di quanto appena detto. “Un’antica emozione, amica di vecchia data, si insinua dentro di noi come spirito nel guscio: la paura” nelle parole dei diretti interessati, con una proprietà di sintesi diremo invidiabile.

Con i gruppi post-hardcore di casa nostra, specie quelli usciti dopo il 2010, lo sport nazionale è pontificare, inventare discussioni inesistenti, appendersi urticanti al “bravi, ma”. Quindi il consiglio più spassionato che possiamo darvi è di ascoltarli e di farli vostri come vi pare, ché sono un gruppo della gente in grado di creare momenti capaci di catturare l’attenzione di persone cresciuta a pane e The Jesus Lizard, mica di quelli col culo al caldo dei Palasport. Il consiglio, se non sapete di cosa stiamo parlando, è quello di sbrigarsi ad ascoltarli, questi Bruuno, perché rockeggiano. Dio, anzi Belzebù, se rockeggiano. E hanno anche testi che non dicono cazzate. E senso della frase. E delle canzoni, canzoni vere, belle. Che ora s’incazzano, di brutto, ma basta che ti distrai un attimo e ti avvolgono stretto. E se da buoni esterofili doveste accusare ancora nel 2019 l’italiano, primo vedete se non vi rimangono in testa se vi smollate un po’ (lo fanno) e poi andate a vedere uno dei loro concerti. Et voilà: scoprirete che anche a voi piacciono i Bruuno.

Sono anche uscite le prime date del tour, prendete nota:

– 15 Novembre – Roma – Wishlist
– 16 Novembre – Schio (VI) – Arcadia
– 29 Novembre – Pordenone – Astro Club
– 06 Dicembre – Monza – Tuttoilnostrosangue

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