‘Alessandra’, il nuovo video antifascista degli PSICOLOGI | Rolling Stone Italia
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‘Alessandra’, il nuovo video antifascista degli PSICOLOGI

Magliette militanti, una certo nonno "che ha fatto la storia" e la cultura malata del pop italiano: i due rapper non hanno simili nella scena di oggi

“Al padre di Alessandra manca suo padre, che indubbiamente ha fatto la storia. Ma fatti due domande se per un uomo così grande, non c’è il giorno della memoria”. Non serve un grande sforzo per capire chi è il nonno di Alessandra qui in questione.

Alessandra è il nuovo singolo degli PSICOLOGI, il duo formato da Drast & Lil Kaneki che è già diventato un piccolo culto nel mondo rap, anche per alcune cose non propriamente comuni: una produzione che di rap ha ben poco (molto più vicina al mondo emo e indie) e temi che, nonostante la loro giovane età, affrontano temi sociali e politici, problemi di gioventù e disagi lavorativi.

Il singolo è prodotto da Frenetik & Orang3.

Abbiamo colto l’occasione per chiedere ai due rapper anche qualcosa sui temi che vengono toccati nella canzone: il fascismo e l’antifascismo, l’Italia “pop” (“Guarda Le Iene e poi Studio Aperto”) e la polizia.

Come vedete il rapporto con il fascismo delle nuove generazioni?
Il fascismo per fortuna l’abbiamo solo sentito raccontare. Sembra inverosimile oggi una vita in cui le libertà di pensiero e di parola sono limitate, un vero incubo. Abbiamo sentito il bisogno di parlarne per esorcizzare la paura che possa tornare

Siete tra i pochi che parlano consapevolmente dei problemi “pop” dell’Italia (Le iene, ad esempio). Come pensate si possa uscire da questa spirale?
Finché ci sarà chi condivide determinati pensieri uscirne sarà impossibile, e forse anche inutile.

Com’è nata la collaborazione con Frenetik & Orang3?
Hanno ascoltato il provino di Alessandra e qualche settimana dopo eravamo in studio insieme a registrare, sembrava un sogno. Siamo cresciuti ascoltandoli, mai avremmo pensato di collaborare con loro!

Chi sono i ragazzi e le ragazze del video?
Noi scriviamo di noi stessi e sappiamo di scrivere anche di tutti quelli che ci ascoltano. Così è nata l’idea di far partecipare al video alcuni dei ragazzi che ci seguono, abbiamo chiesto loro di interpretare a loro modo la canzone tramite un gruppo Telegram, e secondo noi il risultato spacca.

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