Anche in Italia si preparano test per la ripartenza dei concerti | Rolling Stone Italia
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Anche in Italia si preparano test per la ripartenza dei concerti

«Già individuate tre location», spiega il presidente di Assomusica. Secondo Barbaro di OTR Live i test come quello di Barcellona non servono: «In estate si potrà lavorare meglio dell’anno scorso»

Anche in Italia si preparano test per la ripartenza dei concerti

Foto: Raul jimenez/Unsplash

In questi giorni vi sarete chiesti: come mai in Spagna si fanno test per far ripartire i concerti mentre in Italia tutto tace? A Barcellona si sono tenuti due live di prova, davanti a 500 e 5000 persone, con la mascherina ma tutti insieme, ammassati a ballare e cantare sotto un palco dopo essere stati tutti sottoposti a un test antigenico. E in Italia? Ce la siamo chiesti anche noi. Anzi, per fare un passo ulteriore abbiamo rivolto la domanda a chi lavora nel settore e ha un ruolo di primo piano nella rappresentanza degli spettacoli live. Come Vincenzo Spera, presidente di Assomusica (l’associazione dei produttori e degli organizzatori di spettacoli di musica dal vivo), il quale ci ha spiegato a che punto si trova il lento processo di ritorno alla “normalità” degli spettacoli.

«Il concerto svolto in Spagna e gli altri di cui si è parlato sono dei test e non una ripresa vera e propria. In buona sostanza, hanno voluto dimostrare che rispettando le norme e i protocolli, e con le verifiche successive, il rischio diventa quasi inesistente. Anche noi abbiamo elaborato delle linee guida e una serie di procedure funzionali e tra maggio e giugno sono state individuate tre location: un teatro, uno spazio all’aperto con circa 2000 posti e un altro con maggiore capienza per andare a verificare le varie situazioni e avere un quadro complessivo. Inoltre, possiamo contare sull’esperienza dello scorso anno, dove in estate i risultati erano stati ottimi, con uno zero come numero di contagi».

In buona sostanza, si sta provando a ripartire anche da noi, anche se la difficoltà risiede nel non avere, per ora, «un momento di inizio» e senza questo «è difficile fare programmazioni serie». Detto ciò, il presidente di Assomusica ha precisato che, rispetto ad altri Paesi europei «in Italia c’è grande prudenza, ma noi chiediamo fortemente di lavorare quest’estate con capienze almeno da 2000 persone».

Quali sono gli ostacoli che rimangono? Sembra ormai una cantilena, però lo scoglio maggiore è ancora una volta rappresentato dalla politica: «Ogni comune fa capo a sé, quindi potrebbe succedere di tutto e di più con autorizzazioni e licenze», dice Spera. «Senza dimenticare che bisogna chiarire la gestione dei colori delle regioni, perché se inizi una tournée e poi ogni due settimane ti cambia il colore di dove andrai a esibirti è impossibile organizzare qualcosa di continuativo». Purtroppo, quello che è avvenuto nel recente passato non rincuora. «Coordinamento con il governo? Su questo tema non c’è proprio stato, fin dall’inizio. Il dettato era che “non se ne parla” e se ne parliamo ci atteniamo al Comitato Tecnico Scientifico. Per cui non è stata fatta nessuna ipotesi di lavoro, né a livello governativo né con altri soggetti nel mondo musica, visto che ognuno si è fatto il suo protocollo. Ma ora è necessaria omogeneità. Siamo corsi dietro al virus provando a curarlo, ma se non immaginiamo come sarà la vita dopo diventa impossibile ricominciare».

Nel frattempo, come detto, il 27 marzo a Barcellona si è tenuto l’ultimo esperimento: i Love of Lesbian hanno suonato al Palau de Sant Jordi davanti a 5000 persone. In Olanda, lo scorso 20 marzo è andato in scena uno degli eventi di Back to Live!, programma voluto da operatori musicali e governo con il festival Lowlands di Biddinghuizen: il numero dei partecipanti ridimensionato a 1500 spettatori e per poter accedere tutti hanno dovuto sottoporsi a un tampone antigenico 48 ore prima del concerto, mentre il giorno stesso sono stati eseguiti 150 tamponi rapidi a campione. Esperimenti riusciti che ora alimentano speranze. «Noi non facciamo esperimenti, perché continuiamo a pensare che in estate si potrà lavorare bene, meglio dell’anno scorso, con più capienza, più disponibilità dal governo e dagli enti locali per fare ottimi concerti», dice Francesco Barbaro, fondatore di OTR Live riferendosi all’estate 2020 quando si sono tenuti concerti in tutta Italia con spetattori distanziati, con mascherina e con una capienza massima di 1000 posti all’aperto.

Quando si partirà? «Tra luglio, agosto e settembre», dice Barbaro. «Non con il pubblico in piedi, sarà ancora seduto e distanziato però con più dei 1000 persone com’era invece l’anno scorso. Noi chiediamo che la capienza sia almeno di un terzo della location, ci pare una prospettiva di buonsenso». Ma anche lui ha confermato che l’ultimo ostacolo è sempre quello della politica. «Purtroppo è sempre la solita storia in Italia, oltre ai proclami poco e nulla. Ci sono state belle iniziative come La Musica che Gira e simili. Noi mettiamo a disposizione la nostra professionalità, chiedo alla politica di mettere a disposizione la propria competenza per operare in sicurezza. Comunque ci prepariamo a lavorare tanto».