10 cose che forse non sapete di ‘Dirt’ degli Alice in Chains | Rolling Stone Italia
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10 cose che forse non sapete di ‘Dirt’ degli Alice in Chains

La fuga dallo studio di registrazione per via della rivolta a Los Angeles, ‘Rooster’ scritta a casa di Chris Cornell, l’eroina e altre storie dell’album uscito esattamente trent’anni fa

Gli Alice In Chains negli anni 90. Foto: Al Seib/Los Angeles Times via Getty Images

Gli Alice In Chains nei primi anni '90

Foto: Al Seib/Los Angeles Times via Getty Images

Se è Nevermind dei Nirvana del settembre 1991 a lanciare il grunge su scala planetaria, è Dirt degli Alice in Chains uscito il 29 settembre 1992 a cristallizzarne l’umore più cupo, fatto di tossicodipendenza e disperazione.

Prodotto da Dave Jerden come il primo disco Facelift (uscito su major molto prima dell’esplosione mediatica del grunge), Dirt si imbeve ancora di più di sonorità alla Black Sabbath e si fa greve, ammorbato, catatonico. Il lirismo malato di Layne Staley sprofonda nella voragine della perdizione in Down in a Hole, si fa moribondo in Junkhead, per poi languire definitivamente in Dirt. È il sodalizio artistico con Jerry Cantrell, che è anche il principale songwriter, a rianimarne la tossicità claustrofobica con il raddoppio delle voci e linee melodiche che diventano un marchio di fabbrica.

Pur non essendo un album facile, Dirt resta nella classifica americana per 102 settimane. La crescente tossicodipendenza di Staley porterà la band all’inattività e alla morte del cantante nel 2002. Dirt è molto più di un disco grunge: è la dannazione senza resurrezione, è il morbo terminale senza musica salvifica, nonché un classico hard & heavy.

Ecco 10 cose che forse non sapete del disco.

1“Would” è stata registrata grazie all’anticipo di “Singles”

Il regista Cameron Crowe, che stava lavorando alla colonna sonora del film Singles in uscita per la Warner Bros, aveva chiesto a Jerry Cantrell un brano. Il chitarrista, che aveva già scritto Would? in omaggio all’amico e cantante dei Mother Love Bone Andrew Wood morto nel 1990, l’ha registrata grazie a un anticipo elargito per il film. È il brano più orecchiabile di Dirt ed è stato prodotto da Rick Parashar, mentre il resto dell’album ha il tocco di Jerden.

2Gli Alice in Chains sono scappati dallo studio di registrazione

I disordini di Los Angeles iniziano a South Central il 29 aprile 1992 dopo l’assoluzione di quattro agenti di polizia che l’anno prima hanno pestato a sangue l’afroamericano Rodney King. La band, che si trova agli Eldorado Studios di Burbank, affitta due Volvo, transita da Venice per prendere qualche vestito e scappa a Joshua Tree, fino a quando la rivolta si placa. «Attraversare Los Angeles è stata un’odissea», ha detto Cantrell. «Ci siamo fermati a far benzina, a comprare del cibo e dell’acqua, e avevamo paura persino ad alzare gli occhi da terra, perché un solo sguardo sbagliato bastava a scatenare la violenza. Le persone assaltavano i supermercati, incendiavano le auto, c’era un clima da guerra civile».

3“Dirt” è nato in parte nello stesso studio del “Black Album” dei Metallica

Gli Alice in Chains amavano i Metallica ed è anche per questo motivo che decidono di registrare in parte il disco allo studio One on One di Los Angeles, dov’era stato fatto il Black Album. Lars Ulrich aveva consigliato alla band di recarsi lì perché era possibile produrre un suono di batteria grandioso. In effetti Sean Kinney in Dirt risulta di una potenza mai sentita.

4“Rooster” è stata scritta a casa di Chris Cornell

C’è stato un periodo in cui Cantrell non aveva una casa fissa e veniva ospitato da amici. Mentre è ospite a casa di Chris Cornell e della moglie Susan Silver, allora manager sia dei Soundgarden che degli Alice in Chains, il chitarrista scrive Rooster pensando al padre che ha combattuto in Vietnam. «Aveva divorziato da mia madre quand’ero piccolo, poi lei era morta e in passato gli rimproveravo di non essere stato il genitore che avrei voluto. Ora finalmente riuscivo a mettermi nei suoi panni e a comprendere i suoi drammi. Io non sarei stato migliore al suo posto, anzi. Rooster ha sancito un nuovo inizio nel nostro rapporto e ha rinsaldato tutti i legami di famiglia guarendone le ferite. È un brano importante per me». Curiosità: durante le riprese del video, dove compare anche Cantrell Sr., Layne è talmente fatto che il regista Mark Pellington gli fa indossare degli occhiali da sole per nascondere le pupille.

5Layne Staley non voleva essere guardato mentre registrava

Staley era appena stato in rehab, ma durante la registrazione dell’album torna a farsi in modo pesante. Jerden, che aveva lavorato con la band due anni prima, ricorda che i ragazzi erano molto cambiati. Avevano tutti problemi di dipendenza da una qualche sostanza e non sapevano gestire l’improvvisa fama. «La gente mi guarda come se fossi merce», diceva Layne, tanto da voler scomparire e non voler essere guardato mentre incideva le parti vocali.

6L’album non è un inno alla droga, semmai il contrario

«Ho scritto di droghe, ma non l’ho fatto in modo sconsiderato o senza cautela», ha detto Staley a Rolling Stone US nel 1996. «Per anni mi hanno soddisfatto, ora mi si rivoltano contro, ed è come stare all’inferno. Non voglio che i miei fan pensino che farsi d’eroina è figo». Alla madre Nancy McCallum diceva che «vengono da me e mi danno pacche sulle spalle. Sono fatti e cercano la mia complicità. Perché non ascoltano le parole delle mie canzoni? Perché non ci arrivano?».

7Nella traccia “Untitled”, nota anche come”Iron Gland”, c’è Tom Araya degli Slayer

Sebbene Cantrell sia sempre stato l’autore principale del gruppo, Staley compare quale autore unico di Hate to Feel e Angry Chair, nelle quali ha anche suonato la chitarra. La voce in Iron Gland è del frontman degli Slayer Tom Araya. Il brano è talmente inquietante da essere respinto dalla band. Cantrell riesce a imporlo promettendo che non verrà mai suonato.

8Staley è stato costretto a tagliarsi i dread per la puzza

«I dreadlocks si erano formati spontaneamente perché non si lavava ed erano diventati parte della sua immagine», ha detto Sean Kinney. «Ci versavamo sopra della birra, il che li rendeva ancora più cespugliosi. Alla fine puzzavano talmente tanto che Layne ha dovuto tagliarli».

9Mike Starr è stato cacciato dal gruppo durante il tour

L’ultimo concerto di Mike Starr con la band, prima di essere sostituito dal bassista di Ozzy Osborne Mike Inez, è stato all’Hollywood Rock Festival in Brasile a gennaio 1993. Quella notte Starr trascorre il tempo a farsi con Kurt Cobain, per poi finire nella camera di Staley e continuare. Dopo essere svenuto, si sveglia sotto la doccia con Layne che gli dice che è morto per 11 minuti.

10La ragazza in copertina non è la fidanzata di Layne Staley

Anche se molti credono che la ragazza sulla copertia di Dirt sia la fidanzata del cantante, Demri Parrott, si tratta in realtà dell’attrice e modella Mariah O’Brien, che compare anche sulla copertina del singolo degli Spinal Tap Bitch School.