Honda CB1000R, in sella alla giapponese come sulle strade di ‘Street Hawk’ | Rolling Stone Italia
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Honda CB1000R, in sella alla giapponese come sulle strade di ‘Street Hawk’

Più potente, più leggera e con un design che ha aperto la rivoluzione Neo Sports Café

Honda CB1000R, in sella alla giapponese come sulle strade di ‘Street Hawk’

Prima e semplice considerazione poco tecnica ma senza dubbio efficace a proposito della nuova Honda CB1000R: è bella. E’ dannatamente bella. Un po’ figlia del vento e un po’ scolpita dalla spada di un Samurai, il ‘millone’ giapponese non è una di quelle moto che passa inosservata e, in quanto ad estetica e volendo aprire una nostalgica parentesi televisiva, potrebbe benissimo essere utilizzata per una riedizione in chiave moderna della serie televisiva ‘Street Hawk – Il falco della strada’. Negli anni Ottanta, la moto utilizzata sul piccolo schermo da un poliziotto selezionato per l’operazione segretissima ‘falco solitario’, portava tra l’altro sempre il marchio Honda, ma nelle sue varianti XL e XR 500, a seconda dei periodi, oltre alla CR250 che veniva utilizzata per le scene con salti vari. E qui chiudiamo la parentesi un po’ fuori tema, ma tent’è.

Discendente diretta della lunga tradizione CB tutta nipponica , la CB1000R è anche il modello che nella famiglia ha aperto la strada ad una sorta di rivoluzione al grido di Neo Sports Café, nuova sigla che accompagna la gamma della quale è entrata a far parte anche la sorellina CB650R e che sta ad indicare sportività sì, ma anche eleganza e studio maniacale dei dettagli, un po’ tirata a lucido e appariscente per via di quel design che le fa incollare addosso gli occhi degli appassionati più curiosi ad ogni sosta, in ogni parcheggio e puntualmente al raggiungimento di ogni passo di montagna in giro per le Prealpi lombarde, per le quali siamo andati a spasso per qualche con i 145 cv sotto la sella (monoposto, perché quella che abbiamo provato è la versione ‘+’ con codino monoposto che sostituisce la sella passeggero, l’unghia a protezione della strumentazione, il parafango anteriore con modanature in alluminio e la griglia a protezione del radiatore e anche le manopole riscaldate).

Rispetto alle sue antenate più recenti, una delle novità più evidenti sulla carta, ha proprio a che vedere con il numero di cavalli a disposizione, aumentati rispetto ai 125 precedenti, oltre alla coppia maggiore e disponibile da subito, tanto che su curve e tornanti puoi decidere di mettere una marcia all’inizio e quasi dimenticarti di cambiare, tanto il motore è elastico e la potenza disponibile a tutti i regimi. La CB1000R è anche più leggera (212 kg con il pieno , dodici in meno rispetto al passato) e ha tanta elettronica a gestire il tutto, così che i cavalli a disposizione non intimoriscono anche al primo approccio. L’utilizzo di un inedito Throttle by Wire ha permesso di adottare, oltre a diverse mappe motore predefinite (Standard, Sport e Rain, più una quarta personalizzabile denominata User) anche un controllo di trazione evoluto denominato ‘HSTC’ (Honda Selectable Torque Control), la regolazione del freno motore e quella dell’erogazione della potenza.

Una ricetta azzeccata, quella di Honda, che è riuscita nell’impresa di miscelare gli ingredienti senza andare troppo verso il genere street fighter, ma nemmeno verso quello dell’ormai anche troppo abusato delle moderne café racer. Insomma: una naked bella, potente e divertente come poche sul misto veloce. Difficile, francamente, desiderare di più nell’andare a zonzo.