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Perché Sfera Ebbasta, perché ora

Rolling Stone torna in edicola dopo due anni con un numero speciale che racconta una pazza idea: portare il rap italiano negli Stati Uniti

Sfera Ebbasta cover rolling stone

Dove eravamo rimasti. Sono passati quasi due anni dall’ultimo numero cartaceo di Rolling Stone – era il dicembre del 2018 – due anni che solo a provare a raccontarli ci sarebbe bisogno di mandare alle stampe un almanacco di qualche decina di migliaia di pagine tanto è cambiato tutto intorno a noi. Ci rinunciamo e accogliamo come un seme di cauto ottimismo il nostro ritorno in edicola in questo disgraziatissimo annus horribilis 2020.

Rolling ritorna nella sua forma primigenia quindi, il giornale di carta, e lo fa con un numero speciale dedicato all’artista meno classico del panorama musicale italiano, Sfera Ebbasta.

Apparentemente nulla di più distante tra i due mondi, una forma novecentesca per raccontare un personaggio nato e proliferato nell’era digitale. E invece non poteva esserci soggetto migliore anche in relazione a ciò che Rolling Stone è sempre stato fin dalla sua fondazione nel 1967: un testimone dei fenomeni del tempo presente, raccontati mentre sono in divenire.

E Sfera è un personaggio larger than life da questo punto di vista, un artista in procinto di tentare la scalata all’impensabile: portare il rap italiano negli Stati Uniti. È una scommessa, certo, non ancora una realtà, ma se esiste qualcuno potenzialmente in grado di traghettare la musica italiana nelle cuffiette d’Oltreoceano, c’è soltanto un nome segnato in taccuino. Piaccia la sua musica o meno, piaccia il suo personaggio o meno, questa è la verità, e questa verità noi vi vogliamo rappresentare. Sfera è un ragazzo la cui ambizione infinita è pareggiata soltanto dalla devozione e dall’impegno infusi nel lavoro. Lo sforzo immane, semplicemente unico, di presentare un prodotto che tutto sembra fuorché un disco italiano – ed è un bene, ci dispiace – è la risposta a un desiderio di farcela anche di là, in quell’altro campionato, quello che i nostri artisti non pensano nemmeno di poter giocare. Per alcuni Sfera è un esempio negativo, per altri un personaggio controverso.

Che cosa significa essere controversi oggi è meno chiaro di sempre, e comunque se anche così fosse dove sarebbe il problema: da quando la musica e l’arte sono diventate materie per educande? Nessun fenomeno pop di rilievo è mai nato tra i favori dell’establishment, e mai lo sarà. Accompagniamo quindi con sincero entusiasmo il ragazzo di Cinisello che dai palazzi ha puntato Hollywood e sosteniamolo nella sua “pazza idea”: se farà centro sarà un bene per tutti. Se non ce la farà state certi che ci riproverà al prossimo giro.

Per finire vogliamo rivolgere il pensiero a un’altra – questa sì tristissima – ricorrenza biennale: la tragedia accaduta nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, l’8 dicembre 2018, proprio poco prima di un set di Sfera Ebbasta. Per quel fatto, di cui ovviamente l’artista era assolutamente estraneo, Sfera è stato messo in croce e dato in pasto alla pubblica opinione in un modo che è impossibile non definire ingiusto e violentissimo. Alla memoria delle vittime di quell’insensata notte – Daniele Pongetti, Emma Fabini, Eleonora Girolimini, Asia Nasoni, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi – Rolling Stone dedica questo numero speciale.

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