
MasterChef, le pagelle della quarta Masterclass: dal padel alla brace
Davide Scabin torna a sparigliare le carte e inaugura la puntata più cruenta della stagione, dove tutto può succedere ed è giusto concedersi le prime lacrime amare

Davide Scabin torna a sparigliare le carte e inaugura la puntata più cruenta della stagione, dove tutto può succedere ed è giusto concedersi le prime lacrime amare

Locatelli e la signora Anna ci ricordano che la vita è un ballo in due puntate che portano i concorrenti a diventare sempre più intimi ai fornelli e fanno ufficialmente entrare Michela nella sua mystic goddess era

Grandi alti e altissimi bassi in due puntate che cominciano a bucare il velo dei concorrenti, anche grazie alla presenza dello chef stellato Alex Atala, che dal cuore di tenebra dell'Amazzonia osserva la classe come un abisso nietzschiano

Due eliminazioni (ciao, Chù e Fiorella, cioè, Fiorenza), una Mystery Box, un Invention Test, pure la prova in esterna: se fossimo Giorgio Locatelli, lo chiameremmo all in

Chissà se la produzione ha letto le nostre pagelle della scorsa edizione, sta di fatto che Davide Scabin lo vorremmo sempre di più come ospite fisso. Svelate anche le Golden Pin, premi speciali per evitare l'eliminazione (o l'interrogazione a sorpresa di matematica)

Il regista Oscar Frederick Wiseman esplora il casato gastronomico della famiglia Troisgros con un lungo documentario che entra anche nel ristorante tre stelle più longevo di sempre tra grande cinema e cucina gourmet

Da 'La grande abbuffata' a 'The Menu', passando per 'Il pranzo di Babette': diciassette titoli dove il cibo, lungi dall’essere un semplice prop, è un vero e proprio attore protagonista che meriterebbe un award tutto suo

Selezionate con un criterio ben definito: non si limitano a menzionare genericamente piatti, e ingredienti, ma fanno proprio venire voglia di mangiarle. Anche quando raccontano di maccheroni elettronici, lasagne punk e galletti rockabilly

Il The Beef è chiuso per lavori e la sua truppa di disadattati va in giro per Chicago e per il mondo, confrontandosi con i proprio demoni e vivendo una parvenza di vita reale dove nessuno ti risponde ‘Sì, Chef!’ ma è più facile che ti mandino a fare in culo. Funziona comunque? Forse, pure di più

Una playlist che è letteralmente e metaforicamente da mangiare, i cui protagonisti sono caramelle, cocomeri, pesche, tartufi al cioccolato, vino rosso, pollo fritto, cognac, panini e tanto altro. Con buona pace del nostro stomaco

Succulenti panini alla carne, vini pregiati e pasta tirata a mano, ma anche sacerdotesse del veganesimo uscite di testa, geishe e viaggi per Stati Uniti, Italia e angoli più sperduti del mondo: i migliori titoli per un binge-watching estivo tutto da mangiare

Dedicato agli orfani della famiglia Roy: la nuova serie franco-nipponica in onda su Apple TV+ regala sia una narrazione ad alto tasso di tossicità, che un bel po’ di consigli su un argomento spesso circondato da un’aura da iniziati di una setta massonica

Perché proprio lui e non un filone di grano duro italiano, una pita mediorientale o un bao cinese? C'entrano la teoria dei buchi neri, la diaspora ebraica, una boutade presa sul serio, ed è subito cult. Come insegna Jobu Tupaki, piano però con le farciture: se il centro collassa e si apre il multiverso, lì sì che sono guai

Il suo 'Dajeeeee!' è ormai diventato un marchio di fabbrica, insieme a quella eVVe lì e al taglio di capelli: e se quest'ultimo è destinato a sparire, il vincitore della dodicesima edizione del talent culinario è invece intenzionato a restare (per lo meno, nei nostri cuori)

Nell’ultimo round che precede la finalissima, solo chi si gioca il tutto per tutto si porta a casa la vittoria (e con ogni probabilità pure un taglio di capelli decente)

Siamo agli sgoccioli, e l'ansia da prestazione (nonché la sfiga) può giocare dei brutti tiri: tra incartamenti su sé stessi, complessi di Aristotele e dolori da ciclo, ecco chi ce l'ha fatta e chi no

Carlo Cracco e il suo food travelogue sono tornati: maturi, sexy, prontissimi a farci crepare delle risate. Persino quando si tratta dei dad jokes dello chef più cattivo (e irresistibile) che ci sia

Ci lascia (finalmente) il nostro sfavorito, e allo stesso tempo uno dei preferiti scivola e si rialza come fanno i veri campioni: siamo alle battute finali, quando pure una semplice melanzana bagnata con lo yogurt può costarti la reputazione

Continua imperterrita l'inspiegabile parabola del concorrente più insopportabile, resa ancora più amara dall'eliminazione di una delle nostre favorite: Laura se n'è andata e – ahinoi – non torna più

Dai conigli arrosto annaffiati da Beaujolais di ‘The Last of Us’ al cheeseburger di ‘The Menu’: che si tratti di un’apocalisse zombie o di uno chef psicopatico, l’unico modo per sottrarsi alla morte è il piacere del cibo. E stando così le cose, noi siamo già fottuti
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