
Di che cosa parliamo, quando parliamo di servizio al ristorante?
Alla russa, alla francese, all'italiana: storia e geografia (sulla tavola) di come veniamo serviti quando mangiamo fuori, dove un impiattamento vale più di mille parole

Alla russa, alla francese, all'italiana: storia e geografia (sulla tavola) di come veniamo serviti quando mangiamo fuori, dove un impiattamento vale più di mille parole

Per il cibo impazziamo tutti, ma per strada abbiamo perso la cosa che, storicamente, ci ha sempre fatto godere di più: il contatto delle nostre mani con i piatti che prepariamo

Che cosa succede a intrufolarsi da profani nel backstage di un ristorante? Prima regola: mai farsi vedere con le mani libere. Secondo: l'unico cibo a cui bisogna pensare è quello per il cliente

Il cibo non è mai solo cibo: è la metafora per eccellenza, uno dei materiali narrativi più grandi a nostra disposizione. E può essere tanto via di emancipazione, che una prigione imposta dall'interno, o dall'esterno

Esce (finalmente) oggi in Italia il film di Trần Anh Hùng con Juliette Binoche e Benoît Magimel che è stato il candidato della Francia alla corsa per gli Oscar 2024. E che, tra liaisons e pot-au-feu, fotografa un momento rivoluzionario nella gastronomia d'Oltralpe, che ancora ci accompagna

Pastasciutta antifascista, polenta di castagne, pane mai. Questo 25 aprile, parliamo del mangiare. Che «può essere un alfabeto muto con cui provare a leggere un'epoca da un altro punto di vista, dal basso, dalla tavola, dai gesti quotidiani»

Ne 'Alla ricerca del tempo perduto', Marcel Proust donava al suo protagonista un metodo molto speciale per viaggiare nel tempo: il cibo. La scienza dice che aveva ragione: ciò che mangiamo si lega alla memoria e al sentimento, e, validando il nostro passato, ci aiuta a costruire il futuro

Guida storica e linguistica alle "carte dei cibi", che tanto ci stregano ma che spesso ci fanno penare. Perché, tra liste infinite di ingredienti, ermetismo e formati concettuali, sedersi al ristorante può sembrare una giungla

Il suo piatto preferito sono le ballotte (leggere per scoprire), sogna una casa, forse di più nella campagna toscana, non ha paura di diventare qualcun altro ogni sei mesi. Grazie per aver vinto MasterChef Italia 13, Eleonora. Ora, rimani sempre così

Vince la migliore, crescono tutti, la pace regna sovrana. MasterChef ha trovato la sua regina, e allora che festa sia. Anche se quella che sembra, comunque, non capacitarsi rimane proprio lei

Ci siamo quasi: la finale della tredicesima edizione è alle porte, ed è ora di tirare le prime somme. Tra chi ne esce brillantemente e chi, invece, è ancora perso nella giungla, i giudici non perdono tempo e inaugurano un nuovo motto: balla che ti passa

Due puntate da globetrotter avvicinano i concorrenti alla sfida più difficile: trovare la propria voce, quando tutti attorno urlano (letteralmente). Tanto più se ritorna una certa ombra, e promette di portare, ancora una volta, lacrime e scompiglio

Due ospiti di livello non tirano su la competizione, e i concorrenti si comportano come chi ha studiato poco, e all'ultimo, per il compito in classe. Due eliminazioni condiscono una puntata che, complice il bulbo ammazza-vampiri, brucia già parecchio

A gennaio, dicono i social, abbiamo mangiato vegano. Ma può una sfida online cambiare le nostre abitudini alimentari? O, come si legge nella nuova edizione del classico di Peter Singer, la carne ci piace ancora troppo?

Le fasi finali della competizione si avvicinano, e gli aspiranti chef sfoderano i coltelli più affilati. L'arma più tagliente, però, rimane la lingua. E gli strafalcioni, tra panificazione e griglia toscana, non si contano

Passato, presente e futuro si incontrano (e scontrano) nel giorno del compleanno del programma. E per ogni festa, si sa, serve una torta che si rispetti. Sì, è quella puntata: date il benvenuto a Iginio Massari (e alla figlia Debora)

Davide Scabin torna a sparigliare le carte e inaugura la puntata più cruenta della stagione, dove tutto può succedere ed è giusto concedersi le prime lacrime amare

Locatelli e la signora Anna ci ricordano che la vita è un ballo in due puntate che portano i concorrenti a diventare sempre più intimi ai fornelli e fanno ufficialmente entrare Michela nella sua mystic goddess era

Grandi alti e altissimi bassi in due puntate che cominciano a bucare il velo dei concorrenti, anche grazie alla presenza dello chef stellato Alex Atala, che dal cuore di tenebra dell'Amazzonia osserva la classe come un abisso nietzschiano

Due eliminazioni (ciao, Chù e Fiorella, cioè, Fiorenza), una Mystery Box, un Invention Test, pure la prova in esterna: se fossimo Giorgio Locatelli, lo chiameremmo all in
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