Billy Corgan: «Zero nostalgia, con gli Smashing Pumpkins canto l’incubo digitale in cui viviamo» | Rolling Stone Italia
Cover Story

Billy Corgan: «Zero nostalgia, con gli Smashing Pumpkins canto l’incubo digitale in cui viviamo»

Billy Corgan s’è messo il passato alle spalle. Racconta tutto in questa intervista: il nuovo album ‘CYR’ con meno chitarre e più sintetizzatori, la realtà come allucinazione collettiva, la rabbia trasformata in armonia, il sequel di ‘Mellon Collie’ che non sarà come vi aspettate. «Il ragazzo che cantava ‘Zero’ è cresciuto»

Foto di Jonathan Weiner

William Patrick Corgan. Per gli amici, e i nemici, Billy. L’alfa e l’omega degli Smashing Pumpkins o meglio, molto meglio, lo ZERO e l’infinito. Che piaccia o no, una figura preponderante di un decennio fondamentale per la musica contemporanea come quello degli anni ’90. Per alcuni, con Kurt, il più talentuoso fra “quelli”. Inutile citare le gemme pubblicate in quel periodo di cui, all’interno e all’esterno del fenomeno grunge, Billy rappresenta l’outsider per antonomasia.

Con l’arrivo del decennio successivo, dopo aver pubblicato nel 2000 Machina/The Machines of God, decide di chiudere baracca e burattini perché lui dice che no, non ci sta, non si riconosce più nel modo in cui si distribuisce, produce e vende musica. L’industria discografica è ormai IL nemico. Non ha più la forza, né la voglia di competere con le Britney Spears e le Christina Aguilera del momento. E così manda tutto e tutti affanculo e scioglie la band, distribuendo poi gratuitamente la seconda parte del disco, quel Machina II: The Friends and Enemies of Modern Music alla cui pubblicazione si era opposta la Virgin. Parliamo di vent’anni fa, è uno dei primi a fare una cosa del genere.

Fonda e sfonda gli Zwan in un battito di ciglia (d’ali?), ma senza Pumpkins non ci sa stare e tra il 2006 e il 2007 torna con le Zucche, chiamando a sé solo il fido Jimmy Chamberlin a picchiare sui tamburi. Seguono dischi non memorabili fino a che, nel 2018, c’è l’annuncio ufficiale: torna anche James Iha, gli Smashing Pumpkins faranno un tour con la loro formazione storica (D’Arcy esclusa) a cui seguirà un nuovo disco, Shiny and Oh So Bright, Vol.1 / LP: No Past. No Future. No Sun (l’ultimo si chiama solo CYR, sono finiti i titoli che ci metti più tempo a pronunciarli che ad ascoltare un disco di progressive, grazie a Dio).

Il tour è un successone, i Pumpkins sono rinvigoriti, sembrano quelli di una volta. Un altro album è inevitabile ed eccoci a CYR, che viene pubblicato il 27 novembre. Un disco che è degli Smashing Pumpkins perché… non è un disco degli Smashing Pumpkins.

Smashing pumpkins rolling stone cover

Smashing Pumpkins

Smashing pumpkins rolling stone cover

Smashing Pumpkins

Niente canzoni con 32 strati di chitarre, nessun assolone epico, niente rullatone cosmiche di Jimmy Chamberlin. No. Corgan ha sempre odiato le etichette e lo conferma, dichiarando che questa volta voleva fare qualcosa di veramente diverso, nuovo, registrare un disco senza scimmiottare quello che la band era stata in passato. Un disco dove i synth la fanno da padrone, dove permangono certe atmosfere dark/goth care a Billy Corgan, un disco che non è né rock, né rock’n’roll come molti fan si aspetterebbero. E che per questo risulta essere il disco più ambizioso e potenzialmente più interessante dalla reunion del 2006 ad oggi. Un disco sul quale a tratti potreste sorprendervi a ballare (a meno che non fossero quei tre bicchieri di Amarone). E per un disco degli Smashing Pumpkins non è poco.

È un pomeriggio di lockdown di novembre e sulle ali di Zoom raggiungo Billy Corgan nella sua casa di Chicago. Il suo bel faccione sorridente sotto il cappellino dei Chicago Cubs mi riempie lo schermo, è felice del disco e si vede, ha voglia di parlare e di parlarne e io sono qui per questo. Ok Billy, partiamo.

CYR è il secondo doppio album degli Smashing Pumpkins dopo Mellon Collie (terzo se consideriamo Machina e Machina II come doppio album). Perché hai sentito l’esigenza di pubblicare un doppio oggi? Forse avevi troppe canzoni buone e non volevi tagliarle dalla track list? Magari volevi dare qualcosa di “massiccio” ai tuoi fan?
Quando ho deciso che avremmo registrato qualcosa di diverso, e più contemporaneo, ho cominciato a scrivere tanto e ho buttato giù circa 80 idee, magari solo un riff o un motivo. Ho fatto una selezione e quando sono arrivato a 20 canzoni ho capito che erano quelle giuste e da lì è scaturita la decisione finale.

Uno dei motivi che portano ad amare o odiare Billy Corgan è che sei sempre stato capace di spaziare con facilità da un genere musicale all’altro. Non te ne è mai importato nulla di essere incasellato dentro un genere di riferimento ben definito. Nei vostri dischi spesso si passa da una canzone con influenze metal a una ballad a qualcosa che può assomigliare allo shoegaze e magari a un pezzo pop e così via. In CYR non è presente una sola canzone specificatamente rock o rock’n’roll. Forse solo Wyttch esplora quelle atmosfere. Volevi ancora una volta affermare che gli Smashing Pumpkins non sono solo una band che fa guitar rock?
Non credo fosse mia intenzione, è stata più una decisione inconscia, naturale. Semplicemente mi piacevano di più certe idee rispetto a quelle che si basavano sulle chitarre. Sai, quando scrivi pezzi basati sui riff di chitarra tendono ad assomigliarsi tra loro e noi abbiamo già fatto quelle cose 25 anni fa. Non volevamo ripeterci, volevamo evolverci ancora, fare qualcosa di nuovo. Nel disco che sto scrivendo, il seguito di Mellon Collie (vi vedo là dietro, fan di vecchia data, che vi state sfiorando i pantaloni: un po’ di contegno, su, nda) ci sono un sacco di chitarre. Ma dopo quest’ultimo album sento che anche il mio approccio alla chitarra è cambiato ed è qualcosa di nuovo e fresco.

CYR è un disco dove i synth sono predominanti. Alcuni sostengono che si senta l’influenza di band come Depeche Mode e New Order, altri che somigli al vostro Adore. Non sono d’accordo. È corretto dire che questo disco rappresenta realmente qualcosa di mai fatto e mai esplorato prima, qualcosa in cui vi siete cimentati per la prima volta?
Mi sorprende ogni volta vedere come la gente senta un sound e tenda ad associarlo a qualcos’altro. È come dire che i primi Beatles suonano come i Beatles di Abbey Road solo perché in entrambi i dischi ci sono le chitarre. Credo che sia un modo molto pigro di pensare la musica. Se potessi ascoltare questo disco senza i synth e con arrangiamenti per chitarra acustica o piano, non diresti mai che somiglia ad Adore o ad altri miei album solisti. È tutt’altro tipo di scrittura rispetto ai percorsi seguiti finora dagli Smashing Pumpkins. Solo Minerva ha un arrangiamento tipico degli Smashing Pumpkins, tutte le altre canzoni sono diverse. È tutto molto veloce in termini di cambi, progressioni e melodie, non ci sono pause o rallentamenti. Quasi tutte le canzoni degli Smashing Pumpkins in passato seguivano un certo schema (Billy si prodiga in un susseguirsi di “tararararara tiriririri tararararara” per farmi capire, nda). Qui è diverso, tutto è in continuo movimento. Mi sorprende come il tipo di produzione spesso influenzi le persone più delle canzoni stesse. Quanti dischi hai sentito dove il sound è meraviglioso e le canzoni sono una merda? Penso tanti. Non conta solo il sound, ma il sound e le canzoni.

Rimanendo in tema, l’ultimo disco era stato prodotto da Rick Rubin. Per quest’ultimo hai deciso di produrlo da solo. Come mai?
Beh, devo confessarti che è stata semplicemente una decisione dai risvolti pratici. Una questione di tempo. Per realizzarlo ci è servito più di un anno, e nessun produttore avrebbe avuto o potuto avere il tempo necessario da dedicargli in maniera esclusiva.

Alcuni mesi prima della pubblicazione avete pubblicato diversi singoli accompagnati da video, una sorta di serie di cartoni animati scritti personalmente da te. Questo dà al disco una sorta di multidimensionalità. CYR è un concept album? E in che senso lo è?
Nella mia testa, tutti i miei dischi sono concettuali. Forse CYR lo è un po’ meno di altri, ma è comunque un concept. Mellon Collie o Machina hanno una storia dietro e chissà, un giorno sarebbe bello creare anche un progetto visivo che unisca le due cose: musica e immagini. CYR è più come un sogno o qualcosa del genere. È la rappresentazione di oggi. Come se ci trovassimo in un sogno e ti chiedi dove sei, non capisci cosa ti sta succedendo, ti sembra di vivere in un posto alieno. Penso sia quello che sta accadendo oggi nel mondo, stiamo vivendo e subendo una serie di cambiamenti radicali e non parlo solo di valori tradizionali. Il vecchio mondo è andato e non c’è più. Credo che il disco sia una rappresentazione di questa sensazione, un disturbo dissociativo per cui pensi di essere dentro a un certo film, ma in realtà sei dentro un film completamente diverso. Una delle cose che rende questo mondo totalmente diverso ovviamente è internet e l’utilizzo dei social. Oggi si è aggiunta una terza dimensione, una terza vita. C’è la dimensione intima e personale, poi c’è la dimensione sociale fatta di amici, famiglia, eccetera, e ora c’è la vita digitale. Ormai è normale dire che siamo amici di una persona anche se si ha un rapporto che è solo digitale. Io stesso ho tanti “amici digitali”, uno è in Italia per esempio.

Billy Corgan è tutto e il contrario di tutto. C’è la tua versione nera e la tua versione bianca. C’è la calma e la tempesta, la guerra e la pace. Anche nella tua musica c’è una continua alternanza di atmosfere, suoni, approcci contrapposti tra loro. Credo che questa dicotomia sia presente in tutti i tuoi dischi, compreso l’ultimo. È corretto dire che forse è uno dei tuoi principali marchi di fabbrica, un segno peculiare della tua musica e della poetica su cui questa si sorregge?
Sì, certo, amo i contrasti. Credo che la musica debba essere rappresentativa della vita e di tutti i suoi aspetti. La vita è piena di contrasti e di aspetti contrastanti, di esperienze opposte. La vita può essere bellissima e orrenda, e io ne voglio esplorare tutte le dimensioni. Non ce n’è una più vera e una più falsa, la nostra vita è la somma di tanti piccoli pezzi. Un tempo era basata sulla spiritualità, con i risvolti positivi e negativi del caso. Oggi viviamo in una società in cui ci viene detto che l’idea di dio tradizionale è tramontata e le tue divinità le trovi sul cellulare. Un giorno pensi che la tua vita sia fantastica perché hai 200mila follower su Instagram, il giorno dopo ti succede qualcosa di tragico nella vita reale che non sai come gestire e di colpo la tua vita diventa una merda. Questi contrasti che creano la tensione che dobbiamo affrontare e che canto nelle mie canzoni. Non c’è un meglio o un peggio, ma c’è questa situazione stressante.

Parliamo di com’è cambiato nel corso degli anni il tuo approccio alla scrittura. Forse sto diventando un vecchio rincoglionito nostalgico, ma credo che negli anni ’90 il livello medio delle band fosse alto, molto più alto rispetto a oggi. C’erano ottime band che pubblicavano grandi dischi e ognuno di essi era potenzialmente l’album del decennio. Voi che siete stati protagonisti di quel decennio avrete sentito questa pressione che vi portava ad alzare l’asticella ogni volta che vi dedicavate a un nuovo lavoro. Ma oltre a questo, in una delle tue canzoni più celebri, Bullet with Butterfly Wings, cantavi “Despite all my rage I am still just a rat in a cage”. Ora che la rabbia sembra essere passata e sei un uomo nuovo, cosa è cambiato?
No, no, io sono ancora incazzato, eccome! Solo che forse lo dico di meno nelle canzoni. O meglio, canto in maniera meno rabbiosa perché oggi non è più qualcosa di unico e particolare. Non ha più il fascino di un tempo. Negli anni ’90 era una sensazione diversa, nuova, un territorio inesplorato per me. A questo aggiungi che crescendo impari a incanalare le tue sensazioni, rabbia compresa, in altri modi. Sfrutti le tue energie in maniera più produttiva o propositiva. Se quando hai 20 anni si tratta di rompere tutto, quando nei hai 30 ti chiedi: ma che cazzo ho rotto? Ai 40 ti domandi: sono a pezzi, che cosa è successo alla mia vita? Cosa è successo al mio sogno? E quando ne hai 50 cerchi magari di rimettere insieme i pezzi.

Oggi la mia famiglia è la cosa più importante che ho. Sono ancora arrabbiato con il mondo? Sì, perché vedo che il mondo sta andando a farsi fottere, sono arrabbiato per quello che il mondo offre oggi ai miei figli. Ma non credo che sia utile limitarsi a urlare che il mondo fa schifo e poi non far nulla. Cerco di indirizzare le mie energie per dare nel mio piccolo un contributo in quanto uomo, padre, artista. È lì che sfocia la mia rabbia. A volte la gente mi attacca per le cose in cui credo, ma queste sono veramente semplici: libertà, libertà di pensiero e di parola, il diritto alla ricerca della felicità, l’amore per il prossimo. C’è troppa gente che parla tanto e non fa nulla. La rabbia va trasformata in una forza positiva e costruttiva che ti porti a fare qualcosa di concreto. Non voglio lamentarmi di quanto fa schifo il mondo restando dietro lo schermo del cellulare, mi impegno a scrivere musica che possa ispirare la gente a migliorarlo. Giusta o sbagliata che sia, voglio prendere posizione.

Smashing pumpkins rolling stone cover

Smashing Pumpkins

Smashing pumpkins rolling stone cover

Smashing Pumpkins

Hai citato la famiglia. Ti faccio una domanda da papà a papà. Diventare padre cambia radicalmente il modo di vedere e vivere qualsiasi aspetto della vita. Quanto sono importanti per te la presenza e il supporto della famiglia? Quanto ti ha cambiato essere padre? Quando scrivi, pensi al fatto che un giorno i tuoi figli ascolteranno quelle canzoni o è qualcosa di inconscio?
Voglio che i miei figli mi vedano felice, ma anche produttivo, impegnato in qualcosa. Non voglio che mi vedano come una persona che vive la musica solo come un modo per guadagnarsi da vivere. Voglio che mi vedano felice ed entusiasta di quello che faccio. Sono cresciuto con un papà musicista che era sempre depresso a causa della musica, non era felice di come andava la sua carriera. Ecco, io voglio che per i miei figli sia l’esatto opposto.

Ovviamente le persone che ho attorno e che amo mi influenzano tantissimo, anche direttamente. A volte mentre lavoro i miei bambini vengono a giocare nel mio studio mentre suono o registro. Ascoltano le canzoni. A volte mio figlio mi dice: papà, non mi piace questa canzone. È lui il produttore (ride)! Voglio che i miei figli mi vedano felice, voglio trasmettere loro questa felicità. Qualche giorno fa mio figlio è venuto da me a dirmi che era invidioso della mia vita e gli ho risposto che sono io invidioso della sua (ride ancora).

Sei considerato uno dei massimi talenti viventi quando si tratta di scrivere un disco basato su chitarre distorte, riff cazzuti e un certo tipo di musica, ma per quest’ultimo disco non hai sentito l’esigenza di attaccare la chitarra all’amplificatore e fare casino. Forse è perché stai scrivendo il seguito di Mellon Collie? Dobbiamo aspettarci che in quel disco ci sarà un ritorno al sound che negli anni ’90 vi ha reso una delle band di alternative rock più importanti al mondo?
No, assolutamente, non credo. Anzi, penso che sarebbe un errore. Anche tra Mellon Collie e Machina c’erano enormi differenze, quindi anche questo, che considero come terza parte di una trilogia, sarà diverso. Ci saranno 33 pezzi. Ci saranno tante canzoni molto diverse tra loro. Ci sarà tutto quello che gli Smashing Pumpkins sono stati e sono. Non deve suonare vecchio. CYR è per me il disco più importante da tanti anni a questa parte perché è qualcosa di nuovo, di genuino, voglio continuare su questa strada, penso che il pubblico apprezzerà. Pensa ai grandi registi del cinema. Non abbiamo alcun problema ad accettare che lo stesso regista possa dirigere una commedia, un film di fantascienza e poi magari un crime movie. Non so perché, ma con le band invece c’è sempre una certa difficoltà nell’accettare che possano fare cose totalmente diverse tra loro, che vogliano fare “un film diverso” ogni volta. Forse c’è più elasticità fra le nuove generazioni. Penso ai Tame Impala o a Lady Gaga. Mi piace pensare che gli Smashing Pumpkins possano avere questo approccio più moderno. Non ho problemi a tornare indietro e rifare certe cose. Ma, come hai detto bene tu, il ragazzo che cantava Zero è cresciuto, non ha più 25 anni.

Due anni fa vi ho visti suonare a Bologna, in occasione del vostro ultimo concerto italiano. Era il tour che vedeva il ritorno di James e Jimmy nella line up. Avete spaccato il culo e ricordo che pensai: sono tornati, cazzo. Quanto è importante per te e per gli Smashing Pumpkins la loro presenza?
Ah, gran concerto quello, ricordo. La risposta è molto semplice. Gli Smashing Pumpkins sono un’idea. E questa idea è eseguita al meglio con James e Jimmy. Ho provato ad realizzarla senza loro, ma la migliore esecuzione prevede inevitabilmente la loro presenza. E questo per diversi motivi. Abbiamo fatto grande musica assieme e abbiamo condiviso una storia vera, fatta di grandi dischi. E anche per il pubblico è diverso. Percepisce che la vera identità della band è quella. È tutto parte di una sorta di ecosistema della band dove ogni cosa deve essere correlata e coerente. Tutto deve avere una sua armonia interna. Avere tutto solo sulle mie spalle potrebbe diventare un problema. E non posso di contro sparire. Ho provato a farlo, ma non ha funzionato. Gli Zwan ne sono un perfetto esempio. In quella band ho provato ad essere solo uno dei membri e non ha funzionato. La gente voleva che coprissi il mio ruolo anche quando non avevo intenzione di farlo.

Facciamo un giochino, Billy. Immaginiamo che domani la Terra subisca un’invasione aliena. Arrivano gli extraterrestri e decidono di conoscere un po’ della nostra cultura popolare. Si interessano anche di musica, ovviamente, e chiedono degli Smashing Pumpkins. Hai la possibilità di fargli sentire una sola canzone, una, in modo che possano capire. Che pezzo scegli? E perché?
Wow! No, questa è impossibile dai. Questa è una delle domande più interessanti e più difficili che mi abbiano fatto, veramente. Impossibile. Forse dovrei scegliere una canzone che gli faccia venire voglia di uccidersi dopo averla sentita in modo da poterci liberarci di loro (ride). Ok, dai, scelgo una canzone da CYR e dico Birch Grove.

Ok, un’altra domanda, ma più facile. Scegli tre canzoni, non tue, degli anni ’90.
Oddio, non saprei. Sai, non sono un grande fan di quel periodo musicale. Allora… una è quella canzone dei Blind Melon, come si chiamava? (Billy comincia a canticchiare il motivo di No Rain, sinceramente non ricordavo nemmeno io il titolo, nda). Poi, vediamo… sì, Jesus Christ Pose dei Soundgarden e In Bloom dei Nirvana.

A questa non scampi: elezioni presidenziali americane, sei felice del risultato? Pensi che qualcosa cambierà? Come?
Beh, mi spiace, ma a questa domanda non posso dare la risposta che vuoi. In questo momento non c’è pace in America. Cosa vuoi che cambi o possa cambiare? Se non c’è pace, non ha alcuna importanza per me chi vince o chi perde. I due principali partiti si sono allontanati e si stanno allontanando sempre di più. Non c’è più un territorio comune di dialogo. Ho l’impressione che la destra stia diventando sempre più estrema e che la stessa cosa stia avvenendo dall’altra parte. L’America non è fatta per questo e non è abituata ad avere contrapposizioni così forti. Non ci sono soggetti politici che stanno in mezzo a questa distanza sempre crescente tra i due principali partiti. Sta aumentando la distanza e sta aumentando l’odio e questo non va bene. Sono andati a votare centinaia di milioni di persone. Durante la campagna elettorale milioni e milioni di persone accusavano altre persone, concittadini, di essere razzisti. Non si tratta di avere un programma politico sbagliato o di non essere d’accordo su certe cose, la cosa è ben più grave: la gente di una fazione pensa che l’altra sia composta da razzisti e viceversa gli elettori repubblicani accusano di cose orribili i democratici. È una situazione insostenibile, non puoi fare una nazione così, è per me il peggior momento storico che l’America abbia mai vissuto internamente. È diventata una questione ideologica. Abbiamo superato il limite. E niente di quello che è successo durante le ultime elezioni presidenziali sistemerà questa cosa. Anzi, la situazione peggiorerà.

Ultima domanda sul fuckin’ Covid, Billy. Anche voi come band vi siete dovuti adattare. Avete girato il video di CYR a distanza, da remoto. Ogni membro da un luogo diverso. Come è stato? Come la vivete questa situazione? Pensi che finito tutto questo la gente si accorgerà di quanto fossero importanti certe cose che sottovalutavano?
È uno schifo. Mi ritrovo a girare da solo i miei video. Non ci siamo abituati e non è la mia area di competenza. Fa tutto schifo, ma abbiamo almeno avuto la fortuna di poter girare il video. Diciamo che almeno noi siamo fortunati e privilegiati e c’è molta gente che sta peggio. Quando tutto questo finirà la gente avrà voglia di fare tanto e godersi certe cose, le guarderà con occhio diverso, hai ragione. Ma solo per un anno forse, poi torneremo alla merda a cui siamo abituati.

La mia chiacchierata con mister Smashing Pumpkins finisce qui. Ascolto di nuovo CYR. Tiro su il volume. Il disco è buono.
Nel dubbio, quei tre bicchieri di Amarone io me li faccio.

Smashing pumpkins rolling stone cover

Smashing Pumpkins

Leggi altro