‘The people I like’ e ‘I gioielli della fantasia’, la storia di Giovanni Gastel in due mostre | Rolling Stone Italia
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‘The people I like’ e ‘I gioielli della fantasia’, la storia di Giovanni Gastel in due mostre

Triennale Milano ricorda il fotografo attraverso i suoi ritratti più importanti e un progetto internazionale. «È il nostro omaggio a un genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso troppo presto»

‘The people I like’ e ‘I gioielli della fantasia’, la storia di Giovanni Gastel in due mostre

Foto: Gianluca Di Ioia

Martedì 30 novembre in Triennale si è svolto un incontro che è stato un omaggio dell’affetto degli amici per Giovanni Gastel. Hanno partecipato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Giovanna Melandri, Presidente del MAXXI, Giuseppe Di Piazza, giornalista, Cristina Lucchini, condirettrice di Vanity Fair Italia, e il fotografo Oliviero Toscani. Ognuno di loro ha raccontato aneddoti e descritto il proprio vissuto con il grande fotografo milanese. Tutti hanno parlato con cuore e grande stima, Oliviero Toscani ha persino raccontato con irriverente dolcezza degli esordi di Gastel e dei loro momenti di scambio sul lavoro, storie che dimostrano quanto apprezzasse l’uomo prima ancora del grande professionista.

Le mostre, che si sono aperte subito dopo la commemorazione, svelano in due maniere distinte il percorso e lo sguardo del fotografo. «Sono il nostro primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso troppo presto», ha detto Stefano Boeri.

Iniziamo con The People I Like, la mostra a cura di Uberto Frigerio e allestita da Lissoni Associati, che si apre in un labirinto di oltre 200 ritratti, in cui si possono leggere i mille volti e stati d’animo delle infinite personalità che Gastel ha incontrato nella sua vita. Una testimonianza poliedrica, un caleidoscopio di umanità e di umani provenienti dal mondo della moda, musica, politica, cultura, design, arte e spettacolo, volti e corpi filtrati dallo sguardo intimo e intenso del fotografo. Lui stesso diceva: «Io non sono uno specchio, io sono un filtro. Il ritratto che io farò di te sei tu, filtrato da quello che sono io: le mie paure, le mie gioie, le mie solitudini, le mie poesie. Uscirai sotto forma di interpretazione di te. 
Io do la mia lettura che non è la lettura assoluta. Io filtro attraverso tutto quello che ho letto, visto, studiato, e ti restituisco».

Foto: Gianluca Di Ioia


La mostra fotografica I gioielli della fantasia, invece, accoglie il visitatore prima di addentrarsi nel dedalo di ritratti, e lo fa mettendoci di fronte a uno dei primissimi lavori di Giovanni Gastel, con cui il fotografo guadagnò la notorietà internazionale. Venti immagini in tutto, commissionate all’autore nel 1991 da Daniel Swarowsky Corporation e realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, una piccola raccolta che mostra l’estro con cui Gastel interpreta il valore del gioiello, valorizzando al contempo la bellezza del corpo femminile. Le foto sono donate da Lanfranco Colombo a Regione Lombardia e conservate presso il Museo di Fotografia Contemporanea.

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