Videocassette e DVD non sono solo una moda: sono una certezza | Rolling Stone Italia
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Videocassette e DVD non sono solo una moda: sono una certezza

Tra piattaforme che modificano ed eliminano contenuti, e la paura di non poter avere sempre disponibile in streaming la propria serie o il proprio film preferito, gli appassionati tornano sempre di più ai supporti fisici. Riappropriandosi del controllo sui propri gusti

(da USA) digitale analogico

Foto: Getty Images/Istockphoto

Il 4 agosto, i fan della serie Love Life di HBO Max hanno ricevuto un regalo: lo show televisivo è stato aggiunto a Netflix, ponendo fine a tre anni di siccità che avevano lasciato gli appassionati senza modo di vedere l’antologia con Anna Kendrick e William Jackson Harper. Per il creatore Sam Boyd, il ritorno di Love Life in streaming è stato un cambiamento gradito. Dalla cancellazione, i fan gli hanno ripetutamente chiesto quale fosse il modo migliore per rivederla. Per un po’ è stata su HBO Max, poi a noleggio su Amazon Prime Video, e infine per un certo periodo su Tubi (servizio di streaming attivo in America di proprietà della Fox Corporation, ndr), con pubblicità. È felice che chi ha amato la serie possa rivederla, ma questa esperienza gli ha ricordato il motivo per cui ha iniziato — e continua — a collezionare copie fisiche dei suoi show e film preferiti.

«Prendevo cofanetti DVD di serie che mi piacevano e che erano durate solo una o due stagioni», racconta a Rolling Stone US. «Per me è stato formativo. C’era qualcosa di divertente e speciale. Ti dava la sensazione di aver visto qualcosa che altri si erano persi».

Non sorprende quindi che, mentre Boyd spera che nuovi fan di Love Life siano a un semplice scroll di distanza su Netflix, la cultura dei collezionisti di film e serie in formato fisico stia vivendo una rinascita online. Quando lo streaming iniziò a diffondersi a metà anni Duemila, prometteva un mondo nuovo, in cui la serata cinema non richiedeva più una corsa da Blockbuster e si potevano disdire i costosi pacchetti via cavo senza rinunciare agli show preferiti. Quasi vent’anni dopo, lo streaming è diventato la norma, non più il concorrente ribelle. Secondo il Pew Research, circa l’83% degli adulti statunitensi è abbonato ad almeno un servizio di streaming, e il numero continua a crescere.

Oggi, però, i consumatori non sono del tutto soddisfatti dello scambio. Gli accordi di licenza fanno sì che un film presente su Netflix per due anni possa sparire e finire su una piattaforma che non si paga; i film più vecchi possono essere modificati per rimuovere scene controverse; o una serie originale può essere cancellata e scomparire del tutto. Per molte di queste produzioni, come Love Life, non sono mai stati realizzati cofanetti o DVD, il che significa che lo streaming è l’unico modo per vederle. Quando lasciano una piattaforma, spariscono praticamente per lo spettatore medio. I supporti fisici, invece, non hanno questo problema. E anche se i servizi di streaming non stanno necessariamente perdendo clienti, i collezionisti di Blu-ray, DVD e VHS spiegano a Rolling Stone US che questa tendenza non è semplice nostalgia: è un modo di vivere nel mondo digitale, riconoscendo però il valore di avere tra le mani qualcosa di tangibile.

Gina Luzi, 33 anni, ha iniziato la sua collezione fisica di prodotti di intrattenimento quasi senza accorgersene. Cresciuta andando da Blockbuster con suo padre per le serate cinema, ricorda con affetto le passeggiate tra le corsie di Barnes & Noble, tra libri e CD. Ma nel 2018 ha iniziato a collezionare in modo più serio, concentrandosi su film horror e gialli italiani anni Ottanta, molti dei quali non sono disponibili in streaming.

«Se riesco a trovare qualcosa che è stato pubblicato solo una volta, o un film restaurato per la prima volta dopo 30 anni, è entusiasmante», racconta. «Vivo a Los Angeles, dove siamo ancora fortunati. Ci sono tanti vecchi cinema, videoteche ancora attive, spazi dedicati alle VHS. Il mio amore per i supporti fisici è legato al mio amore per Los Angeles».

Per Maddy Graves, invece, la collezione è nata da una frustrazione verso lo streaming. «Ero stanca di pagare per nuovi servizi», dice la 26enne. «Non posso giustificare più di due o tre abbonamenti. Perché devo pagare Paramount+ per guardare Twin Peaks?».

Graves ha sempre avuto una pila di DVD in casa, ma la sua raccolta è cambiata quando ha trovato una vecchia TV a tubo catodico con videoregistratore integrato. Ora cerca VHS dei suoi film più visti (tra i preferiti Rush Hour 1, Rush Hour 2 e Il silenzio degli innocenti). Secondo lei, la crescita dei collezionisti fisici deriva dalla sfiducia verso lo streaming.

«Il boom del collezionismo di supporti fisici riflette l’economia e anche il modo in cui la gente percepisce i media. È bello avere certezze e costa meno», afferma. «Avere un film nella tua collezione rispetto al vuoto di internet… ti fa sentire più sicuro».

Iniziare una collezione fisica può essere facile come entrare in un negozio dell’usato e comprare il cofanetto di Ragazze nel pallone. Ma, spiega l’archivista digitale K.D. Kemp, c’è un vero divario di conoscenze per le nuove generazioni cresciute con continui salti tecnologici. Su TikTok, Kemp condivide consigli sia per collezionare vecchi supporti, sia per archiviare contenuti digitali preferiti — come video YouTube o brani mai pubblicati.

«Mi chiedono spesso: “Come faccio a iniziare?”», racconta. «C’è molta curiosità su cose che le generazioni più vecchie danno per scontate. Tipo: “Come si masterizza un CD?” Era una cosa comune per noi, ma è un sapere che si sta perdendo mentre tutto passa al digitale».

La passione per le copie fisiche è alimentata anche da fenomeni digitali come Letterboxd e Criterion. Letterboxd è un’app per catalogare film, lasciare recensioni e scoprire nuovi titoli. La sua serie su TikTok “Four Favorites”, dove celebrità elencano al volo i loro quattro film preferiti, diventa spesso virale. Allo stesso modo, la casa di distribuzione Criterion Collection ha avuto grande successo con la serie The Criterion Closet, in cui star, registi e sceneggiatori visitano un armadio pieno di DVD e scelgono i loro preferiti. Il format è diventato così popolare che l’azienda ha creato il Criterion Van, un armadio su ruote, dove i fan attendono ore per comprare DVD scontati e girare la propria versione dell’intervista.

Josue Arellano, 27 anni, spiega che gran parte della sua collezione è composta da titoli Criterion, e che spesso ristampa o restaura film rari che non riusciva a trovare. Quando il Criterion Van è arrivato a giugno, lui e un amico si sono presentati alle 3:30 del mattino, sesti in fila.

«Anche oggi, nell’era dello streaming, è fondamentale possedere i propri contenuti, perché non sai cosa potrebbero decidere queste aziende», afferma. «Anche le modifiche contano: i servizi tagliano i film per renderli più adatti ai bambini. È censura».

Quello a cui Arellano si riferisce è solo uno dei casi in cui le copie digitali vengono modificate per adattarsi alla sensibilità attuale. Dal 2023, Disney è stata accusata di aver modificato versioni storiche di Fantasia, Lilo & Stitch e Star Wars. Peacock, la piattaforma di NBC, ha rimosso episodi comici con blackface, tra cui da The Office, 30 Rock e Scrubs. Le aziende parlano di cambiamenti necessari per eliminare contenuti offensivi, ma molti collezionisti li vedono come una perdita di media e di contesto storico.

«C’è questa falsa idea che tutto sia online e accessibile. Semplicemente non è vero», dice Kemp. «C’è tantissimo materiale mai digitalizzato. O, sempre più spesso, contenuti nati solo in digitale che vengono rimossi. Licenze revocate, decisioni aziendali… e spariscono».

Negli ultimi anni, le piattaforme hanno anche usato un escamotage: rimuovere serie e film originali per ottenere sgravi fiscali — molti dei quali non sono mai stati pubblicati in formato fisico (Batgirl, del 2022, è stato girato e montato, ma mai distribuito, presumibilmente per questo motivo). Love Life ha evitato questo destino, e per Boyd è un bene che la collezione di supporti fisici torni di moda.

«Ci saranno sempre persone, soprattutto giovani, curiose del passato», conclude. «Interessate alla storia di grandi film, serie e album. Io ero quel tipo di ragazzo. Quindi ha senso che esistano ancora. L’idea che tutti vogliano solo cose nuove per sempre… non è mai stata reale. Ci saranno sempre quelli che vogliono andare controcorrente».

Da Rolling Stone US