Twitter è come un bar di provincia in cui tutti sono ubriachi e Burzum posta foto di Aranzulla | Rolling Stone Italia
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Twitter è come un bar di provincia in cui tutti sono ubriachi e Burzum posta foto di Aranzulla

Secondo Varg Vikernes gli italiani somigliano tutti all’informatico perché si sarebbero mischiati con gli ebrei. Niente di strano per una piattaforma dove i pazzi invasati dialogano con i presidenti

Twitter è come un bar di provincia in cui tutti sono ubriachi e Burzum posta foto di Aranzulla

Internet è veramente un posto assurdo. Solo su internet è possibile che Varg Vikernes (il fondatore della one man band Burzum) twitti il volto di Salvatore Aranzulla. Ma direi di più: che lo twitti per motivare il fatto che gli italiani si sono mescolati agli ebrei e ormai sono una razza impura. Ora, questa vi sembrerà una dichiarazione un tantino forte, ma allora vuol dire che non conoscete Burzum.

L’ormai ex cantante metal norvegese non è nuovo a questo genere di posizioni. Vi ricordate Breivik? Quel pazzo che fece fuori settantasette persone in Norvegia con armi automatiche? Ecco, Burzum fu il primo a gridare contro i suoi connazionali codardi, che non erano riusciti in centinaia a disarmare un singolo uomo. Certo è facile commentare dall’esterno, quello era Breivik ed era armato fino ai denti, vacci te a toglierli il fucile. Beh, forse Burzum ci sarebbe andato.

Prima di finire in galera per l’omicidio del chitarrista Euronymous (diverse coltellate tra cui quella mortale alla testa, ma a detta di Vikernes il buon Euronymous lo voleva rapire e torturare per offrirlo ad alcuni dei pagani, quindi era legittima difesa) si era fatto abbastanza notare come incendiatore di chiese. Dopo essere finito in carcere, è uscito e ha ricominciato con le solite cose. Nel 2013 fu arrestato in Francia dopo che sua moglie aveva acquistato dei fucili. Secondo le autorità il norvegese preparava un attentato, ma poi le accuse caddero per insufficienza di prove.

Oggi Burzum è un uomo libero e come tutti ha Twitter. Su Twitter si sviluppa una dinamica che sugli altri social viene di solito bannata: la gente esce di testa. Trump, Musk, Burzum, nessuno di loro se la mena minimamente a dire frasi che possano risultare razziste, tremende, crudeli.

Se scorrete il profilo di Varg Vikernes (ormai si fa chiamare col suo vero nome e ha abdicato la terminologia ereditata da Tolkien che contraddistingue tutta la sua produzione), ci troverete di tutto. Si definisce un “nativo europoeo (Neanderthal)”, discendente di uomini che vivevano di caccia nella foresta. È animista, chiaramente contro l’agricoltura che uccide la terra, poi contro i vicini svedesi, gli ebrei e i vari nemici della razza superiore, la sua.

In un tweet di risposta a un suo fan ha postato il faccione sorridente di Aranzulla, secondo lui lombrosianamente ebreo nei tratti somatici. Mah. Chissà dove l’ha trovata la foto, cosa ha digitato su Google. Magari Burzum si è visto pure un tutorial su come formattare un hard disk per Mac o scaricare l’antivirus gratuito più prestante. Non ci è dato saperlo.

Quello che sappiamo oggi è che su Twitter siamo tutti al bar, tutti uguali. I pazzi invasati possono dialogare con i presidenti e con i metallari, si sentono sparare le peggio bombe e tutti sono su di giri. L’atmosfera è esattamente quella del circolino di provincia dove al mattino si comincia con i giri di prosecco e bianco allungato con ghiaccio. Ti può andar bene se entri in un’onda di sbronza allegra, così come puoi finire in una rissa becera.

Tutto dura il tempo di un tweet, la memoria non c’è più, viene annullata dal tweet successivo. Guarda: gli Ufo! La Ferragni! Musk! Trump! Tutte bombe. Sembra di stare in tv, di fronte a un notiziario e i commentatori non sono poi così diversi da quelli di certi talk.

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