Tinder è un'app per ipocriti inventata da bigotti | Rolling Stone Italia
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Tinder è un’app per ipocriti inventata da bigotti

Piuttosto che ridurre l'erotismo alle scelte di un algoritmo e ai like ideali che mettiamo a foto di sconosciuti, meglio un bagno nel Naviglio o la roulette russa

Tinder è un’app per ipocriti inventata da bigotti

Foto via Unsplash

Se ti piace il rischio puoi sempre mettere un proiettile in una 38 e fare la roulette russa. Oppure puoi fare il bagno nel Naviglio e berne l’acqua, o che ne so andare in vacanza a Wuhan. Ma Tinder? Sei davvero pronto a stare su Tinder?

Io non ci sono mai stato. Non perché sia migliore di voi, ma perché ero terrorizzato dalle storie dei miei amici. Il patto implicito di un maschio che si iscrive a Tinder è: voglio scopare. Punto. Donne, tutto ciò che vi verrà detto all’appuntamento mettetelo subito nel dimenticatoio: è falso. Il maschio purtroppo non ha il coraggio di ammettere una roba del genere in questa fase storica in cui rappresenta solo il vessillo di un’era che non c’è più. Giustamente dopo millenni di sottomissione, donne e omosessuali sono al vertice energetico e il vecchio etero non ha le palle nemmeno per dire che ce l’ha duro. Si sente in colpa per tutte le cazzate femministe con cui gli hanno impiastrato il cervello. L’uomo ha il cazzo, ma non lo può sfruttare davvero. La femmina si iscrive a Tinder e dice al maschio: «Sì, lo voglio» (non il cazzo, ma un appuntamento). Perché poi alla fine vogliono tutte essere sposate e fare dei figli con te. Sappilo. Non sono lì per una sveltina, MAI. E quelle che sono li davvero per il sesso e basta sono ancora più matte.

Il maschio vive l’appuntamento come un test pre-scopata, la femmina come un test pre-matrimonio. C’è un fraintendimento non da poco. Non dovevamo scopare? No dobbiamo parlare, prima. Poi se va bene, se vai bene, lo facciamo. Ah già, parlare. Ma che vuol dire vado bene? Perché sono sotto esame ora? Chi è questa? E qui entra in gioco un aspetto, mi tocca citare un aneddoto.

Sono al tavolo di uno psichiatra di Milano, uno veramente tosto, mi guarda e mi dice: «Lo sa come si scelgono un uomo e una donna?». Silenzio abissale. No, non lo so, non c’ho mai capito nulla ho sempre solo fatto un gran casino. Lui sotto i libri rossi di Jung, col pizzetto e quel modo di fare da attore dei film di Salvatores nei ‘90: «L’odore». Bum! «Ci annusiamo! È qualcosa di primordiale ma è l’unico fattore con cui scegliamo un compagno o una compagna. Siamo ancora animali in questo». Rimango sconvolto. C’ho basato una vita su questo ma non l’ho mai detto a nessuno. Andavo a fiuto. Allora era davvero così.

Ecco, che io sappia Tinder non ha la funzione odore. Ha la funzione swipe, match. Parole da vomito per quanto mi riguarda. Se te lo avessero detto dieci anni fa che sarebbe esistita questa roba non ci avresti creduto. Devi fare dei like ideali a delle foto di qualcuno che non conosci, per poi trovartici a uscire e doverci pure parlare. Se sei uomo dover sopportare la marea di cazzate che ti viene propinata per forse meritarti una scopata e se sei donna le bugie imbellettate di intellettualismo per giustificare quella voglia sconcia.

Non ci siamo proprio. Se vuoi abbordare una donna sui social c’è già Facebook o Instagram. Basta partire da lì. Se una ti pare bella le scrivi e ci cominci a parlare punto. Poi si vede. Ma Tinder raga lasciatevelo dire: è da sfigati. Ai miei amici ho sempre detto: ma piuttosto vai a puttane! Almeno ti fai una sana scopata (spero) e stai meglio. Non hai bisogno dell’appuntamento, di chattare, che lei/lui sia figo/a con un lavoro cool, con mille gusti, mille film concerti vacanze da raccontarti. Ma anche qui siamo indietro anni luce e sulla questione puttane ci sono sempre degli ottimi post di Claudia Ska che potete leggere. Se vai a puttane sei un rifiuto sociale. Invece se stai su Tinder come Brad Pitt sei ganzo. Ma sparatevi.

Non funziona ragazzi, non funziona. Ti trovi nel letto con una che non funziona con te, di cui magari non ti piace l’odore. Che non ha il tuo ritmo o tu non hai il suo. Ti senti giudicato se hai un briciolo di buon senso, questo fotte l’entusiasmo. Solo gli americani potevano inventarsi Tinder. Lo hanno imbellettato come figata del secolo solo per nascondere il loro bigottismo riguardo al vizio. Sono la società del vizio ma devono sempre giustificarlo con l’eccentricità, la spregiudicatezza. Sì, un algoritmo troverà l’amore della mia vita, o la scopata della mia vita. Ma andate a cagare!

Tinder è da perdenti. Lo ribadisco. Devi essere così pigro nei confronti della tua vita da non compiere manco lo sforzo di rischiare. Ma che giochi a fare allora? Non è bello proprio quel brivido del rischio? Cosa rischi quando matchi? Piuttosto vai da una mignotta, ci pensa lei a toglierti la fuffa. Se non piangi la prima sera e ce la fai a farci l’amore, forse ne esci un uomo mezzo vero. Vedrai che la mattina dopo matchi meno. Con le donne è diverso, loro hanno bisogno di credere a certe favole. Loro vivono il match come una promessa. Sì, ciao, la promessa è che se una è così davvero, l’uomo scappa di sicuro.

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