Simon Dorante-Day: storia del presunto figlio di Carlo e Camilla | Rolling Stone Italia
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Simon Dorante-Day: storia del presunto figlio di Carlo e Camilla

Per anni è sembrato un mitomane, ma ora ha chiesto la prova del DNA. Scoppierà un nuovo scandalo reale?

Simon Dorante-Day: storia del presunto figlio di Carlo e Camilla

Carlo e Camilla. Foto di Jacob King/PA Wire

Macchietta vivente. Mitomane. Bugiardo, quando gli va bene. L’opinione pubblica non è mai stata generosa con Simon Dorante-Day, l’ingegnere australiano che dal 2005 grida al mondo la sua verità. Una verità che, se acclarata, avrebbe la forza – se non di ribaltare gli assetti dinastici inglesi – di assestare alla acciaccata monarchia Windsor un sonoro colpo di grazia. Dice questo signore di 53 anni, padre di famiglia: «Credetemi, non dico fandonie, sono figlio del principe Carlo e di Camilla». E ora si è rivolto all’Alta Corte di Sydney per obbligare l’erede al trono d’Inghilterra e la duchessa di Cornovaglia a sottoporsi al test del DNA. Tanto coraggio lo rende membro di diritto del Purgatorio che Rolling Stone dedica ai figli dimenticati delle corti reali.

Questa storia inizia in un altro continente. Simon nasce a Gosport, in Inghilterra, nell’aprile del 1966. Figlio di ignoti, viene adottato a 18 mesi da Karen e David Day, che vantano un legame particolare con gli Windsor. I genitori di Karen, Winifred ed Ernest, lavorano alle dipendenze della regina Elisabetta e del principe Filippo. Lei fa la cuoca, lui il giardiniere. Gli si potrà dare del mitomane, ma Simon non ha fatto altro che raccontare la verità che gli è stata inculcata: «Fu mia nonna a sbattermi in faccia le mie origini, sin da quando ero ragazzino: «Sei figlio di Carlo e del suo primo amore, Camilla».



Winifred confeziona per il nipotino una storia degna di un romanzo d’appendice. Il principe Carlo e la signorina Shand, poco più che ragazzini, commettono un’imprudenza durante uno dei loro primi incontri galanti, nell’estate del 1965. Risultato, lei resta incinta. L’aborto non è contemplato. Per tenere nascosta la gravidanza e partorire in gran segreto Camilla, appena diciottenne, viene allontanata dalla vita sociale. Carlo invece è spedito all’estero. Nella fattispecie, in Australia.

Dopo la nascita del bambino i Windsor, questa è la verità ricostruita da Simon, seppelliscono l’incidente di percorso sotto una spessa coltre di indifferenza. Come se niente fosse accaduto. Qualcosa però è accaduto. Che fare dunque del frutto negato di quell’incontro, incidente di percorso nella vita dell’erede al trono di Inghilterra? Entrano in gioco i genitori adottivi di Simon: Karen, la figlia di Winifred ed Ernest, era sterile. Lei e il marito David avevano già adottato una bimba. Una bocca in più da sfamare non sarebbe stato un problema. E prendono il piccolo con sé. Ma il cordone ombelicale con la madre naturale non viene reciso di netto. «Ho un vago ricordo d’infanzia: trascorrevo molto tempo con una donna. Ora lo so: era Camilla». Di questi incontri madre e figlio ovviamente non esiste alcuna prova.

Simon ricollega le sue origini regali anche ad alcune anomalie nel suo certificato di nascita. «È indicato un ospedale che all’epoca non aveva un reparto di neonatologia. E negli archivi della struttura non ho trovato alcuna traccia della mia presenza». Dorante-Day ne è convinto: quel documento è falso.

La storia è senza dubbio affascinante, ma presenta più di una incongruenza temporale. Carlo e Camilla vissero sì un’intensa passione. Ma gli storiografi da sempre stabiliscono l’inizio della loro relazione nel 1970, mentre se la ricostruzione di Simon fosse vera dovremmo retrodatare il loro primo incontro di cinque anni. Sappiamo invece come è andata a finire: nel 1973 la signorina Shand divenne la signora Parker Bowles. Nella terza stagione di The Crown si dice che fu un intrigo di Palazzo, ordito dalla Regina madre e dallo zio di Filippo, Lord Mountbatten, a farli separare: Camilla fu convinta a sposare l’ufficiale – perché più consono al suo livello sociale – e a dimenticare il principe.

Ma a rendere grottesca, oltre che fantasiosa, la storia di Simon è il coté anedottico con cui il protagonista ha arricchito il racconto nel corso degli anni. Nel 2019, parlando con il magazine New Idea, svelò che Diana era a conoscenza della vicenda e che nel 1997, pochi giorni prima della morte, era sul punto di rivelare tutto. In un’altra occasione, durante un viaggio dell’erede al trono e della seconda moglie in Australia per i Commonwealth Games, Simon aveva pubblicamente espresso il desiderio – rimasto tale – di incontrare i suoi presunti genitori naturali. Fino a oggi, però, l’atteggiamento dell’uomo è sempre rimasto incardinato alla innocua mitomania.

Rivolgersi ai tribunali è questione diversa. Bisogna basarsi almeno su un principio di fondatezza per evitare di incorrere nella lite temeraria. Simon non ha abbandonato il complottismo: ha annunciato azioni legali per chiedere il campione genetico a Carlo e Camilla, e ha anche dato la sua interpretazione del vertice di Sandrigham. Non è stata, sostiene, solo una riunione di famiglia per stabilire i punti fermi dell’esilio di Harry e Meghan in Canada. Si sarebbe parlato anche di lui, figlio segreto trattato come un dossier di massima allerta, vista l’azione legale di cui sopra.

Ora tutti si chiedono se il suo eventuale e improbabile riconoscimento in sede giudiziaria possa sovvertire l’ordine di successione al trono britannico. Le leggi dinastiche stabiliscono che solo i figli nati all’interno del matrimonio possano ambire alla corona. E questo anche nel caso in cui i genitori naturali abbiano contratto un matrimonio successivo (Carlo e Camilla si sono sposati nel 2005). Cambiare la legge di successione è un procedimento farraginoso in cui intervengono Governo, Parlamento e sovrano. Escludendo che Elisabetta voglia imbattersi anche in questa rogna, la palla passerebbe a Carlo. Che non pare desideroso di diventare re solo per abbracciare l’ingegner Dorante-Day e chiamarlo figlio.

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