Se non credi nell’oroscopo allora torna al baratto | Rolling Stone Italia
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Se non credi nell’oroscopo allora torna al baratto

Se non vi sorprende il potere assoluto di Kim Jong-Un, uno che si frattura le caviglie perché troppo grasso, allora non ha senso stupirsi per il successo degli oroscopi: tutte le civiltà nascono perché gli esseri umani hanno bisogno di raccogliersi attorno a qualche credenza comune.

Ruler's Horoscope

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Foto Pictures Now / Alamy / IPA

Qualche anno fa Kim Jong-un si è fratturato le caviglie camminando: non ha una struttura ossea all’altezza dei suoi cento chili di grasso. La Corea del Nord patisce la fame, non solo i militari che lo circondano costantemente potrebbero crivellarlo di colpi ma perfino un quindicenne sarebbe capace di spaccargli la testa con una pietra durante un posato propagandistico, eppure il dittatore se ne va in giro tranquillo come un cocco di mamma tra bancarelle di dolciumi. Per via del suo potere. Ma frugate la sua famigerata capigliatura come bertucce in cerca di pidocchi, controllate bene sotto i suoi tacchi rialzati, ispezionate con cura le sue divise inamidate e cineree: del suo potere non troverete traccia. Nessun rilevamento empirico è in grado di individuarlo, nessuna misurazione scientifica può quantificarlo. La percezione che la gente ha del suo potere non è un accidente tra gli altri del suo potere: quello è il suo potere. È suggestione, mito, fede. È una magia che consente a un solo, singolo, debole, ometto flaccido di comandare la vita e la morte di 25 milioni di persone.

Noi occidentali ci riteniamo in linea di massima affrancati dai sortilegi della fede. Ora, pensiamo a che cos’è un uomo con un miliardo di euro sul conto corrente. È un uomo. Che un certo gruppo sociale, più o meno ampio, dota di una potenza convenzionale. Usain Bolt correrebbe i 100 metri in meno di dieci secondi pure teletrasportato nel Medioevo; Lasha Talakhadze solleverebbe 477 chili pure alla corte di Diocleziano; Magnus Carlsen avrebbe successo con gli scacchi pure nell’India del VI secolo. Mentre tra gli ultimi indios isolati dell’Amazzonia quell’uomo, anche se si portasse appresso bauli colmi di euro in tagli da 200, banconote che si possono toccare e che frusciano, sarebbe solo un tizio con al seguito un bagaglio molto scomodo, e molto inutile.

Noi gli riserviamo il miglior tavolo del ristorante, cerchiamo di farcelo amico, maschi e femmine gli corrono dietro, gli diamo auto e case e velieri in cambio di numeri scritti su fogli e terminali: tutto ciò giusto perché noi crediamo che sia ricco. E, dal momento che noi lo crediamo, lui ricco lo è davvero. Ha cioè il potere di fare accadere cose, di condizionare il corso del mondo più di chi invece noi crediamo povero. Se domani, tutti assieme, smettessimo di credere che due euro equivalgono a un caffè e a una brioche, non troveremmo più un solo barista disposto a scambiare un espresso da 70mg di eccitante caffeina e un alimento da 400 preziose calorie con un pezzo di rame e nichel decorato dalle immagini di un artista mediocre, Luc Luyx – un pezzo, tra l’altro, nient’affatto raro dal momento che è riprodotto in milioni di esemplari. Ma adesso, qui, quel tondo di metallo è un talismano, è magico: noi – tutti noi – crediamo nel suo potere. I sistemi di transazione elettronici, i bancomat, i pos, i bonifici online, non sono altro che estrinsecazioni pratiche della nostra fede. Sono preti cibernetici che trasformano un’ostia di pane azimo nel corpo di Cristo. Se non ci fosse la fede nessuno avrebbe mai ordinato un singolo prete, il pane resterebbe pane, la carta resterebbe carta, il nichel nichel. L’unica forma di commercio secolarizzata, lucida, oggettiva, atea, evoluta, è il baratto, un gesto di protesta anarchica contro le convenzioni religiose. Io sono sazio ma ho ancora due uova: una la do a te in cambio del tuo cacciavite, di cui sono sprovvisto, perché devo riparare l’abat-jour.

Tuttavia le civiltà nascono perché gli esseri umani hanno bisogno di raccogliersi attorno a qualche credenza comune. Non ha senso stupirsi per il successo degli oroscopi. Un nato il 14 settembre, se ha fede nello zodiaco, si riterrà pignolo come si vuole sia pignolo un nato sotto il segno della Vergine. Al momento di riordinare i cassetti disporrà i calzini blu con i blu e quelli bianchi con i bianchi perché lui, caspita, sì che è una Vergine fatta e finita. Allo stesso modo gli altri adepti gli riconosceranno le caratteristiche del suo segno, come affidabilità e discrezione. Lo metteranno insomma nelle condizioni perché possa esprimere le sue caratteristiche e il potere dell’oroscopo non sarà meno effettivo di quello di Kim Jong-un. La fede nello zodiaco ha, per di più, il merito di conferire a chiunque lo status del prescelto. L’idea che qualcosa di più grande, le costellazioni e i moti degli astri, abbiano deciso il destino personale di ciascun essere umano, a prescindere da meriti e natali, è lusinghiero e tranquillizzante. Non solo il dittatore ha potere, non solo il miliardario ce l’ha, ma anche tu, e tu, e tu…hai il tuo rispettivo e caratteristico potere. Per acquisirlo non devi compiere certi gesti imposti da una dottrina, non devi digiunare o pregare, né tantomeno lavorare. Devi soltanto nascere. L’oroscopo è la fede democratica per eccellenza, la più adatta allo spirito dei tempi.

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