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Quer pasticciaccio brutto der Gabbana cinese

Dopo una trafila di campagne stereotipate e monodimensionali, il brand fa il capolavoro con uno spot in cui una modella cinese fatica a mangiare il cannolo con le bacchette. Perché se l’Italia è la Vucciria, allora la Cina è la bacchetta di legno, da guardare con la superiorità dell’uomo bianco alle prese con l’esotico

Sintesi estrema dei fatti: Stefano Gabbana è andato in Cina, ha pestato una merda gigantesca e ora i cinesi gliela stanno facendo raccogliere – senza le tradizionali bacchette.
La vicenda è nota: Dolce & Gabbana avrebbe dovuto tenere ieri una grande sfilata a Shanghai sotto il cappello di una più grande operazione simpatia intitolata “Dolce&Gabbana ama la Cina”. Nel perimetro di quest’impresa accalappia-favori rientrava la pubblicazione sui social network degli stilisti di una serie di video nelle intenzioni divertenti che rappresentavano una sofisticata donna cinese alle prese con la pizza e il cannolo siciliano. La gag era semplice: con le bacchette non si riesce a mangiare né la pizza né il cannolo. Hahahaha, grasse risate.

Peccato che i cinesi non abbiano riso per niente, anzi si sono piuttosto incazzati. E quindi ecco piovere accuse di razzismo, 120 milioni (eggià, il contapassi della popolazione del Celeste Impero segna 1,4 miliardi) di messaggi ostili rilanciati sui social network controllati dal Governo, le autorità hanno ritirato la propria adesione all’evento, l’evento è stato cancellato, è partito un boicottaggio dei prodotti dei due stilisti italiani, i danni causati al marchio tendenti a più infinito. Tutto qui? Neanche per idea. Oltre all’opportunità di pubblicare video che ancora – non siamo più nel 1982 del “Ue’, ciao Africa!” – giocano sullo shock culturale di “coltello e forchetta contro bacchette di legno” – l’incidente è stato amplificato da una serie di messaggi privati che Gabbana ha scambiato con l’account Instagram diet_prada in cui lo stilista si lanciava in commenti pesantemente denigratori sull’intero Paese.

diet_prada ha pubblicato tutto e apriti cielo: a quel punto Gabbana ha dovuto improvvisare un hackeraggio del suo account Instagram ma insomma il disastro era confezionato. I più attenti ricordano che non è la prima volta che Dolce&Gabbana inciampano su accuse di razzismo, che sono spesso promotori di campagne stereotipate e monodimensionali, che se l’Italia è la Vucciria, la Cina è la bacchetta di legno, e per loro il mondo è questo, per loro va bene così. Solo che il mondo – per fortuna – non è più questo, la diversità è un valore e il rispetto reciproco anche, e fondamentalmente se promuovi campagne dove tratti l’incontro tra due mondi come “uomo bianco alle prese con l’Esotico” è giusto che ne paghi le conseguenze.

La Cina è la seconda potenza economica mondiale, e diventerà la prima. Insomma, non sapranno tirare su un cannolo con le bacchette, ma a breve le useranno per tenerti per le palle. Questo varrà per l’universo mondo, fatta eccezione per Stefano Gabbana: le sue pare le abbiano impugnate già ieri in una presa saldissima.

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