Preparatevi, purtroppo, a sentir parlare sempre più spesso dei nitazeni | Rolling Stone Italia
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Preparatevi, purtroppo, a sentir parlare sempre più spesso dei nitazeni

Il nuovo capitolo della "crisi degli oppioidi" degli Stati Uniti ha a che fare con composti che assomigliano al fentanyl, ma che sono molto più pericolosi. Soprattutto perché, spesso, si assumono senza saperlo

(Da USA) nitazene

Foto: Joe Lamberti/The Washington Post/Getty Images

Mentre i rischi legati al fentanyl dominano le cronache da anni, il numero di vittime attribuite a un’altra classe di oppioidi sintetici estremamente potenti — i “nitazeni” — continua a crescere. Per decenni, queste sostanze — note anche come oppioidi benzimidazolici — erano conosciute quasi esclusivamente dagli studiosi della farmacologia degli oppioidi. Tutto è cambiato nel 2019, quando i nitazeni sono comparsi nel mercato illecito degli stupefacenti: prima in Europa, poi negli Stati Uniti. Inizialmente presenti in otto Paesi, nel 2022 si erano già diffusi in diciannove.

Secondo il World Drug Report 2025 dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, la presenza dei nitazeni nel mercato illegale è in costante aumento da cinque anni e rappresenta una minaccia crescente per la salute pubblica. Resta però poco chiaro come queste sostanze siano entrate per la prima volta nella catena globale della droga, dato che non è mai esistita una reale richiesta pubblica per questi composti.

La principale preoccupazione riguarda i decessi da overdose. Questo dipende in parte dal fatto che l’isotonitazene — il nitazene più comune, noto anche come “ISO” — è da cinque a nove volte più potente del fentanyl, che a sua volta è generalmente 25-50 volte più forte dell’eroina, la quale ha una potenza circa doppia rispetto alla morfina. In altre parole, meno di 2 mg di ISO — l’equivalente della punta di una matita o di pochi granelli di sabbia — possono essere letali, spiega Brian Townsend, ex agente speciale supervisore della Drug Enforcement Administration (DEA) e fondatore e presidente di Only 2mg Inc., un’organizzazione non-profit che si occupa dell’uso di fentanyl e di altre nuove sostanze illecite.

Al momento, i dati sul numero di decessi legati ai nitazeni negli Stati Uniti sono limitati. Le informazioni più vicine a una stima provengono da due studi, anche se nessuno dei due è in grado di fornire un quadro dettagliato dell’estensione dei decessi da nitazeni a livello globale, ed è probabile che sottostimino la portata delle overdose nelle Americhe. Il primo studio ha rilevato che i nitazeni hanno avuto un ruolo in almeno 200 morti per overdose in Europa e Nord America tra il 2020 e il 2021. Il secondo ha individuato 93 decessi nel 2022, sulla base di otto report di casi provenienti principalmente dagli Stati Uniti.
Ecco cosa sapere sui nitazeni, sul motivo della loro diffusione e sulle implicazioni per la salute pubblica.

Cosa sono i nitazeni?
I nitazeni sono una classe di oppioidi sintetici altamente potenti, creati negli anni Cinquanta come alternativa alla morfina, ma mai approvati per uso medico a causa del loro elevato rischio di overdose, spiega Townsend a Rolling Stone US. Anche il fentanyl è stato sviluppato nello stesso periodo, aggiunge.

«Non sono correlati agli oppioidi derivati dalla morfina o al fentanyl, ma funzionano in modo simile agendo sui recettori oppioidi e provocando effetti come analgesia, euforia, sedazione, depressione respiratoria, fino all’overdose e alla morte», afferma Ryan Marino, tossicologo e specialista in medicina delle dipendenze presso gli University Hospitals di Cleveland.

I nitazeni esistono in diverse forme — pillole, polveri e spray — sia in forma “pura” sia mescolati con altre sostanze come eroina, fentanyl e benzodiazepine. Possono essere assunti per via endovenosa, intranasale, orale, sublinguale o mediante inalazione (vaporizzazione).

I nitazeni agiscono legandosi ai recettori degli oppioidi per bloccare o ridurre l’intensità del dolore, proprio come l’eroina, il fentanyl o altri oppioidi, spiega Townsend. «Il problema è che sono estremamente potenti e rallentano la parte del cervello che ti dice di respirare», continua. «È questo che provoca la depressione respiratoria. A volte la definiamo la “morte assonnata”».

Negli Stati Uniti, clonitazene ed etonitazene — due tipi di nitazeni — furono inseriti nella versione originale del Controlled Substances Act del 1971 come sostanze di categoria Schedule I, cioè ad alto potenziale di abuso e senza uso medico riconosciuto. Nel 2020, la DEA ha classificato l’isotonitazene come sostanza Schedule I e, da allora, altri sette nitazeni sono stati inseriti nella stessa categoria.

Nonostante siano illegali, far rispettare la legge è complicato. «Le sostanze chimiche che compongono i nitazeni sono relativamente economiche, facili da reperire e altrettanto economiche da trasformare in droga, il che ne favorisce la diffusione nelle comunità di tutto il mondo», spiega Jessica Steinman, chief clinical officer di No Matter What Recovery a Los Angeles.

È inoltre difficile ottenere dati accurati che mostrino l’entità del problema, perché non siamo in grado di rilevare i nitazeni in modo affidabile. «I normali test rapidi per il fentanyl non rilevano i nitazeni, e la maggior parte dei pannelli tossicologici ospedalieri non li include, il che significa che le overdosi vengono identificate in modo errato e i decessi risultano sottostimati», afferma Jason Bernstein, LMFT, direttore clinico dei programmi di disintossicazione/residenziali e dual diagnosis presso Clear Behavioral Health. «Per chi convive con una dipendenza questo è destabilizzante, perché le strategie di riduzione del danno crollano nel momento in cui non puoi testare la sostanza più pericolosa presente nella filiera».

Secondo Marino, non è chiaro perché i nitazeni siano entrati nella catena di approvvigionamento delle droghe, e non esiste un mercato che li richieda apertamente. «Potrebbero essere una risposta agli sforzi per ridurre la disponibilità di altri oppioidi, e persino di altre droghe come le benzodiazepine», spiega a Rolling Stone US. «Quasi in tutti i casi in cui vengono individuati, i nitazeni sono aggiunti ad altre droghe — soprattutto fentanyl — e non vengono dichiarati al momento della vendita». Tra il 2019 e il 2023, i nitazeni sono stati identificati in almeno 4300 sequestri effettuati dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti.

Anche se non abbiamo un quadro completo dei decessi legati ai nitazeni, sappiamo che stanno avvenendo in tutto il Paese. Per esempio, uno studio condotto tra il 2022 e il 2023 ha rilevato nitazeni nei campioni di acque reflue di Washington e Illinois. Il Dipartimento della Salute dell’Ohio ha registrato sette decessi per overdose da nitazeni nello stato nel 2020, una media di 57 nel 2021 e 2022, e 77 solo nei primi sei mesi del 2023.

In Tennessee, non risultavano decessi legati ai nitazeni nel 2019, ma ce ne sono stati 92 tra il 2020 e il 2023. La maggior parte delle overdose coinvolgeva anche il fentanyl. Inoltre, il Dipartimento della Salute della Pennsylvania ha riportato almeno 50 morti associate ai nitazeni dal 2020, con un record di 29 decessi nel 2024. Come accade con altri oppioidi, il naloxone può invertire un’overdose da nitazeni. Tuttavia, a causa della loro potenza, potrebbero essere necessarie più dosi di naloxone.

Secondo Justin Gurland, assistente sociale specializzato in dipendenze, non esiste una particolare categoria demografica che cerchi intenzionalmente i nitazeni. «È proprio questo a renderli così pericolosi», dice a Rolling Stone US. «La maggior parte delle persone che li assume non sa neppure di assumerli. I nitazeni vengono mescolati con eroina, pillole antidolorifiche contraffatte e persino droghe non oppioidi, arrivando così a persone che non avevano alcuna intenzione di usare un oppioide».

Perché i nitazeni si stanno diffondendo?
I nitazeni stanno diventando sempre più diffusi perché sono economici, forti e creano dipendenza, dice Townsend. «Costano poco, quindi i trafficanti li usano per “tagliare” le forniture e guadagnare di più», spiega. «Sono molto potenti, amplificano o intensificano lo sballo. Molte persone con problemi di dipendenza mi hanno detto che li cercano proprio per ottenere un effetto più forte. Infine, creano dipendenza, il che significa clienti abituali e più soldi per i trafficanti che aggiungono queste sostanze alla loro merce». E grazie alla loro potenza, aggiunge Steinman, «le dosi possono essere minuscole, il che li rende facili da nascondere o trasportare da un luogo all’altro», dice a Rolling Stone US.

Molti esperti ritengono che gli analoghi dei nitazeni possano essere entrati nei mercati delle droghe ricreative per sostituire gli analoghi del fentanyl dopo l’introduzione dei divieti “class-wide” sugli analoghi del fentanyl in Cina e negli Stati Uniti, spiega Marthe M. Vandeputte, ricercatrice presso il laboratorio di tossicologia dell’Università di Ghent, in Belgio.

Il 1° luglio 2025, la Cina ha introdotto un divieto generico sugli analoghi dei nitazeni. «Questo significa che, con un unico provvedimento, la grande maggioranza dei nitazeni finora conosciuti è stata resa illegale in Cina, che è considerato il principale paese produttore», racconta Vandeputte a Rolling Stone US. «Dato il ruolo determinante della Cina nella produzione di nitazeni, ci aspettiamo che questo possa avere un impatto significativo sul mercato dei nuovi oppioidi sintetici nel prossimo anno, poiché meno nuovi analoghi potrebbero arrivare sul mercato». Ma aggiunge che potremmo vedere comparire altre classi di oppioidi sintetici al loro posto.

«Inoltre, il divieto imposto dai Talebani nel 2022 sulla coltivazione del papavero da oppio potrebbe avere un impatto sulla disponibilità di eroina in Europa e altrove, alimentando ulteriormente la crescita degli oppioidi sintetici come i nitazeni», afferma.

Perché i nitazeni preoccupano così tanto?
Dal 2019 sono emerse più di 20 varianti di nitazeni, e nuove continuano ad apparire. «Non appena un composto viene inserito nelle tabelle, i produttori modificano leggermente la molecola e ne creano una che tecnicamente non è ancora illegale», spiega Bernstein. «Quello che è iniziato nell’eroina si è ormai esteso agli stimolanti, ai depressivi e ai farmaci contraffatti. Chiunque acquisti droghe di strada oggi corre potenzialmente un rischio».

Per Luke Archibald, MD, responsabile della sezione di psichiatria delle dipendenze al Dartmouth Hitchcock Medical Center nel New Hampshire, tutti gli aspetti ancora ignoti dei nitazeni destano forte preoccupazione — soprattutto perché si tratta di un gruppo di composti chimici con proprietà potenzialmente diverse, come potenze variabili e risposte differenti al naloxone. «È inquietante non sapere cosa possa contenere una determinata partita di droga, e ci sono segnalazioni di nitazeni in pillole contraffatte vendute come altre sostanze e assunte da persone senza esperienza con gli oppioidi», racconta a Rolling Stone US.

La potenza dei nitazeni è un altro elemento allarmante. «Anche una quantità minima — una dose grande quanto la punta di uno spillo — può rallentare o fermare il respiro», dice Gurland. «E la differenza tra una “dose” e un’overdose fatale può essere microscopica».

Secondo Gurland, la preoccupazione maggiore è che la maggior parte delle persone che li assume non sa di farlo, perché i nitazeni compaiono in pillole e polveri contraffatte, mescolati in ciò che sembra ossicodone, eroina o persino droghe non oppioidi. «Per chi vive già con una dipendenza, questa imprevedibilità rende ogni assunzione potenzialmente letale. Non si tratta solo della potenza — si tratta dell’invisibilità», spiega. «Sono difficili da individuare, e spesso i laboratori non li testano nemmeno. Ecco perché vengono considerati la prossima ondata della crisi degli oppioidi sintetici».

Come il fentanyl, anche i nitazeni stanno rapidamente diventando un problema di salute pubblica. «Quella combinazione di potenza e invisibilità è ciò che li rende così pericolosi», afferma Gurland. «Le persone non sanno cosa stanno assumendo, i soccorritori non sanno sempre con cosa hanno a che fare, e persino i test antidroga standard possono non rilevarli. Così si crea un rischio invisibile che si diffonde nelle comunità già duramente provate dalla crisi degli oppioidi».

Da Rolling Stone US

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