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Il luogo del massacro di Jonestown è diventato un sito turistico

Il progetto era stato annunciato a fine 2024 dalla società Wanderlust Tours. Rose Sewcharran, la direttrice, ha dichiarato all'Associated Press: «Crediamo che sia giunto il momento. Cose del genere accadono ovunque»

(da USA) Jonestown

Un cartello all'entrata di Jonestown, scattato nel 2022

Foto: Patrick Fort/AFP via Getty

Il luogo del massacro di Jonestown, in Guyana, dove nel 1978 più di 900 persone legate alla setta guidata da Jim Jones sono morte commettendo un suicidio di massa o assassinate, ha aperto al turismo.

Alla fine del 2024, dopo decenni di abbandono, un tour operator privato del Paese sudamericano ha annunciato il progetto di organizzare visite guidate all’ex compound: una decisione che all’epoca è stata accolta da polemiche.

«Crediamo che sia giunto il momento. Cose del genere accadono ovunque», ha dichiarato all’Associated Press nel 2024 Rose Sewcharran, la direttrice di Wanderlust Adventures, la società che organizza i tour. «Esistono vari esempi di turismo macabro e lugubre in tutto il mondo, tra cui Auschwitz e il Museo dell’Olocausto».
Ora, a distanza di mesi, Wanderlust con l’approvazione del governo della Guyana offre ai turisti il Jonestown Memorial Tour, che comprende voli per la capitale della Guyana, Georgetown, e un’escursione di un’ora in pulmino per raggiungere il poco che resta dell’insediamento del Peoples Temple, come riporta il New York Times.

La parlamentare di lungo corso Jackie Speier, che nel 1978 è sopravvissuta a un agguato in Guyana (è rimasta ferita da diversi proiettili mentre prestava servizio come assistente del deputato Leo Ryan, che è stato ucciso da membri del Peoples Temple quando si è recato nel Paese per indagare sulle denunce di persone trattenute contro la loro volontà) è stata tra coloro che hanno protestato contro l’iniziativa di Wanderlust.
«Sono rimasta inorridita, perché quel posto non deve diventare un’attrazione turistica», ha dichiarato a KTVU nel dicembre 2024. «E, per un’azienda, pensare che questo sia turismo d’avventura è un errore».

Al tour inaugurale hanno partecipato due parenti di Sewcharran, due giornalisti e due turisti, come riporta il New York Times. Sewcharran ha dichiarato che lo scopo dell’escursione non è il sensazionalismo, ma esplorare «i pericoli della manipolazione, dell’autorità fuori controllo e delle circostanze che hanno portato a questo evento terribile».

Da Rolling Stone US

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