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Essere amici dei colleghi? Impossibile

Non siamo più in grado di prenderci tempo per noi stessi, quindi scambiamo per amicizia le ore passate accanto a gente con cui non condividiamo niente che non sia l'odio per il capo, o le nostre frustrazioni quotidiane

Attento. Se sei uno di quelli che passa le giornate in ufficio sei soggetto a un tranello: l’amicizia sul luogo di lavoro. È un pacco, una balla, un placebo, un surrogato di rapporto umano. Sembra amicizia, ma è solo che i tuoi pochi momenti di respiro li passi con degli stressati tanto quanto te, detenuti con cui condividi il tuo piccolo carcere. Due chiacchiere alla macchinetta del caffè, due stronzate, qualche confidenza e ti affezioni. Ma l’amicizia è un altra cosa. Te ne accorgi quando cambi lavoro e anni dopo incroci qualche vecchio volto del tuo ex posto. È familiare, ma al tempo stesso estraneo. Ti prende male, non hai voglia di chiacchiere di circostanza e tiri dritto fingendo di non vederlo. Lui fa uguale. Eppure ci hai passato anni nei pressi di quel tizio e ora entrambi non vi salutate più.

I rapporti vanno coltivati, hanno bisogno di energia, di impegno, non possono definirsi tali quelli che nascono tra uomini il cui unico tratto comune è condividere la pazzia del proprio capo, o le frustrazioni quotidiane. Il fatto è che ad oggi, per molti, l’ufficio è un deposito di se stessi dove trascorrono la maggior parte delle ore diurne, con effetti devastanti per la salute e l’umore. Stare tutto il giorno a lavoro non è sano, per questo spalanchiamo la bocca quando leggiamo che in nord Europa lavorano meno di noi, o sogniamo tutti di diventare nomadi digitali. Ma in Italia è così. Devi ringraziare che ce l’hai un lavoro e anche se per lunghi tratti della giornata non fai niente, devi presidiare la scrivania. È rimasto tutto come in Fantozzi.

Nel secolo scorso abbiamo avuto la fabbrica come luogo di annullamento dell’individualità, oggi lo stesso danno viene perpetuato su ignari dipendenti costretti a vivere sotto luci al neon, seduti accanto a uomini che si scaccolano o parlano di argomenti di cui non ci interessa. Il male assoluto sono quelli che hanno talmente poca vita fuori dal lavoro, che pure un flirt lo cercano tra i corridoi dell’azienda. Tutto questo succede perché non siamo in grado di prenderci tempo per noi stessi, ore di permesso, giorni di ferie che a chiederli pare che tradisci chissà quale ideale. Intanto i mesi passano e ti senti sempre più solo, vedi i colleghi abbrutire, vedi quei tizi sempre stressati che fumano cento sigarette e parlano solo di lavoro.

Non c’è da farsene una colpa, però potremmo iniziare a pretendere un po’ di più. Nessuno si fida più della politica o di un sindacato per ottenere un aumento, tutti sanno che abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa, però ecco… sarebbe bello chiedere e ottenere più ore di lavoro da casa, più tempo per dedicarsi a se stessi e magari a qualche rapporto vero, di quelli che scegliete. Altrimenti vi ritrovate a scambiare l’ora d’aria per la libertà. Di questo, non parla nessun intellettuale, ma loro si sa… mica devono andare in ufficio. Altrimenti come farebbero a rimanere fantasiosi, liberi e creativi? L’ufficio è la morte della fantasia, è giorni tutti uguali a parlare delle stesse cose, è per metà tempo sprecato. E se quelli fossero vostri amici ve lo direbbero.

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