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E se vi costruissero di fianco a casa una comunità per cristiani di estrema destra?

L'azienda RidgeRunner sta proponendo il "sogno" di quartieri gentrificati, ma al modo di chi sposa valori fortemente tradizionalisti. E tra gli Appalachi, dove Donald Trump ha pieno sostegno, c'è chi non la pensa come loro
(da USA)

Illustrazione di Matthew Cooley

Guidando verso Nord sulla State Route 56, entrando nella Jackson County, Tennessee, la strada si snoda tra colline rigogliose e verdi, passando davanti a qualche casa, un’officina abbandonata e il Country Cabin Quik Market, prima di raggiungere un grande cartellone. Basta avanzare fino al parcheggio di Fatboy’s Barbie-Q — dove dolci nuvole dall’aroma agrodolce si alzano da un enorme affumicatore — per leggere uno dei due lati dell’insegna: «Dio benedica la Jackson County! Siamo orgogliosi di chiamarla casa!». Le parole “terra,” “libertà” e “eredità” incorniciano un cervo stilizzato sopra il nome di un’azienda: RidgeRunner. Sull’altro lato, invece, compare un messaggio diverso: «Piccola città — grande cuore. Qui, le cattive intenzioni non attecchiscono. Fermati un po’ a Gainesboro. Dove tutti sono i benvenuti!».

Se non vivi nella Jackson County, forse non coglierai il sottotesto polemico tra i due messaggi del cartellone. Uno dei lati è stato installato a fine luglio da RidgeRunner, una società immobiliare che ha acquistato centinaia di acri nella zona con l’intenzione di sviluppare «town and country charter communities», comunità residenziali che spera di riempire con centinaia di nuovi abitanti cristiani conservatori.

L’altro cartellone è stato invece installato da un gruppo di imprenditori della contea, preoccupati che i nuovi residenti possano essere nazionalisti cristiani di estrema destra intenzionati a prendere il controllo del governo locale. Il messaggio del billboard — l’idea che qui “tutti” siano i benvenuti e il riferimento alle “cattive intenzioni” — suona come una risposta diretta a RidgeRunner e a ciò che i suoi critici considerano un ethos discriminatorio: una visione del mondo che, a loro dire, ridurrebbe chiunque non sia un uomo bianco protestante a cittadino di seconda classe — o forse neppure a cittadino.

Josh Abbotoy, CEO di RidgeRunner, mi accompagna fino allo spiazzo sterrato davanti al Fatboy’s. «È una parabola», mi dice con orgoglio. «Una scintilla che sta scoccando in tante piccole città di questo Paese». Indica il cartellone. «“Siamo orgogliosi di chiamarla casa” contro “Fermati un po’ da queste parti”. Quale di queste due vie porta alla crescita economica?».

Abbotoy, 38 anni, avvocato laureato ad Harvard, è tarchiato e muscoloso e, il giorno in cui ci incontriamo, indossa una polo verde foresta, dei jeans e una leggera barba. Dice di non riconoscersi nel nazionalismo cristiano, un’ideologia che in generale sostiene che l’America sia una nazione cristiana e debba essere governata da uomini cristiani evangelici secondo principi ultraconservatori. Per lui, la disputa riguarda invece il modo in cui ampie aree degli Appalachi potrebbero rinascere. I detrattori di RidgeRunner, afferma, puntano a inseguire i soldi del turismo — volubili e incerti — reprimendo i valori cristiani e conservatori che qui esistono da sempre, nel tentativo di attrarre i liberali delle grandi città e dimostrare di «non essere come quegli zotici del processo Scopes». Il suo piano, al contrario, è vendere il sogno di una vita rurale e di provincia a un certo tipo di acquirente.

«C’è una forte componente politica in tutto questo,» dice. «Non lo pubblicizziamo in modo così diretto, ma forse dovremmo: “Siete stufi di criminalità, corruzione e cultura woke nella vostra grande città blu? Allora trasferitevi qui”». Aggiunge di aver già venduto alcuni lotti, per lo più a persone pronte a trasferirsi. «Chi viene da fuori e si stabilisce in Tennessee ama com’è adesso. Ama quell’atmosfera tradizionale della Bible Belt».

I primi due suoi clienti, Andrew Isker e C. Jay Engel, hanno però fatto scattare parecchi campanelli d’allarme nella comunità. Secondo Abbotoy, sono solo due uomini che hanno comprato un terreno da RidgeRunner e si sono trasferiti qui con le loro famiglie, vivendo temporaneamente in affitto finché non potranno costruire sulle loro proprietà. Ma sono già diventati ambasciatori informali dell’azienda, lavorando dall’ufficio RidgeRunner di Gainesboro e conducendo quello che Isker ha definito «il podcast nazionalista cristiano numero uno al mondo».

Josh Abbotoy, CEO di RidgeRunner. Foto: Shelby Tauber/’The New York Times’/Redux

Isker, un pastore del Minnesota, ha co-firmato nel 2022 un libro intitolato Christian Nationalism: A Biblical Guide to Taking Dominion and Discipling Nations, insieme ad Andrew Torba, fondatore di Gab, la piattaforma social popolare tra suprematisti bianchi, antisemiti e teorici della cospirazione. Isker, che ha dichiarato di voler «sciogliere il Congresso e la magistratura e conferire tutto il potere a un sovrano chiamato Donald J. Trump», ha una lunga storia di commenti incendiari contro donne, immigrati, persone ebree e comunità LGBTQ+.

Engel, californiano e proprietario di un’azienda che produce rimorchi per off-road, ha invece usato i social per attaccare la democrazia, sostenere che le persone gay siano impiegabili solo se «si impegnano a non essere gay», affermare che la sopravvivenza dell’America «dipende dalla rimozione degli stranieri», auspicare un ritorno a «com’era il Paese prima del movimento per i diritti civili», e sostenere che «le donne erano più felici e appagate prima di ottenere il diritto di voto».

Isker e Abbotoy erano amici sin dal loro incontro, qualche anno fa, grazie a conoscenze comuni negli ambienti conservatori ed evangelici. RidgeRunner, di fatto, ha reclutato Isker per trasferirsi nella contea di Jackson come uno dei primi residenti del progetto, e Isker a sua volta ha invitato il suo partner di podcast, Engel. Pur sostenendo di non averli mai «nominati ambasciatori dell’iniziativa», Abbotoy ha permesso loro di promuoverla costantemente.

Il podcaster Andrew Isker. Foto: Tamara Reynolds per Rolling Stone US

Lo scorso luglio, in un episodio del loro podcast Contra Mundum — latino per Contro tutto e tutti — nel quale annunciavano il trasferimento, Isker ha dichiarato: «Stiamo costruendo una città», rivelando anche l’intenzione di fondare lì una nuova chiesa. Un mese dopo, ha descritto un progetto ancora più ampio: «Se riesci a riunire anche solo poche centinaia di persone che pensano allo stesso modo, che condividono le stesse idee sul bene comune, sulla politica e via dicendo, e le concentri tutte nello stesso posto, puoi esercitare un potere politico immensamente superiore — anche solo con poche centinaia o poche migliaia di persone — rispetto a quando sei da solo, disperso in tutto il Paese».

L’idea che qualcuno arrivi “a costruire una città” dove una comunità esiste da oltre due secoli non è stata, prevedibilmente, accolta con entusiasmo. Molti degli abitanti della Contea di Jackson con cui ho parlato vedono in Isker ed Engel, come ha detto qualcuno, «gli esempi A e B del tipo di persone attratte da ciò che RidgeRunner sta vendendo». Una prospettiva inquietante, persino in una contea dove Donald Trump ha ottenuto quasi l’81% dei voti nel 2024 e la maggioranza si identifica come cristiana conservatrice.

Linda McNew, che vive in una fattoria della contea e si definisce «una donna cristiana conservatrice al cento per cento», inizialmente diffidava della stampa locale critica verso RidgeRunner e si era messa a cercare informazioni per smentirla. Ciò che ha scoperto, però, l’ha colpita profondamente. «Sono antisemiti, anti-Black, anti-Nativi americani. Non vogliono nient’altro che ciò che pensano loro. Il punto è trasferirsi qui e conquistare potere. E dietro hanno un sacco di soldi».

Abbotoy sostiene di essere semplicemente un «conservatore politico schietto» e che l’opinione pubblica locale si sia rivoltata contro RidgeRunner per colpa dei media e degli abitanti più progressisti di Gainesboro. «Non sto facendo del male a nessuno. Sto vendendo terreni, portando avanti la mia attività e cercando di essere un buon vicino».

Esiste una lunga storia di comunità pianificate costruite attorno a un’ideologia politica o religiosa condivisa — da parte di nazionalisti cristiani, mormoni, amish, ebrei chassidici e altri gruppi. I tentativi di creare insediamenti nazionalisti cristiani in luoghi come Elohim City, in Oklahoma, la contea di Alpine, in California, o Tigerton, nel Wisconsin, risalgono agli anni Settanta. Doug Wilson, un pastore nazionalista cristiano a Moscow, in Idaho, lavora da decenni per trasformare la città in quella che definisce una “church town” (Isker si è diplomato al suo programma ministeriale).

Il cartellone pubblicitario di RidgeRunner a Jackson County. Foto: David Peisner

«Il nazionalismo cristiano è sempre stato presente nella storia americana», spiega Amanda Tyler, direttrice esecutiva della Baptist Joint Committee for Religious Liberty e autrice di How to End Christian Nationalism. «Ma oggi è il movimento politico ben finanziato a impadronirsi di quell’ideologia e a sfruttarla per il proprio tornaconto. Queste idee estreme stanno conquistando sempre più spazio tra i rappresentanti eletti».

Pete Hegseth frequenta una chiesa del Tennessee affiliata a Wilson e ha ricondiviso un video di Wilson e altri pastori della sua congregazione in cui, tra le altre cose, sostengono che le donne non dovrebbero avere il diritto di voto (un portavoce del Pentagono ha poi dichiarato: «Ovviamente il Segretario ritiene che le donne debbano avere il diritto di voto»). Russ Vought, che si definisce un nazionalista cristiano, è il direttore del budget di Trump. Jeremy Carl, recentemente nominato a un ruolo da assistente segretario di Stato, ha scritto in termini elogiativi del nazionalismo cristiano ed è vicino ad Abbotoy. William Wolfe, ex funzionario del Dipartimento della Difesa, è un fervente nazionalista cristiano che Abbotoy ha più volte definito «amico e collega». Lo Speaker della Camera, Mike Johnson, sostiene da anni posizioni riconducibili al nazionalismo cristiano. Anche J.D. Vance mantiene legami con i nazionalisti cristiani, tra cui colleghi dello stesso Abbotoy.

«Le reti sono molto diffuse, ma al tempo stesso fittissime, con un forte intreccio tra persone, finanziatori e organizzazioni non profit», spiega Andrew Whitehead, professore di sociologia alla Indiana University e co-autore di Taking America Back for God: Christian Nationalism in the United States.

Ciò che distingue RidgeRunner dalle precedenti enclave religiose o politiche è l’ampiezza della sua ambizione. Gli sviluppi immobiliari di RidgeRunner nella contea di Jackson sono il modello di ciò che l’azienda — e altre realtà simili — sperano di esportare in tutto il Paese. E con sostenitori e contatti all’interno e intorno all’amministrazione Trump, oltre che tra potenti think tank conservatori come il Claremont Institute, dove Abbotoy è stato fellow nel 2023, e la Heritage Foundation, RidgeRunner potrebbe davvero avere i mezzi per trasformare i propri obiettivi in realtà.

«Ciò che la rende diversa da qualche idiota suprematista bianco che vuole solo bruciare croci e simili è che qui c’è un modello d’impresa, unito alla promozione di uno stile di vita», afferma Mark Dudney, storico locale la cui famiglia vive nella contea di Jackson da sette generazioni. «Capisco perché vedano i luoghi rurali e isolati come terreno fertile per i loro piani grandiosi, ma è frutto di un fraintendimento di fondo. La gente degli Appalachi non ama che arrivino degli estranei a dirle cosa deve fare».

Fino alla parte finale del XX secolo, la contea di Jackson, come gran parte degli Appalachi, era storicamente democratica, ma negli ultimi 25 anni una serie di fattori — in parte economici, ma soprattutto sociali e culturali — ha spostato la regione sempre più a destra. Nel 2012, Mitt Romney è stato il primo repubblicano a vincere il voto presidenziale nella contea di Jackson dal 1920. Trump ha poi vinto la contea con margini sempre più ampi nelle ultime tre elezioni. Anche i repubblicani nei livelli locali e statali hanno raggiunto percentuali simili all’81% di Trump lo scorso anno. Nonostante questo orientamento, la politica di partito, fino a poco tempo fa, sembrava incidere poco sulla vita pubblica quotidiana da queste parti.

Lo storico Mark Dudney. Foto: Tamara Reynolds per Rolling Stone US

«Per molti, il modo di votare era semplicemente una tradizione di famiglia», racconta Dudney, che si definisce un centrista. È diventato, quasi suo malgrado, una figura centrale dell’opposizione a RidgeRunner. Ad aprile ha pubblicato un video su Facebook in cui esponeva le sue preoccupazioni, ricevendo quello che descrive come “centinaia di richieste e messaggi”. «La gente è uscita allo scoperto per sostenermi».

A fine luglio lo incontro nella fattoria di famiglia, a pochi minuti dal centro di Gainesboro, nella comunità chiamata Free State, così chiamata perché non ebbe mai schiavi. La famiglia di Dudney vive su questa terra dai tempi della guerra del 1812. Lui se n’era andato per studiare, lavorare, mettere su famiglia, poi è tornato l’anno scorso.

«Ho avuto un’infanzia alla Huck Finn», racconta, accennando un cenno con il capo verso i campi attorno alla casa. «Non portavo le scarpe. Passavo l’estate in short tagliati, correndo tra le fattorie, pescando negli stagni, vivendo dentro la mia immaginazione».

All’epoca, la zona viveva un periodo relativamente florido, ma come gran parte degli Appalachi, la Jackson County ha faticato ad adattarsi alle grandi forze economiche degli ultimi trent’anni. La chiusura delle fabbriche tessili, la perdita dei posti di lavoro nel manifatturiero — in particolare quella dello stabilimento Oshkosh B’Gosh nella vicina Clay County, trasferito in Messico a metà degli anni Novanta — hanno provocato una costante contrazione dell’economia locale.

Nel 2013, però, Diana Mandli — trasferitasi a Gainesboro qualche anno prima — ha aperto il pub Bull & Thistle, dando il via a una rinascita del minuscolo centro cittadino. Da allora hanno aperto altri ristoranti, una gastronomia di livello, una distilleria artigianale di moonshine e un museo di arte moderna.

«Alcune persone che non erano di qui si sono trasferite e avevano il capitale per restaurare edifici storici, aprire ottimi ristoranti, e poi il successo ha generato altro successo», racconta Dudney. «Adesso Gainesboro è una meta gastronomica alla moda».

Foto: Tamara Reynolds

La cittadina conta poco più di 900 abitanti, e l’intera contea ne ha circa 12.000: una popolazione più anziana, più povera e più omogenea rispetto al resto del Paese. Oltre il 92 percento dei residenti è bianco. Meno dell’uno percento si identifica come Black o ispanico, e solo lo 0,1 percento è nato all’estero. Più del 20 percento vive sotto la soglia di povertà. Tutto ciò ha indubbiamente reso la contea più vulnerabile al fascino di chi promette nuovi residenti e investimenti, facendo leva su vecchie paure.

Abbotoy h imparato a conoscere questo territorio da ragazzo, prima della recente rinascita. I suoi genitori si erano conosciuti a Berkeley, in California, dove erano stati, in qualche modo, vicini al movimento cristiano hippy dei Jesus People. Da bambino, il lavoro di ingegnere del padre aveva portato la famiglia in giro per il Paese, fino ad approdare a Hartsville, in Tennessee, nella contea di Trousdale, circa a metà strada tra qui e Nashville. «Ho sempre pensato che qui fosse un posto meraviglioso», racconta. «Le montagne creano una sorta di limite naturale alla densità abitativa. È abbastanza vicino alle città, i terreni sono ancora relativamente accessibili, e quindi c’è margine di crescita nel mercato immobiliare».

Siamo sul vecchio SUV Lexus di Abbotoy, mentre attraversiamo le colline fuori Gainesboro. Dal vivo, Abbotoy appare cordiale, loquace, ansioso di discutere di teoria politica nei dettagli, senza mai alzare la voce. È stato educato a casa, poi ha frequentato la Union University, un istituto battista privato, e la Catholic University per il Master, ma è stato alla Facoltà di Giurisprudenza di Harvard — come membro della Federalist Society, circondato da liberali — che, come ha detto con una punta di ironia in un podcast l’anno scorso, «sono stato radicalizzato».

Da avvocato, Abbotoy si è specializzato nella negoziazione di quelle che definisce «complesse operazioni commerciali ad alto rischio», che spesso lo mettevano al tavolo con sviluppatori immobiliari. Nel 2020 ha letto un libro del giornalista Bill Bishop, The Big Sort: Why the Clustering of Like-Minded America Is Tearing Us Apart. Analizzando i dati, Bishop mostrava come gli americani stessero vivendo sempre più circondati da persone con le stesse idee politiche. Il libro del 2008 voleva essere un monito, ma con l’arrivo della pandemia Abbotoy ha invece fiutato un’opportunità. Entro la fine di quell’anno aveva già acquistato un terreno nella contea di Jackson e iniziato a pensare di trasferirsi dalla sua casa nei sobborghi di Houston.

«Avevo molti amici nei lavori da colletti bianchi — banchieri d’investimento, avvocati, consulenti — e tutti stavano pensando di comprare terreni rurali», racconta. Cita anche uno studio di Upwork del 2022, secondo cui quasi 19 milioni di persone stavano valutando un trasferimento grazie al lavoro da remoto. Nella sua testa prendeva forma una versione accelerata del Big Sort. «Le persone che vogliono trasferirsi nelle aree rurali sono in larghissima parte più conservatrici della media degli americani, e più propense a essere religiose», continua. «Vogliono un quartiere dove possano dare per scontato l’accordo sui temi politici fondamentali».

Abbotoy era già da tempo un convinto conservatore e seguace di un protestantesimo tradizionalista radicale, ma verso la metà dei trent’anni ha iniziato a trovare piattaforme che gli permettessero di intrecciare più apertamente le sue convinzioni con il lavoro. Nel 2021 è diventato socio di una società di venture capital chiamata New Founding, fondata da Nate Fischer, anche lui laureato ad Harvard Law. Sul sito di New Founding campeggia la frase: «Ci opponiamo esplicitamente a DEI/ESG», denunciando l’«ideologia progressista» che «attacca le distinzioni naturali, le norme tradizionali e il patrimonio della nostra nazione». E ancora: «Vogliamo plasmare istituzioni basate su norme cristiane e orientarle verso una visione cristiana della vita, della società e del bene».

L’azienda ha attirato investimenti dal miliardario della Silicon Valley Marc Andreessen — noto sostenitore di Trump — e vanta legami con figure di peso del Partito Repubblicano, tra cui Vance ed Erik Prince, fondatore della società militare privata Blackwater. Sia Abbotoy che Fischer sono stati fellow del Claremont Institute, il think tank ultraconservatore che ha annoverato tra i suoi borsisti anche Ben Shapiro, Laura Ingraham, Charlie Kirk e Jack Posobiec. Sotto l’egida di New Founding, Abbotoy ha co-fondato la rivista politica protestante di estrema destra American Reformer, che produce anche un podcast che lui stesso conduce spesso.

Abbotoy e suo padre hanno collaborato con New Founding per creare RidgeRunner nel 2022, con l’obiettivo di sviluppare quelli che New Founding definiva “aligned communities” in Appalachia (il padre di Abbotoy è poi passato a un ruolo di consulenza nel 2024). Il sito di RidgeRunner promuove un progetto di «autogoverno locale» e di «repubblicanesimo civico, nel quale i nostri diritti civici patrimoniali — in primis quelli legati alla proprietà, alla libera espressione politica e all’armamento civile — possano essere mantenuti e perpetuati».

Inizialmente, RidgeRunner ha acquistato terreni a Burkesville, nel Kentucky, a 45 minuti a nord di Gainesboro, ma entro la scorsa estate Abbotoy si era già trasferito con la propria famiglia nella Jackson County e si stava concentrando sulla costruzione della sua prima comunità modello proprio lì.

Nel New Founding Podcast, all’inizio del 2024, Abbotoy ha spiegato il suo obiettivo finale: «Il punto è piantare una bandiera e dire: questa piccola città è il luogo in cui la nostra gente si sta radunando. L’idea è che, a lungo termine, continuando su questa strada, potremo concentrarci sulla regione, espanderci negli Stati e permettere che sviluppi di questo tipo guidino una rinascita della regione, rendendola un esempio per il Paese di uno stile di vita sano, naturale, umano — lo stile di vita cristiano — e dimostrare la superiorità di questo modo di vivere».

Foto: Tamara Reynolds per Rolling Stone US

Abbotoy mi porta su un terreno di 450 acri che la società ha acquistato all’inizio dell’anno per 2,5 milioni di dollari. Hanno suddiviso la proprietà in 39 lotti, nove dei quali, mi dice, sono già sotto contratto. Scendiamo dall’auto in cima a una collina e, osservando la valle dall’alto, Abbotoy delinea la sua visione: centro comunitario, negozio agricolo, la chiesa di Isker, sentieri pedonali e 80 acri che resteranno terreni coltivati. Più tardi mi conduce all’ingresso di una profonda grotta calcarea, dove spera di aprire un bistrot. Minimizza l’idea che stiano costruendo una città da zero e insiste sul fatto che, sebbene si rivolga a conservatori cristiani, non stia intenzionalmente escludendo nessuno.

«Non facciamo alcun controllo sugli acquirenti», dice. «Non esiste un momento in cui chiediamo: “Quali sono le sue idee politiche?” prima di vendere. Il mio obiettivo è creare un quartiere con un certo fascino estetico e un certo ethos. Le persone che desiderano questo, vengono».

Abbotoy crede che molti abitanti del posto si siano schierati contro di lui a causa di un’ingiusta copertura mediatica, in particolare da parte di Phil Williams, il giornalista di NewsChannel 5 Nashville che ha dato per primo la notizia e ha definito l’ethos di RidgeRunner «nazionalismo cristiano».

«Etichettarlo come un progetto nazionalista cristiano è un modo per farlo sembrare minaccioso, come se chi lo ha ideato stesse cercando di creare una comune separatista», afferma Abbotoy. «È ridicolo. Le mie idee sono molto vicine a quelle di un abitante medio di questa contea. Sono un tipo conservatore e cristiano. Non sono un estremista».

È vero che, in pubblico, Abbotoy si sia espresso con toni in genere più misurati rispetto a Isker o Engel. Tuttavia, ha scritto della necessità, per l’America, di un “Franco protestante” — riferimento al dittatore nazionalista il cui regime autoritario governò la Spagna per oltre 35 anni — e si è schierato contro la presenza di donne in ruoli di leadership nella Chiesa. L’anno scorso ha inoltre co-firmato un articolo in cui si leggeva: «I nostri doveri come uomini cristiani — come mariti, padri, vicini e americani — ci impongono di acquisire e esercitare potere. Se questo vi spaventa, pensate a un mondo in cui solo i nostri nemici abbiano questa mentalità».

Un acrtello contro RidgeRunner, a Gainesboro. Foto: Tamara Reynolds

Sul peso delle inchieste di Williams nella contea di Jackson, però, non si sbaglia. Il giorno successivo alla messa in onda del primo servizio, Diana Mandli, allora proprietaria del Bull & Thistle, reagì immediatamente. «Presi la nostra grande lavagna nera, quella su cui di solito scriviamo i piatti del giorno, e ci scrissi: “Se sei un individuo o un gruppo che promuove l’oppressione degli altri, per favore vai a mangiare altrove”», racconta.

Marc Stengel, un immobiliarista di Nashville che possiede edifici a Gainesboro e una seconda casa nella contea, si spinse oltre, organizzando e finanziando il cartellone con la scritta “All are welcome”. Da allora, cartelli con la frase “Hate has no home here” sono comparsi in numerosi giardini.

Abbotoy descrive spesso l’opposizione locale a RidgeRunner come una «piccola frangia di imprenditori liberal venuti da fuori». Non è del tutto vero: anche molti conservatori del posto hanno preso posizione contro RidgeRunner. Tuttavia, buona parte delle iniziative più attive sono state guidate da nuovi arrivati come Cassie Kessler, proprietaria e direttrice dello Stolen Coin — ristorante e oyster bar sulla piazza principale di Gainesboro — insieme al marito Pete, che è lo chef.

Cassie Kessler. Foto: Tamara Reynolds

«Sono tutto ciò che a loro non piace: una donna imprenditrice, democratica, chiassosa e senza peli sulla lingua», dice Kessler. È cresciuta a Pittsburgh e ha conosciuto il marito, originario di New York, mentre lavorava in Florida. Durante la pandemia hanno deciso di cercare un posto dove aprire il loro ristorante, e sono approdati qui.

Abbotoy era solito mangiare allo Stolen Coin con una certa regolarità, portando spesso potenziali clienti e mostrando il locale come un punto di forza di Gainesboro. Tutto è cambiato dopo le inchieste di Williams. La città si è frammentata in fazioni. «Adesso è sgradevole qui, perché ti porta a guardare le persone in modo diverso al supermercato», dice Kessler. «Tipo: sei con loro o sei con noi?».

Williams, da parte sua, difende il suo lavoro. «Quasi tutto il mio reportage si basa sulle loro stesse parole», dice. «Hanno un messaggio pubblico per la maggior parte dell’America. Nel loro ambiente podcast, c’è un messaggio completamente diverso».

Isker ed Engel hanno avviato Contra Mundum all’inizio del 2023. Abbotoy è apparso sul podcast almeno quattro volte, incluso un episodio “mash-up” con il suo American Reformer. Il confine tra alcune delle argomentazioni di Isker ed Engel e il suprematismo bianco è difficile da discernere. Isker ha scritto che «il concetto stesso di “razzismo” è stato letteralmente creato dai comunisti» e ha sostenuto il ritorno dei diritti civili agli Stati. Engel ha promosso la teoria del Grande Sostituto e denunciato una «guerra all’America bianca». Si identifica come un “Heritage American” e, in un lungo tweet dello scorso maggio, ha spiegato questo concetto, che «afferma la dominanza e la preminenza dei popoli di origine europea, delle loro istituzioni e del loro stile di vita. Heritage America è centrata sulle esperienze e le norme degli anglo-protestanti».

Quando parlo con Engel in una lunga videochiamata, non ritratta esattamente queste affermazioni, ma cerca di contestualizzarle. «Mi attengo a argomentazioni conservative di base, molto costituzionaliste, che non hanno nulla a che fare con la razza», dice. «Sono un po’ nerd e assumo posizioni che vanno oltre ciò che penserebbe la persona media, tipo sul Civil Rights Act», che vede come «giustificazione per una burocrazia più centralizzata». Per quanto riguarda Heritage America e chi può restare o andare, «si tratta di compatibilità culturale, non di purezza razziale».

Questo tipo di mescolanza tra nazionalismo cristiano e identità bianca non è raro, secondo Whitehead, co-autore di Taking Back America for God. «Un elemento chiave del nazionalismo cristiano è il desiderio di forti confini etno-razziali intorno all’identità nazionale e su chi sia un vero americano. Vedono questo Paese come creato da uomini bianchi protestanti per il beneficio degli uomini bianchi protestanti».

Isker ha risposto alle domande solo via e-mail. Descrive la propria politica come «paleoconservatrice, molto simile a Pat Buchanan, Tucker Carlson o Matt Walsh», ma non rinnega l’etichetta di “nazionalista cristiano”, che secondo lui è stata usata «come termine peggiorativo per evangelici che hanno sostenuto Donald Trump qualche tempo dopo le proteste per lo più pacifiche del 6 gennaio».

Engel afferma che, qualunque siano le sue convinzioni, non rappresenta RidgeRunner. Abbotoy dice che Isker ed Engel non parlano per la sua azienda, ma non prende le distanze dalle loro opinioni. «Sono d’accordo con molte delle loro posizioni politiche», dice. «Non con tutte. Portano molta energia ed entusiasmo. E sono partecipanti molto benvenuti. In larga parte, gli attacchi contro di loro sono stati esagerati e ingiusti, ma non voglio convalidare quegli attacchi in malafede dicendo: “Questi clienti non rappresentano la nostra azienda”».

A gennaio, quando è trapelata la notizia che Isker ed Engel avevano pianificato di incontrare un gruppo di veterani locali per colazione e studio biblico al Dairy Queen, tra le 75 e le 100 persone si sono presentate prima, occupando tutti i posti a sedere e interrompendo l’incontro. Sebbene sia difficile avere un quadro preciso dell’opinione pubblica nella contea — non ci sono sondaggi ufficiali e nessun funzionario eletto contattato ha voluto parlare — l’incidente al Dairy Queen suggerisce che la resistenza sia più profonda della sola comunità commerciale del centro.

«Settantacinque persone arrivate lì in una fredda mattina invernale alle 7:30, è stata una vittoria», dice Dudney.

Non tutti nella contea si oppongono a RidgeRunner. Mickie Davis, che si è trasferita qui dalla California più di 20 anni fa, ha creato un gruppo Facebook per la contea nel 2015, che oggi conta più di 8.500 membri. Raramente passa un giorno senza discussioni accese su RidgeRunner. Davis, convinta libertaria, è una delle sostenitrici più tenaci della compagnia.

«Abbiamo libertà di parola e le persone possono dire ciò che vogliono», dice. «Finché non tolgono diritti fondamentali a qualcuno, dovrebbero poter fare quello che vogliono».

Questo argomento del “vivi e lascia vivere” è popolare tra i sostenitori di RidgeRunner. Ma la preoccupazione è che, se non si agirà ora, una volta che queste comunità saranno popolate sarà troppo tardi. In una contea dove i commissari vincono tipicamente con 250‑300 voti totali e i membri del consiglio comunale possono vincere con poco più di 100, non serve un grande afflusso di nuovi elettori per avere reale peso politico.
Quest’estate, la Camera di Commercio della contea di Jackson ha respinto la richiesta di adesione di RidgeRunner, la prima volta che qualcuno si ricorda che un’azienda sia stata esclusa. «Con Josh e i suoi colleghi, le dichiarazioni pubbliche sono incongruenti con la missione, la visione e i valori della Camera», dice John Deane, presidente del consiglio.

Escludere RidgeRunner dalla Camera ha poche reali implicazioni pratiche, ma il rifiuto ha un forte valore simbolico. Abbotoy dice di stare valutando un’azione legale per contestarlo. «Il gruppo di imprenditori che fin dal primo giorno ha detto “Qui tutti sono i benvenuti” è deciso a usare qualsiasi potere abbiano per escludere RidgeRunner per le sue presunte opinioni».

Se c’è qualcosa su cui entrambe le parti concordano, è che ciò che accade a Jackson County non resterà confinato qui. RidgeRunner ha già acquistato un locale commerciale nel centro di Celina, capoluogo della contea vicina di Clay, e Abbotoy ha appena chiuso l’acquisto di ulteriori 1.000 acri nella contea di Jackson.
Altri progetti sembrano nascere da questo primo sviluppo. Josh Haywood, investitore sia in New Founding sia nell’azienda di rimorchi fuoristrada di Engel, ha dichiarato che la sua società, Haywood Ventures, punta a costruire «piccole comunità allineate in tutto il Paese», con il primo progetto previsto in North Georgia.

«Il modello è trasferibile in gran parte dell’America rurale», dice Abbotoy.

Nella contea di Jackson, RidgeRunner è ancora lontana dal raggiungere il potere politico. Al momento, Abbotoy è concentrato su questioni più terra-terra, come portare acqua, elettricità e fibra ottica alle sue proprietà. Prevede di iniziare i lavori sui primi lotti questo autunno, con l’obiettivo che le famiglie si trasferiscano l’estate prossima.

«Saranno cittadini rispettosi della legge, buoni vicini, pagheranno le tasse e spenderanno soldi nelle attività locali», dice. Con il tempo, è convinto che l’ansia nei confronti di RidgeRunner si affievolirà. «Voglio solo essere un tipo che costruisce ottimi quartieri indossando i propri valori apertamente».

Questo sembra far parte della strategia di Abbotoy: resistere, fingere che non ci sia nulla di radicale nei suoi piani e aspettare che l’opposizione si esaurisca. Potrebbe funzionare, ma come sottolinea Dudney, non tiene conto del famoso cliché sulle persone degli Appalachi: sono testarde da morire.

«Non farò mai finta che sia normale», dice Dudney. «Ho qui il resto della mia vita. Non me ne vado da nessuna parte».

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