Conglomerandocene: pericolo fenilalanina | Rolling Stone Italia
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Conglomerandocene: pericolo fenilalanina

Nella nuova puntata della rubrica dello Sgargabonzi su Rolling Stone, l'eterno conflitto tra zucchero e fenilalanina

Conglomerandocene: pericolo fenilalanina

Foto di Mike Kemp/In Pictures via Getty Images

Zucchero. Tu che sei componente primario nei cibi, nonché energia corroborante per la corretta vita di ogni persona non sedentaria.

Sì, caro zucchero, le persone corrono e tu ti attivi, li fai correre di più. Poi si mettono a sedere per riprendere fiato e tu ti disattivi e loro corrono di meno. Quando l’atleta medio va a correre si disseta con l’Isosport Plus, una bibita isotonica al pompelmo rosso, ed è lì che compie un errore fatale. Pochi sanno infatti che il pompelmo rosso è l’unico frutto contenente pompelmo rosso, ananas e una (non zero, non due) fonte di fenilalanina. Ma come? Quell’atleta per cui indefesso lavori ti ripaga così, inviandoti nelle vene la fenilalanina, tuo nemico principale?

La fenilalanina infatti non ha mai perdonato allo zucchero quel brutto fattaccio successo a Imperia. Così ha speso anni in una sordida scalata al potere, fino ad arrivare al vertice della Isosport Srl e ideare l’Isosport Plus al pompelmo rosso, un cavallo di troia per immettersi nei corpi degli atleti. L’unico imperativo? Distruggere ogni singolo granello di zucchero. È noto infatti che la fenilalanina rende lo zucchero unto, viscido, squallido. E per farlo tornare come prima andrebbe lavato, solo che se lo metti sott’acqua lo zucchero si scioglie e diventa zucchero sciolto, uno zucchero con poche calorie e ancor meno credibilità sociale. E tu non vuoi diventare zucchero sciolto, quella vita te la sei lasciata a Imperia e preferiresti ossidarti piuttosto che doverti ancora umiliare così! Quindi, per sfuggire alla fenilalanina, richiami all’ordine tutti i tuoi granelli e attraverso i capillari vi dirottate in massa nel pancreas, l’unico organo dove la fenilalanina non può immettersi, perché l’accesso è triangolare e lui ha una sezione quadrata. Solo che un atleta medio con gli zuccheri concentrati tutti nel pancreas non ha certo vita facile, poiché a quel punto è il pancreas che si mette a correre e lui deve seguirlo correndo alla stessa velocità, senza sosta, così che il pancreas non gli esca dalla pancia perché corre più di lui.

Ma il problema non sta nel fatto che il pancreas corre veloce e l’atleta medio fatica a stargli dietro. No, tutto il contrario! Il pancreas corre lentissimo e il vero atleta medio si annoia a tenere quel tipo di ritmo a metà fra la camminata e la corsa. E poi quello è il tipico ritmo dell’andatura dei Lautari e l’atleta preferirebbe ossidarsi piuttosto che essere scambiato per una persona lautara. E cosa fa per evitare questo? S’ingozza di Isosport Plus al pompelmo. E per strafare sceglie il pompelmo rosso, così la gente dice: “Che uomo, lui non ha certo il gazebo davanti alla stazione!”.

Ma fra un sorso e l’altro, dentro l’atleta medio ne avvengono di ogni: la fenilalanina le ha provate di tutte per penetrare nel pancreas e quasi sta desistendo, solo che per la fatica è dimagrito di diversi elettroni, così l’ultima volta che prova a fare l’ariete con sorpresa riesce ad entrare. È allora che succede il finimondo. E’ un attimo e i granelli di zucchero si ungono tutti e schizzano via a velocità supersonica attraverso i capillari, per poi uscire sparati come proiettili dai pori della pelle. E quando succede, l’atleta diventa un’arma letale per chiunque gli sia intorno nel raggio di seicento metri. Uomini, donne, bambini, animali, piante, funghi, monere. In questo scenario di devastazione e morte, paradossalmente l’atleta è l’unico al sicuro. Solo che, senza zucchero in corpo, l’uomo non è più etologicamente considerato un essere umano, bensì una cernia. E – ironia della sorte – la cernia è il lautaro del mare.

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