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Conglomerandocene: la posta del cuore di Damiano David

Nella nuova puntata della rubrica dello Sgargabonzi per Rolling Stone, il frontman dei Måneskin risponde alle missive dei lettori

Conglomerandocene: la posta del cuore di Damiano David

Screenshot via Instagram

Da: Deborah Ambrosini, 17 anni, Seregno (MI)
Ciao Dammy!!! Sono Debby2003 e ti scrivo da Milano, una città della Lombardia molto famosa, poi ti spiego… Volevo dirti prima di tutto che i Måneskin sono il mio gruppo preferito e soprattutto che (però non ti offendere!) SEI BONO DA MORIRE!!!!! “Bono” non tanto nel senso menoso tipo di fare volontariato o il missionario in Africa… intendo proprio bono nel senso di “come persona”! Non so se sono riuscita a spiegarmi… oddio, penso di essermi incartata!!! Comunque volevo dirti che non te la devi prendere se ci sono degli invidiosi che vorrebbero essere come te e ti odiano, per me sono solamente degli sfigati invidiosi perché vorrebbero essere uguali a te e non lo sono e per questo ti odiano. Quest’estate sono riuscita a farmi una fotina con te, quando eri ospite all’Ekzhema di Buccinasco!!!! Non so se ti ricordi… ero quella ragazza bionda che ti ho dato quel diario e le chiavi di casa mia. Ricordati che puoi venire quando vuoi, però se fai i tuoi bisogni TI SUPPLICO non farli nel bidè!!!!!!! Volevo dirti che sei bono da morire (non riesco a spiegarmi, scusa l’emozione!!!!) e volevo chiederti una delle tue tante specialità: un consiglio per la casa.

Detto fatto, cara Debby. Prima di buttare un vecchio cuscino o il piumino della nonna, i cui colori ti hanno magari stancato, ti consiglio di dare una bella occhiata generale alla tua camera da letto e anche al resto della casa. Potresti accorgerti che un altro piumino, oppure qualche guanciale, hanno bisogno di riacquistare un po’ di volume e vivacità. In questo caso, preleva l’imbottitura dal vecchio copriletto e usala per il “nuovo”, ovunque occorra. Un’altra idea può essere quella di ridurre a pezzettini piccoli l’imbottitura, che potrà essere usata al posto della “stoppa” per i lavori idraulici di tuo papà. Il risultato è garantito! Spero di esserti stato utile. Ciao Debby e grazie per i complimenti.

Da: Barbara Mandanici, 25 anni, Bettona (PG)
Caro Damiano, sono fidanzata ormai da otto mesi e con il mio ragazzo Lorenzo stiamo compiendo un cammino spirituale, con l’ausilio del nostro parroco (Padre Diocleziano Maria Galli Della Loggia). Però ultimamente mi è venuto un dubbio: volevo sapere se è considerato peccato addormentarsi abbracciati col proprio fidanzato, senza che vi sia assolutamente rapporto d’intimità, ma puramente come segno d’affetto, da fratello e sorella. Inoltre volevo chiederti qual è il tuo episodio preferito di Jackass. Ti ringrazio per il tuo ascolto. Con simpatia, Barbara.

Cara Barbara, sono contento del cammino spirituale che stai compiendo col tuo ragazzo (si chiama Lorenzo vero? Non ho tempo di ricontrollare). Venendo al tuo quesito, nell’atto di dolore la Chiesa ci insegna una promessa: “propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato”. Ora, andare a dormire abbracciati con il proprio ragazzo, anche se non si ha intenzione di commettere atti impuri, costituisce un’occasione prossima di peccato. Come insegna la parabola del ricco stolto (Luca 12, 16-21), la paglia attaccata al fuoco arde. Non si può confidare nel fatto che le leggi di natura non facciano sentire le loro esigenze. Quando si desidera conservare integra la propria purezza e il proprio amore vissuto nel Cristo, si adoperano le cautele richieste. Lo stesso vale per la nostra vita affettiva, se intendiamo conservarla limpida e protesa verso la Santità. Ti assicuro volentieri la mia preghiera, perché l’amicizia col tuo ragazzo diventi sempre più bella e gradita al Signore. Il mio episodio preferito di Jackass è quando Steve-O mangia la merda. Ti benedico.

Da: Fabio Mattesini, 42 anni, Castelluccio (AR)
Gentile Damiano,
ti scrivo in una notte di luglio per me ben poco estiva. Sono le tre di mattina, mi trovo nella camera ardente di mio padre, venuto a mancare ieri per delle complicazioni legate ad un’insufficienza renale. Tutti i visitatori se ne sono andati e sono qui, da solo, seduto
su questa stupida sedia, accanto a mio papà per l’ultima volta in questa vita. Negli ultimi tre mesi, quando si è aggravato, mi sono diviso tra lavoro e ospedale, tanto che questa è la prima notte che trascorro a casa, insieme a mia moglie e i miei figli. Eppure non ho sentito nemmeno per un attimo la fatica e lo rifarei in eterno, se questo potesse ridarmi mio papà vivo anche per un solo giorno. Durante la malattia gli sono stato accanto ogni attimo, con la speranza che progressivamente sgocciolava via salvo poi illudermi di nuovo appena mio padre riusciva a inghiottire mezzo biscotto bagnato nel latte. Pensa a come ci riduce la vita. E ti ringrazio, Damiano, perché in quelle notti infinite a monitorare le flebo, le tue canzoni negli auricolari mi hanno fatto compagnia, mi hanno regalato quella leggerezza (in senso alto) di cui proprio avevo bisogno. E’ forse un pensiero stupido, ma volevo dirtelo.

P.S. Ho ascoltato anche la tua canzone “Marlena”. Molto carina.

Hai perfettamente ragione, caro amico, il tuo è un pensiero molto stupido. Detto questo: di te e di tuo padre non me ne frega niente. Ti chiedo scusa, ma se dovessi tirar fuori un’empatia di pragmatica mi sentirei in colpa in primo luogo con me stesso. Sinceramente spero: 
1) che tuo padre venga presto disseppellito, smembrato in sei parti e che te le lancino nella finestra di camera tua una bella domenica mattina.
2) che possano trovarti in un sottoscala in San Babila freddato da una Beretta calibro 22 long rifle con le iniziali dell’assassino scritte da te col sangue in limine vitae.

Ecco, l’ho detto. Un abbraccio.

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