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Chi farà cantare ‘Bella ciao’ ai concorrenti di X Factor?

L'antifascismo è diventato un rottura de cojoni di sinistra? E allora se ne faccia carico la giuria del talent: Fedez pop-hoolista per i diritti civili, Ambra in quota PD, Dargen D’Amico con i Radicali, Rkomi scheda bianca. Non può andare peggio di com'è andata coi casi umani che si sono visti giovedì sera

Foto: Virginia Bettoj/Sky

Alberto Piccinini: Dormito malissimo. L’altra sera ho visto le audizioni di X Factor, molto contrariato dallo storytelling pavloviano. Solo casi umani, o si piange o si ride, un’altalena emotiva impossibile a qualsiasi essere umano, anche il più schizoide. Timida ragazzina di provincia incertissima sulla propria identità canta i Måneskin con voce di usignolo: si piange. Coppia di rapper fratelli sfrattati immigrati tutti vestiti di bianco si fanno coraggio con la voce di Paky: si piange. Sfigati qualunque presi solo per fare numero: si ride. Lo so che è tutto registrato e montato, ma c’è un limite al prenderci per scemi o no? Non cito neanche Godard che per un rallenti fuori posto aveva distrutto Kubrick. La prossima volta guarderò Chi l’ha visto?. Ma non è per questo che ho dormito male. Rigirandomi nel letto mi chiedevo: perché la terza maglia della Roma è nera e fucsia? Quando nella millenaria storia della capitale è entrato il color fucsia? Dove abbiamo sbagliato?

Giovanni Robertini: “La televisione crea l’oblio”, la citazione boomerissima di Godard è d’obbligo. Ma il problema di queste audition è che sembrano in bianco e nero, uscite fuori da Techetecheté. Le hanno registrate durante la chill out zone del Governo Draghi, e l’effetto di rivederle ora è quasi anestetizzante, non si ride e non si piange, le canzoni sembrano lullaby computerizzate per i nostri sonni inquieti prima del risveglio traumatico post elettorale. Aspetto con curiosità i live. Così a occhio mi sembra una giuria di centro-sinistra: Fedez modello Mélenchon, pop-hoolista per i diritti civili, Ambra in quota PD, Dargen D’Amico con i Radicali della Bonino e Rkomi forse per la scheda bianca. Ma da ottobre può cambiare tutto e aspetto solo di sapere quale dei quattro giudici assegnerà a un suo cantante Bella ciao.

AP: Brevissimo. Il caso Pausini/Bella ciao ci ricorda che la prima regola del phascismo è quella di cancellare le sue tracce. L’antifascismo e la storia di questo disgraziato Paese devono diventare un optional, un rottura de cojoni di sinistra, un estremismo volgare. Missione compiuta. La Pausini ripete esattamente quello che è stato preparato in trent’anni di martellamento continuo: Bella ciao è divisiva, è di sinistra, si presta a strumentalizzazioni. Bella ciao? La filastrocca che cantavano i bambini delle elementari in gita? “Divisiva” e “strumentalizzazioni” sono il vocabolario del phascismo, siamo d’accordo. La cosa che mi fa davvero arrabbiare è che di canzoni divisive ne avrei almeno venti, meglio di Bella ciao. Mai sentito cantare sulle note dell’inno polacco “La classe operaia compagni all’attacco / stato e padroni non la possono fermar”? Ecco. Invece mi tocca difendere Bella ciao, i Modena City Ramblers, non posso credere che i phascisti sappiano chi sono stati Giovanna Daffini o Cesare Bermani. Amen. All’arrivo del fascismo vero i nostri nonni ascoltavano in segreto il jazz negroide e fuorilegge. Noi cosa ascolteremo di tanto proibito? La sigla di Peppa Pig?

GR: C’è dibattito. Non è tanto la questione del “divisivo” e “strumentale” su cui ti do atto (“io do atto a te, a te e te” come Nanni Moretti in Ecce Bombo, ovvero i nonni di quelli di Skam, ai tempi d’oro delle ideologie), è solo che a me Bella ciao piace quando la si canta in manifestazione il 25 aprile, o quando – lo scriveva anche il regista Daniele Vicari in suo tweet – la intonano i combattenti curdi, ma sentirla cantare dalla Pausini sarebbe stato un po’… un po’ cringe, ecco. L’ho detto. E poi dopo per Bella ciao ci sarebbe stata mancata solo la pubblicità di Natale della Coca-Cola. Piuttosto l’hai sentito il nuovo singolo del trapper Drefgold? Si chiama Giorni nel blocco e usa un campionamento di Bongo Bong di Manu Chao, vero líder maximo della canzonetta di sinistra. C’è speranza, anche dalle poche parole del bolognese Drefgold sulla scelta: “La musica di Manu Chao rappresenta la mia città con le sue ideologie e pensieri”. Insomma….Ecce Bombo!

AP: Su Manu Chao ti do atto. Ma la mia canzone della settimana è God Save the Queen dei Sex Pistols. Per ovvi motivi. Hai sentito? Johnny Lydon non sa più come dirlo che lui alla Regina voleva tanto bene. Se guardi la serie Pistol ti spiegano perché: Lydon voleva scrivere una canzone sull’apatia di noi giovani, il manager McLaren voleva creare il merdone mediatico, infatti chiamò la canzone col titolo dell’inno inglese. Mi viene in mente che anche Fratelli d’Italia è il titolo dell’inno d’Italia e il nome del partito. Che vorrà mai dire? Niente di buono temo.

GR: A ognuno il suo punk, questa settimana è uscita l’ennesima cover di T’appartengo, la hit liquida di Ambra. A farla sono VillaHarcore e Hello Mimmi, quest’ultima già nota per aver fatto parte della compilation (Danzə) scritta con la schwa finale, manifesto italiano dell’hyperpop più matto. Sarebbe bello trovarla giovedì prossimo alle audizioni di X Factor per tre minuti e mezzo di rave lisergico con gattini rosa prima del voto del weekend.

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