Raffaele Mattioli: intellettuale, banchiere e antifascista | Rolling Stone Italia
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Raffaele Mattioli: intellettuale, banchiere e antifascista

Un podcast racconta la straordinaria vita del 'banchiere umanista'

Raffaele Mattioli: intellettuale, banchiere e antifascista

Foto dall'archivio Intesa Sanpaolo

«Non vedo alcuna differenza tra una poesia e un bilancio. Nella loro espressione migliore, sono ciascuno un’opera d’arte. […] Leggo e giudico».

La vita di Raffaele Mattioli si potrebbe forse raccontare così, con un solo aforisma in cui due estremi apparentemente antitetici, poesia ed economia, si tengono per mano e vengono passati al vaglio della ragione. Oppure si potrebbe optare per un’opzione leggermente meno pigra e fissare la memoria di questa persona fuori dall’ordinario in un podcast, come ha scelto di fare Camilla Ronzullo con il supporto di Chora Media e Intesa Sanpaolo On Air.

Chi è dunque Raffaele Mattioli e cosa ha fatto per meritarsi tutta questa attenzione? Mattioli è stato un brillante intellettuale che i casi della vita hanno spinto verso lo studio dell’economia e il mondo delle banche. Amante della cultura e frequente sovvenzionatore di letterati e scrittori come Gramsci e Gadda, il banchiere umanista, come veniva soprannominato, ha attraversato quaranta turbolenti anni di storia italiana al timone di una delle più importanti banche del paese.

Ma non è di banche e letteratura che si occupa questo podcast. Nonostante l’importanza che il nostro uomo ha avuto in entrambi gli ambiti, è intorno al suo lato umano che ruota la narrazione di L’Ebreo Onorario. Siamo negli anni trenta, Mussolini è al governo da una decina d’anni e Mattioli è amministratore delegato della COMIT, la Banca Commerciale Italiana (oggi parte del Gruppo Intesa Sanpaolo). Nonostante sia stato costretto a prendere la tessera del partito fascista, Mattioli è un convinto oppositore della camicie nere e sia la sua casa che gli uffici della stessa COMIT diventano in breve tempo ritrovo e rifugio per un assortito gruppo di antifascisti. Negli stessi anni la vita degli ebrei in Italia inizia a farsi progressivamente sempre più difficile, tra pensionamenti forzati, vessazioni e le prime deportazioni. Annusata l’aria, Mattioli usa la potenza di fuoco della COMIT per mettere al riparo quante più persone possibili dalla follia nazi-fascista, lavorando in maniera intelligente tra le pieghe di quel purulento sistema. E allora dipendenti della banca di origine ebraica vengono improvvisamente spediti in indispensabili missioni a «studiare l’economia del Perù», mentre librai antiquari vengono piazzati al sicuro nelle biblioteche vaticane e si fanno pressioni sui comandanti dei campi di detenzione per rilasciare direttori delle filiali oltreconfine. Non tutti si salveranno, ma sono molti quelli che devono la vita ai silenti sforzi sottotraccia di Mattioli.

È questo il fulcro de L’Ebreo Onorario, in cui i contorni della figura di Mattioli vengono tracciati attraverso le vite delle persone che ha provato a salvare. In ogni puntata la voce di Camilla Ronzulli ripercorre la storia di una di loro, alternando il racconto con quello di alcuni tra gli episodi più significativi della vita dello stesso Mattioli. La figura di questo riservato antifascista di sistema prende così corpo in un lento processo di costruzione che ci permette di osservarne e apprezzarne tutte le contraddizioni che, in fondo, lo rendono umano. Raccontare questa storia è stato possibile grazie alla preziosa documentazione d’archivio messa a disposizione dal Gruppo Intesa Sanpaolo (dentro cui è confluita la COMIT) che è anche il promotore di questa produzione branded. Dettaglio che l’ascoltatore tende a dimenticare, tanta è la cura e la bellezza della storia che viene raccontata.

L’Ebreo Onorario è un podcast delicato, in cui i dolorosi ricordi di quell’oscuro periodo storico vengono riportati a galla con morbidezza, celebrandone la memoria e fissandoli in piccole “pietre d’inciampo” in formato audio.

Contenuto realizzato in collaborazione con Orecchiabile.