L’headquarter di Oakley è un monolite post-apocalittico posto ai bordi dell’Orange County, nella Southern California. Il suo celebre portone d’ingresso incute un timore pari alla voglia di fotografarlo. Con le colline di SoCal sullo sfondo sembra la porta d’accesso per un’altra dimensione. A varcare la soglia ci ritroveremo nella saga di MadMax? O al di fuori dell’atmosfera in 2001 – Odissea nello spazio? O, ancora, in qualche altra invenzione hollywoodiana?
Quello che di certo sappiamo ancora prima di entrare, è che lì dentro tante di quelle idee che sembrano poter appartenere solamente al mondo cinema sono spesso diventate realtà. E oggi, come 50 anni fa, quando il marchio è nato, l’unica cosa che conta al di là del portale è il futuro.
Neanche il tempo di atterrare a Los Angeles per la festa di questi 50 anni che il brand è già pronto a sorprenderci con un annuncio: Oakley parteciperà alla missione Artemis III di Axiom Space, portando la propria tecnologia e esperienza non solo nello spazio, ma sulla Luna. La missione Artemis III, infatti, ha un obiettivo importante: l’allunaggio. Ma com’è possibile che un brand nato nel 1975 per vendere delle (già rivoluzionare) manopole da moto sia ora in corsa per atterrare sulla Luna? «È il risultato di decenni di incessante spinta all’innovazione e di un impegno “beyond reason”», spiega Ryan Saylor, SVP Advanced Product Development di Oakley, «siamo orgogliosi di mettere la nostra tradizione di eccellenza ottica e nitidezza visiva al servizio della missione Artemis III e di contribuire a tracciare il futuro dell’esplorazione spaziale. La prossima persona a calcare il suolo lunare indosserà la tecnologia High-Definition Optics (HDO) più avanzata di Oakley, e per noi è una responsabilità enorme». Oakley infatti parteciperà al progetto fornendo una nuova e innovativa visiera spaziale di ultima generazione che proteggerà gli astronauti dalle difficoltà create dal sole.

L’ingresso dell’Interplanetary Headquarter di Oakley. Foto: Courtesy of Oakley

La visiera che andrà sulla Luna. Foto: Courtesy of Oakley
«Nello spazio il sole è incredibilmente aggressivo, sembra quasi perforare gli occhi», racconta Koichi Wakata, astronauta di Axiom Space e Chief Technology Officer. «Per questo serve un sistema visiera straordinario, in grado di proteggere la vista e assicurare la massima visibilità, così da permetterci di lavorare anche nell’ambiente lunare più ostile». Se pensiamo che a fine anni ’90, durante la costruzione dell’headquarter, qualcuno di molto visionario propose di chiamarlo Interplanetary, il futuro era già scritto. Basta una visione, e il coraggio di seguirla, per far sì che le cose accadano. I più giovani direbbero manifesting, noi, parafrasando: un grande passo per il brand, un piccolo passo per l’umanità.
Per i festeggiamenti dei suoi primi 50 anni, Oakley non poteva quindi che fare le cose in grande. Alla Orange County sono arrivate circa duemila invitati tra stampa, content creator, atleti e brand ambassador. Dagli astronauti ai travel blogger, dai giornalisti agli artisti del momento. Non è solo l’occasione per presentare la missione spaziale o la nuova collaborazione con Meta per gli Oakley Meta Glasses, il futuristico occhiale integrato con IA con cui poter vedere il mondo con gli occhi del futuro, ma anche e soprattutto un momento di celebrazione, di festa. E quale artista poteva esibirsi per quest’occasione se non uno degli artisti più importanti dell’ultimo decennio?
Quando Travis Scott sale a sorpresa sul palco circolare posizionato di fronte al portale dell’headquarter la festa cambia definitivamente forma e tono. La notizia era infatti rimasta segreta anche per molti dei presenti e veder spuntare un artista che solitamente riempie gli stadi in un evento così “intimo” è speciale. Il trapper di Houston comincia facendoci ascoltare (in quel momento in anteprima mondiale) un paio di tracce del nuovo JackBoys 2, il secondo capitolo della compilation legata al suo collettivo/etichetta Cactus Jack, per poi mettere sul piatto le hit di maggiore successo della sua carriera come Fe!n, Goosebumps, Sicko Mode, tre brani che sommati contano – giusto per darvi un’idea della dimensione dell’artista – 6 miliardi e mezzo di ascolti solo su Spotify. Ma quella di Travis non è una comparsata, una marchetta; la relazione tra lui e Oakley va oramai avanti da tre anni (ovvero dal Circus Maximum Tour), ma solo ora è stata ufficializzata in modo definitivo. La Flame non sarà un semplice ambassador del brand, bensì il Chief Visionary, un ruolo pensato appositamente per lui.
«Stiamo celebrando il passato, vivendo il presente e pensando a come essere ancora più d’impatto nei prossimi 50 anni», ci spiega Caio Amato, Chief Global Marketing Manager di Oakley, durante una breve chiacchiera a lato dell’evento. «Noi vogliamo ispirare i ragazzi a credere in se stessi perché quando credi in te stesso puoi raggiungere il massimo del potenziale e puoi cambiare le cose. E noi, come essere umani, siamo fatti per cambiare, per evolverci. La collaborazione con Travis Scott ne è l’esempio». Ma come è nato questo rapporto con uno degli artisti più influenti di questi anni? «Ti spiego come facciamo le cose qui da Oakley quando collaboriamo con qualcuno. Ci sono tre variabili. La prima è quanto la persona è autentica. La seconda è quanto è coinvolta e rispettata nella società e nella comunità, quanto sta realmente facendo. La terza è se ha delle buone performance o vende bene. E con Travis ci siamo trovati d’accordo: stessa visione, stessi valori, stessa voglia di creare un universo. Travis ha una visione del futuro chiara e penso ci aiuterà a vedere possibilità che non abbiamo ancora intravisto».

Foto: Courtesy of Oakley
Cosa aspettarci quindi da questa collaborazione che ha già visto i primi frutti con una prima capsule per il merchandising di Travis e, ovviamente, questa esibizione? «Il nostro è un piano in tre fasi. La prima è basata su una reazione al presente. La seconda sulla visione. La terza sui sogni. Con Travis parliamo di visione e sogni, ma nel frattempo inizierete a vedere delle cose nuove verso fine anno, o a inizio 2026». E cosa aspettarsi? «Un piccolo assaggio da condividere della visione che condividiamo».
Travis Scott scende dal palco, dove sale il dj e producer Metro Boomin’, un altro che in carriera ha collezionato miliardi (e non milioni) di ascolti su Spotify, anche con una serie di produzioni per lo stesso Travis Scott. Il sole è tramontato dietro il futuristico portale con l’ellisse e la notte ha preso spazio. Nel cielo, neanche Oakley si fosse coordinata (o forse sì?) con qualcuno che sta più in alto di noi, brilla una luna piena. Presto Oakley arriverà anche lì. Il futuro oggi sembra molto più vicino.











