Zerocalcare: «La resistenza si fa con gli scontri, non con le storie su Instagram» | Rolling Stone Italia
Questo mondo non mi renderà cattivo

Zerocalcare: «La resistenza si fa con gli scontri, non con le storie su Instagram»

L’arte contro la deriva autoritaria, l'impegno per Ilaria Salis (detenuta in Ungheria per aver protestato contro un raduno neonazista), Acca Larentia, l’attivismo (quello vero) vs le polemiche sui social. In una nuova intervista su ‘Repubblica’, il nostro fumettista più politico torna anche sulla questione Lucca Comics

Zerocalcare: «La resistenza si fa con gli scontri, non con le storie su Instagram»

Zerocalcare

Foto: Rosdiana Ciaravolo/Getty Images

È uno dei pochissimi, forse l’unico, che nonostante il grande successo artistico e di esposizione mediatica – L’Espresso per questo nel 2020 l’aveva definito «l’ultimo intellettuale», una definizione che lui, schivo com’è, non aveva gradito troppo – continua a mettere la politica nei suoi lavori e a non compiere passi indietro sulle proprie idee, per quanto “scomode” possano essere. E per quanto, sopratutto, portarle avanti significhi fare delle rinunce e farsi dei nemici, com’è successo nel caso dell’ultimo Lucca Comics e del sostegno d’Israele alla manifestazione. «Se fossi andato, con le vittime della Striscia di Gaza che oggi sono più di 23mila, oggi starei male». E quindi ecco un altro capitolo della saga Zerocalcare & La Politica, con una lunga intervista oggi su Repubblica.

Il fumettista comincia da Ilaria Salis, la maestra milanese, antifascista, detenuta a Budapest dopo aver protestato contro il raduno di gruppi neonazisti che avviene ogni anno in Ungheria, l’Honor day, tollerato dal governo di Orbán. A lei ha da poco dedicato un fumetto su Internazionale. «Una persona che ha fatto a botte con i nazisti mi sta automaticamente a cuore», dice. «Quando i magistrati ungheresi le hanno proposto un patteggiamento di undici anni, ho capito che era il momento di scrivere». D’altronde i «fascisti» con cui si scontrava lui ai tempi in cui frequentava i centri sociali, dice, «sono gli stessi che oggi la ritengono una terrorista». Ma non vieterebbe un evento come Acca Larentia: «Diventerebbe un assist per loro perché ci si impantana nella polemica sulla violenza politica e sulla commemorazione di ragazzi uccisi. Ci sono altre spie della cultura fascista che attraversa anche le istituzioni, ben più gravi ma di cui non si parla». E comunque, conclude, «la deriva autoritaria esiste», basta ricordare i «decreti sicurezza di Salvini».

La soluzione? Resistere. «Gli artisti, i musicisti, i fumettisti, gli scrittori possono rendere il loro lavoro un atto di resistenza culturale», con «opere che creano immaginario, perché quello la destra non lo sa fare. Il massimo della loro editoria è Vannacci, pompato dai media e dalla sinistra». Resistere, ecco, e fare politica attiva. «Si sono tutti convinti che basti lanciare polemiche istantanee sui social per definirsi militanti o attivisti», ma la politica vera, spiega, si fa «associandosi ad altre persone, parlando, agitando vertenze e cercando di vincerle». Nell’era degli influencer Zerocalacare parla «solo se ho qualcosa da dire», e per il resto, se si vuole sollevare l’attenzione su un certo tema, «va a fa’ gli scontri», non le stories. Su gogne mediatiche e accuse d’antisemitismo, un’accoppiata che su di lui, viste le posizioni pro Palestina, incombe sempre, dice di avere «le risorse per uscire dall’angolo, mentre altri avrebbero visto la carriera sgretolarsi», ed è un peccato. «Ma è vero anche che rivendico il diritto di poter criticare il governo israeliano senza per questo essere considerato antisemita». Chiusura, infine, sul futuro: convivenza, figli, famiglia? «Mi sa che mi prendo un cane».

Altre notizie su:  Zerocalcare