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Le scintille della Formula 1 in Bahrain. Indovina chi arriva ultimo

Il nostro cronista sportivo Francesco "Nongiovane" Mandelli racconta una gara strana: si corre la sera, Button sbarella ed Hamilton continua a fare il figo
Nico Rosberg, Mercedes , supera la Ferrari di Sebastian Vettel (foto: Facebook Fia / Glenn Dunbar/LAT Photographic)

Nico Rosberg, Mercedes , supera la Ferrari di Sebastian Vettel (foto: Facebook Fia / Glenn Dunbar/LAT Photographic)

Il gran premio del Barhain del 2015 sta per partire e la design week di Milano sta per finire. È domenica pomeriggio e me ne sto nel box della McLaren, buttato per terra, annoiato, che lancio delle carte cercando di fare centro nel casco di Jenson Button, campione del mondo 2009 con la Brawn GP, bel ragazzo, bolidi, bambole, motoscafi potenti, sorriso alla Kennedy.

Il nostro Jenson oggi non schiererà la sua monoposto in griglia come tante domeniche, sentendo l’adrenalina che gli sale ghiacciandogli le parte frontale del cranio sotto il casco, non compierà i suoi soliti riti scaramantici, che consistono nel tagliare la coda ad un lucertola, mangiarla (la coda) e lasciare che la lucertola scappivedendo in che box avversario si infila, indicando a Jenson colui che oggi tenterà di smaltarsi sulla sua McLaren. Che di solito è Maldonado.

Carlos Sainz jr sulla Toro Rosso in Bahrain (foto: Facebook Fia)

Jenson lascia stare

Jenson il Barhain 2015 farebbe meglio a dimenticarselo perché praticamente la sua macchina non riuscivano a farla partire. Sembrava una di quelle scene che si vedono nei cortili di provincia, dove degli uomini anziani cercano di riavviare una vecchia 500 ferma da anni. Solo che erano i meccanici della McLaren. Mentre Alonso, il suo compagno di scuderia, faceva progressi riuscendo a passare il taglio della Q1 in qualifica, Jenson se ne stava in un angolo a giocare a candy crush sul telefonino.

Salta su uno e fa: «Ma la benza c’è?». Tutti si guardano come dire “cheffigurademmerda”. Arriva un giapponese della Honda e risponde:
«Sì sì c’è, sono andato a farla io prima».
«E quanto hai fatto?».
«20 di diesel».
«Ma come 20 di diesel? Ma sei scemo? Hai fatto il diesel a una macchina di Formula 1?? Ma poi venti??? Ci credo che è uscito dal box ha messo la prima e si è fermato!».

Jenson Button, McLaren, gioisce ma non si sa perché in Bahrain (foto: Facebook Fia)


Svelato l’arcano del perché la macchina di Button non partiva andiamo ad
analizzare il week end. Le Ferrari il venerdì vanno forte, passo gara eccezionale, inanellano giri quasi da qualifica con costanza che “fa sentì ‘a presenza” a quelli
della Mercedes. Sebastiano Fetta e Kimi “ho-portato-la-mia-tipa-così-vi-faccio-rosikare aka trivella-finlandese aka sventrafiordi aka iceman” Raikkonen stanno col fiato sul collo di Emilto e Nico Rosbif. Ma si sa, vincere il gran premio del venerdì non dà
nessun punto e non serve per lo schieramento, come direbbe Maurizio Arrivabene. Quindi… amo ggiocato.

Tutti a nanna, perché qui si corre la sera, quindi giusto il tempo per controllare facebook, leggere le mail, una puntata di big bang theory poi pigiamino in acrilico che fa le scintille e a letto che domani si lavora. C’è da dire che quest’anno, a parte Emilto che ha rotto la fava e vince sempre, e le Ferrari seconda forza nel mondiale, c’è un gruppo e di squadre che si equivalgono molto come competitività, e ad ogni gran
premio si giocano le possibilità di sopravanzare in griglia anche solo per pochi millesimi. Paga l’affidabilità della macchina in gara. Avvincente. Ultimo Button però. Che ha chiesto ad Alonso il numero dello psicologo di settimana scorsa.


Il sabato le qualifiche vedono un Q1 che miete una vittima abbastanza illustre, anche se ancora giovane: il russo dai denti equini, Daniil Kviat su Red Bull, una Red Bull che fa fatica visto che monta il motore di una Renault 4, e non sembra proprio avere le ali come il celebre claim della “bibbita” energetica.

Nel Q2 invece, exploit del giovane Sainz su Toro Rosso, che passa il taglio dei dieci e si piazzerà poi nono. Tra l’altro rovinando tutto perché alla partenza si schiera in ritardo a causa di un attacco di dissenteria dopo aver mangiato a casa di Massa, che siccome sua moglie non c’era e lui non sa cucinare, gli ha dato i 4 salti in padella
congelati ancora dalla busta. Poi ci credo che ti caghi addosso. Quindi 5 secondi di penalità per il ritardo e addio gara.

La partenza del bahahahaharain
La notizia eclatante del Q3 del gran premio del bahahahaharain, è che rivediamo dopo molto tempo una Ferrari in prima fila, quella di Sebastiano Fetta, a più o meno mezzo secondo da Emilto, terzo Nico rosbif bastonato, 4 Kimi sventrafiordi. Poi gli altri. Ultimo sempre Button. A cui si puó solo voler bene.

Pronti partenza via trivella finlandese sopravanza Nico Rosbif con un jogu di prestiju, Ferrari seconda e terza, Emilto che prova a scappare ma non se ne va manco poi tantissimo.

La vendetta di Nico Rosbif
SOLO CHE NICO ROSBIF QUI S’INKAZZA. Nel suo casco dice: «Vi ammazzo tutti».
Riprende Raikkonen e lo frega alla prima curva con il giochino del “può accompagnare solo” (mettere link youtube) come disse il famoso harleysta diventato virale su youtube che tanto ci ha fatto ridere. La manovra consiste nell’aprire il DRS in rettilineo, portarsi a culo, buttarsi all’interno staccando un po’ dopo l’avversario di modo che tu appoggi il muso più avanti in curva, e lui non può sterzare. E a quel punto mentre
fai la curva fuori traiettoria “accompagni” l’avversario all’esterno, facendogli perdere trazione in uscita e facendogli girare parecchio i coglioni perché, di base, lo hai inchiumato.

Rosbi non contento fa lo stesso a Fetta, ingenuo pagnottello di würstel e crauti, che rientra comunque davanti a rosbif dopo il primo pit stop. Rosbif a quel punto si inkazza ancora di piú perché deve rifare tutto da capo. In Mercedes vige questa regola, nota a tutti, ovvero si ferma prima chi è davanti. Ovvio che si ferma sempre Emilto e Rosbif è costretto a rimanere fuori quel giro o due in più con le gomme finite, che gli fa perdere il tempo guadagnato con i sorpassi.

Comunque il sunto è, tutto il vantaggio visto sul passo gara al venerdì delle Ferrari sembra essersi sbriciolato la domenica, come se le condizioni della pista fossero un po’ cambiate. Comunque Fetta fa fatica e messo sotto pressione dal Rosbif va lungo in curva e si rompe un deflettore dell’ala anteriore, che gli fa lamentare problemi di
sottosterzo. Team radio tristarello, si ferma ai box, cambia il muso e rientra quinto dietro Bottas che tira giù la serranda, chiude bottega e non lo fa più passare fino a fine a gara. La velocità della Williams in rettilineo non faceva avvicinare Sebastiano abbastanza da passare il finlandese dalla “schiena che si taglia con un grissino” come nella pubblicità del tonno. Fetta very frustrated.

La rivincita di Kimi “Sventrafiordi” Raikkonen
Ma la bomba vera è Kimi “strategia pazza” Raikkonen, che monta il treno di gomme medie nel secondo stint e, al posto di perdere due secondi a giro come di regola, gira quasi più veloce dei primi che montano tutti le morbide. Questo gli dà un vantaggio mica da poco, perché a fine gara quando gli altri avranno gomme medie con poca benzina, lui avrà gomme morbide nuove di pacca con cui fare una quindicina di giri da qualifica. E così è. Tanto è vero che Raikkonen ripiglia Rosbif, lo passa dove lui lo aveva castigato (anche se con la complicità di un lungo+bloccaggio del tedesco della Mercedes) e va a rincorrere e Emilto. Se fosse rientrato a mettere le “gialle” un paio di giri prima del crollo prestazione della gomma media, e ci fossero stati cinque o sei giri in più, Kimi andava a prendere Emilto. Un passo gara da vero guerriero, grande concentrazione, Kimi Raikkonen torna sul podio dopo quasi due anni. L’ultima volta fu con la Lotus progettata dallo stesso James Allison ora alla Ferrari.

Sventrafiordi si vede che è contento, gli mancava un po’ di fiducia. E se si vede che Raikkonen è contento dev’essere VERAMENTE CONTENTO.

Kimi Raikkonen ai box del GP del Bahrain (foto: Facebook Fia)

Emilto continua a fare il figo su tutti i circuiti del mondo, con le sue catenazze d’oro bling bling gansta rap west coast credici poveraccio convinto illuso. Va così forte che durante un pit stop ha trovato il tempo di andare ospite da Barbara D’Urso per un intervista.

Ah, ci sono anche gli altri Raikkonen
E dietro? Mah devo dire gara bella movimentata con tanti sorpassi, bel casino, non si capiva una minchia, Maldonado imbizzarrito cercava qualcuno da sportellare, Ricciardo incolore, le Sauber hanno un po’ deluso, Toro Rosso afflitte dagli stessi problemi di motore delle sorelle maggiori Red Bull. La Williams si porta a casa un quarto posto con Bottas levandosi la soddisfazione di aver tenuto dietro una Ferrari.

Buona gara per Alonso che arriva ai margini della zona punti con quel chiodo di macchina che si ritrova. Bravo Fernando, never forget the warriors. Erano non so quanti anni che una McLaren non andava a punti per più di tre gare. Si naviga in cattive acque per Ron densi e i suoi, ma occhio perché i giapponesi i motori li sanno fare. Dategli un po’ di tempo e saremo qui a guardarci le spalle dalla scuderia di Woking.

Sembra uno dei Daft Punk, ma è Lewis Hamilton, che festeggia la sua vittoria nel GP del Bahrain (foto: Facebook Fia)

Ordine d’arrivo:
Emilto
Iceman
Rosbif
Bottas
Fetta
Mucchio
….
Button

Si chiude un week end di grande sport e grande design. Riparto dal Barhahahain con questa convinzione. Che il Bahahhaahharain è come la zona “ex Varesine” a Milano: prima non c’era niente e adesso è pieno di grattacieli.

Ci vediamo in Spagna per il primo gran premio della stagione nel vecchio continente. Tutti porteranno qualche sviluppo, si entra nel vivo. Emilto, you can run but you can’t hide, proprio come i Fugees.

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