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In Cecenia è in corso un pogrom contro gay e lesbiche

La nuova ondata di violenze verso la comunità LGBT fa parte di un piano per "purificare il sangue" nel Paese
di influenza russa

Ramzan Kadyrov, leader della Repubblica Cecena. Foto Mikhail Metzel/TASS

Il sito di Russian LGBT Network, un’organizzazione non governativa con base a San Pietroburgo, ha pubblicato un report che rivela come in Cecenia sarebbe in atto dallo scorso dicembre una repressione contro uomini e donne appartenenti alla comunità LGBT, che ha già visto l’arresto di circa quaranta persone e la morte di almeno due di esse a causa delle torture subite dalla polizia. La notizia è stata ripresa anche dal sito del Guardian

Il report fa eco a quanto già successo nel 2017, quando centinaia di uomini gay erano stati arrestati e sottoposti a pestaggi e torture con scosse elettriche, provocando un’ondata di indignazione internazionale contro la Russia e il leader ceceno Ramzan Kadyrov. Condanna che evidentemente non è servita a dissuadere le autorità dal mettere in atto la versione moderna di un pogrom contro le minoranze sessuali nella regione caucasica.

La nuova ondata di violenze è iniziata con l’arresto di un amministratore della community online LGBT VKontakte. La polizia ha usato i contatti nel suo cellulare per identificare le altre vittime e rinchiuderle nel carcere della cittadina di Argun. La notizia è stata confermata anche dal quotidiano russo Novaja Gazeta, che ha pubblicato un messaggio apparso su VKontakte: “Chiediamo che tutti quelli ancora liberi prendano sul serio la situazione e lascino la repubblica il prima possibile”. 

Ramzan Kadyrov è stato condannato a sanzioni internazionali in seguito al Magnitsky Act americano del 2017, con l’accusa di avere autorizzato “esecuzioni illegali” ed “epurazioni nei confronti dei gay”. Kadyrov ha negato che siano avvenute violenze , ma in alcune occasioni ha affermato che i gay devono essere eliminati dalla Cecenia per “purificare il nostro sangue”. 

 

 

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