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Gabriele Del Grande è libero

Dopo quasi due settimane di detenzione, di cui i motivi risultano ancora non del tutto chiari, la Turchia ha liberato il giornalista italiano. A confermarlo in un tweet il ministro degli Esteri Alfano

Dopo quasi due settimane di detenzione, le autorità turche hanno rilasciato Gabriele Del Grande, il giornalista e documentarista italiano fermato nella notte fra il 9 e il 10 aprile scorso dalla polizia nella provincia di Hatay, un’area sud-orientale al confine con la Siria.

A confermare la notizia è stato il ministro degli Esteri Angelino Alfano che via Twitter reso noto di aver già comunicato alla famiglia Del Grande la decisione del suo corrispettivo turco, Mevlut Cavusoglu, di rilasciare il giornalista.

Finisce così una vicenda dal retrogusto kafkiano, di cui risulta ancora non del tutto chiaro il motivo per cui il 35enne di Lucca è stato rinchiuso in un centro di detenzione amministrativa, dove per quasi dieci giorni gli era stata negata la possibilità di mettersi in contatto con l’Italia o di consultare il proprio legale.

Giorni di sciopero della fame e della sete che avevano fatto temere il peggio, data anche la reputazione del governo Erdogan nel suo rapporto con i giornalisti. Negli scorsi giorni Alfano aveva cercato di rassicurare i famigliari, confermando le buone condizioni di salute del giovane e ribadendo il massimo impegno per garantirne la liberazione “nel pieno rispetto della legge”.

Il giornalista, atterrato in Turchia lo scorso aprile, avrebbe dovuto intervistare alcuni profughi siriani per il suo nuovo libro, Un partigiano mi disse, incentrato sulla guerra in Siria e sulla genesi dello Stato Islamico. Stando a quanto riportato dal governo turco, Del Grande si sarebbe spinto in una zona di confine, dove è proibito l’accesso ai giornalisti cui sarebbe seguita la decisione dell’arresto. Inizialmente era circolata la notizia per cui la Turchia fosse pronta a espellere Del Grande entro poche ore dal fermo ma niente di tutto ciò si era concretizzato, con il dossier dell’arresto reso segreto dalle autorità locale e un incontro, quello con il proprio legale di fiducia, concesso al ragazzo soltanto il 21 aprile, circa 10 giorni dopo dall’arresto.

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