È morto Enrico Nascimbeni, cantautore e scrittore | Rolling Stone Italia
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È morto Enrico Nascimbeni, cantautore e scrittore

Era nato 60 anni fa a Verona. Oltre a pubblicare nove album e scrivere testi per Vecchioni e altri grandi, è stato un cronista appassionato dell'Italia contemporanea

È morto Enrico Nascimbeni, cantautore e scrittore

Enrico Nascimbeni è morto nelle scorse ore a Milano, la notizia è stata data tramite il suo profilo Facebook e confermata da All Music Italia, con cui collaborava nell’ultimo periodo. Era un uomo di grandi passioni, la musica e la scrittura su tutte, che ha unito in un percorso artistico prolifico e mai stanco. Nato a Verona nel 1959, era figlio di Giulio Nascimbeni, grande giornalista.

Dopo la laurea in Lettera e in Filosofia, anche Enrico ha scelto quella strada, nel 1985, e ha iniziato a scrivere per diverse testate, dal Corriere della Sera al Giorno, fino alla tv. Come cronista ha seguito diversi eventi della storia recente, celebri le sue inchieste su Mani Pulite e la sua intervista a Craxi ad Hammamet, ma anche in reportage di guerra nei Balcani o a Kabul. Nel frattempo ha scritto anche libri, l’ultimo si intitola Ho scelto di sbagliare.

Mio Padre Adesso E' Un Aquilone

Nel frattempo ha sempre composto musica, per sé e per gli altri. Storica la sua amicizia e collaborazione con Roberto Vecchioni, con cui ha collaborato alla stesura di canzoni come Vincent e L’ultima notte di un vecchio sporcaccione (che gli è fruttato il riconoscimento della critica al Premio Tenco). Ha anche collaborato con artisti straordinari come Tom Waits (la cui opera ha rivisitato nel brano La casa dove non vive nessuno) e Leonard Cohen (sua la rivisitazione di Hallelujah per il film Shrek).

E poi Joaquín Sabina e Suzanne Vega, e ancoraPaola Turci, Syria, Mango, Francesco Baccini, Mietta. Dal 1979 al 2011 ha pubblicato nove dischi, tra cui, molto apprezzati, Uomini sbagliati Hotel Costarica, che ha suonato in tutta Italia e in giro per il mondo. Un anno fa aveva denunciato un’aggressione con un coltello da parte di un gruppo di neofascisti.